GC/RT VERBALE N. 193.

 

CONSIGLIO COMUNALE

SEDUTA DEL 26 OTTOBRE 2009

Oggetto: Piano di recupero di iniziativa privata in variante al PRG vigente, redatto ai sensi dell’art. 41 della legge regionale Emilia Romagna 24.03.2000 n. 20 e dell’art. 30 della legge 05.08.1978 n. 457 e successive modifiche ed integrazioni, relativo agli immobili posti in Piacenza, viale Risorgimento – ang. Via Campo della Fiera, di proprietà della Soc. Immobiliare Campo della Fiera S.r.l.

^ ^ ^

GC/RT VERBALE N. 193.

^ ^ ^

 

Sono intervenuti:

- Carini Ernesto pag. 2

- Cacciatore Francesco pag. 2

- Pollastri Andrea pag. 9

- Mazza Carlo pag. 11

- Ballerini Alessandro pag. 20

- D’Amo Giovanni pag. 24

- Tassi Marco pag. 33

- Mazzoni Carlo pag. 39

- Salice Luigi pag. 41

- Frontini Fausto pag. 44

- Cisini Giorgio pag. 45

- Pallavicini Carlo pag. 50

- Vaciago Giacomo pag. 52

- Fumi Marco pag. 54

- Piazza Edoardo pag. 57

- Calciati Giovanna pag. 59

- Cacciatore Francesco pag. 61

- Vaciago Giacomo pag. 66

- Carini Ernesto pag. 67

- D’Amo Giovanni pag. 67

- Romersi Pierangelo pag. 68

- Putzu Filiberto pag. 71

- D’Amo Giovanni pag. 72

- Cisini Giorgio pag. 73

- Rocchi Lucia pag. 74

- Reggi Roberto pag. 75

- Mazza Carlo pag. 76

- Tassi Marco pag. 78

- Mazza Carlo pag. 78

- Pallavicini Carlo pag. 80

- D’Amo Giovanni pag. 81

- Fumi Marco pag. 83

- Piazza Edoardo pag. 83

- Vaciago Giacomo pag. 84

^ ^ ^

- E’ presente in aula il dr. Enzo Maria Crippa, dirigente Settore Pianificazione Territoriale.

^ ^ ^

 

 

PRESIDENTE CARINI

Siamo al primo punto all’ordine del giorno: "Piano di recupero di iniziativa privata in variante al PRG vigente, redatto ai sensi dell’art. 41 della legge regionale Emilia Romagna 24.03.2000 n. 20 e dell’art. 30 della legge 05.08.1978 n. 457 e successive modifiche ed integrazioni, relativo agli immobili posti in Piacenza, viale Risorgimento – ang. Via Campo della Fiera, di proprietà della Soc. Immobiliare Campo della Fiera S.r.l.".

Illustra il vice sindaco Cacciatore.

 

ASSESSORE CACCIATORE

Come faccio di solito, utilizzo una serie di diapositive che credo possano essere utili, in questo caso ancor di più, per comprendere sia il filo del ragionamento urbanistico che sottende a questa proposta di piano di recupero in variante al PRG, sia l’aspetto architettonico di quello che è l’aspetto progettuale del fabbricato che si propone di realizzare.

Vediamo un attimo l’edificio esistente, ben conosciuto, da alcuni giudicato un mostro, diciamo una presenza forse incongrua in quel contesto di fronte a Palazzo Farnese. L’edificio è quello che si affaccia su viale Risorgimento, via Campo della Fiera e via X Giugno. E’ stato costruito dall’ENEL con la finalità di creare un centro studi e di sperimentazione, e per questo presenta caratteristiche distributive e spaziali che rendono difficile la modifica delle strutture per altri utilizzi. L’architettura del fabbricato è sempre stata giudicata una presenza incongrua in quel contesto, tant’è che le polemiche storicamente sul fabbricato sono note.

Vediamo adesso l’aspetto urbanistico, visto che si tratta di un piano di recupero in variante al piano regolatore. L’edificio attualmente classificato dal PRG vigente come servizi urbano-territoriali, con destinazione specifica "sedi amministrative". La disciplina particolareggiata del centro storico classifica il fabbricato come edificio di recente formazione, consentendo una serie di interventi, che sono quelli che vedete elencati: manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. La proposta del piano di recupero in variante non riguarda la disciplina particolareggiata del centro storico, bensì il cambio di destinazione dell’immobile. La proposta è quella di modificarne la classificazione da servizi urbano-territoriali con destinazioni sedi amministrative a tessuto del centro storico.

Il piano di recupero prevede per il fabbricato l’intervento di ristrutturazione edilizia. Questo intervento è normato, fra l’altro, dall’art. 3 del DPR 6 giugno 2001 n. 380, che, come vedete, prevede che gli interventi di ristrutturazione edilizia comprendano anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione, con la stessa volumetria e sagoma, di quello pre-esistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa anti-sismica. Questo è un tema importante, perché - vedrete nel piano - la sagoma del fabbricato rimane identica e sui volumi addirittura se ne perdono. Il progetto, infatti, ripropone la stessa sagoma e i volumi che attualmente sono di 25.400 metri cubi, si riducono a 21.113 e rotti. Il piano di recupero è proposto ai sensi dell’art. 41, 2° comma, lett. A), della legge 20/2000. La procedura è quella dell’art. 21 della legge 47/78, quindi sostanzialmente doppio passaggio, adozione, pubblicazione e osservazioni e approvazione. Questo è il primo di due passaggi che questo piano di recupero farà in Consiglio comunale.

Vediamo attualmente la classificazione dal punto di vista cartografico è questa, zona azzurra, di fianco a quella che è l’area ex Camuzzi, classificata "tessuto del centro storico". Questa è la proposta di modifica. Quindi questa è la variante: si propone che questo fabbricato acquisisca la classificazione equivalente a quella dell’area di fianco. L’area di fianco è particolarmente importante e in effetti l’assenso dell’Amministrazione, per una serie di ragioni, a questo piano di recupero parte dal fatto di riqualificare e se posso dire anche rivitalizzare quell’asse del nostro centro storico che è esattamente a 400 metri da piazza Cavalli. Quello è il viale d’accesso alla città per chi proviene da nord. E’ evidente che è in questo quadro che va pensato anche il piano di recupero che oggi presentiamo. L’Amministrazione di per sé stessa ha già in programma la riqualificazione di quell’area di viale Risorgimento per quanto riguarda il rifacimento dei marciapiedi, ecc. Quindi, sostanzialmente, è un pezzo di un programma di rivitalizzazione e riqualificazione dell’area. Queste sono le due aree in particolare su cui bisogna ragionare in prospettiva. Qui ci sono una serie di immagini delle pre-esistenze, prima della demolizione del 1980: c’erano fabbricati e capannoni artigianali in quella zona. Questo è la presenza di oggi, che ben conosciamo.

Qui c’è la dimostrazione di uno dei due punti dal punto di vista urbanistico relativamente ai volumi. Abbiamo visto che la norma diceva: "Mantenimento della sagoma e dei volumi". I volumi del nuovo fabbricato, come vedete, sono alla fine suddivisi piano per piano, ecc.; danno questo totale che è inferiore di 4.286 metri cubi ai volumi esistenti. Sagoma, altezze rimangono identiche, ma poi…

- Interruzione –

Queste sono le tabelle delle unità abitative di progetto. Tenete presente che non sono una tavola della legge, nel senso che in questo fabbricato, con la classificazione "tessuto del centro storico", è possibile fare residenza, terziario, uffici. Che siano 29… Il progetto che avete visto allegato alle tavole ragiona su quello: potrebbero essere meno residenza e più uffici, quindi va inteso anche in quel senso?

Questa è la lettera con cui la Soprintendenza archeologica autorizza il progetto per come ve lo sto illustrando e per come l’ho illustrato in Commissione. Soprintendenza archeologica che si è espressa per i ritrovamenti presenti, che sono diventati uno degli elementi di discussione – ho visto – in queste settimane. Sostanzialmente, la Soprintendenza archeologica autorizza questo progetto riservandosi, come solitamente fa, la valutazione in corso d’opera di quelli che sono i reperti che saranno rinvenuti.

Questa è un’altra dichiarazione importante, perché una delle opportunità per l’Amministrazione, ma direi anche per quella zona del centro storico, è rappresentata dal piano di parcheggi interrati che la proprietà cede al Comune. E’ un piano di parcheggi che saranno probabilmente gestiti a rotazione in un asse storicamente scoperto (la zona nord) di posti auto. Credo che sia una cosa di particolare interesse, prova ne sia che anche recentemente un’associazione di categoria si è espressa proprio per questo motivo in maniera favorevole. E non è ad uso farlo.

Questa dichiarazione dei Vigili del Fuoco è importante perché autorizza e, di fatto, dice la conformità di quel progetto per quel piano di parcheggi interrato che sarà ceduto al Comune.

- Interruzione –

Sono 50 in questa fase. Poi potrebbero aumentare, ma sono legati a ciò che dirà la Soprintendenza archeologica e quindi a ciò che si farà del… Lo vediamo meglio successivamente.

Il progetto, pur riguardando un edificio non vincolato, perché questo di cui stiamo parlando è un edificio non vincolato, è stato oggetto di un confronto fra la proprietà, l’Amministrazione comunale e la Soprintendenza, proprio perché una delle valutazioni che andavano fatte era, ovviamente, quello di valutare la compatibilità di un nuovo immobile in quel contesto. La presenza di Palazzo Farnese è dominante e ovviamente i progettisti, insieme ai tecnici comunali, hanno avuto diversi incontri con la Sovrintendenza, che ha contribuito in alcune parti – che poi strada facendo vedremo anche meglio dove sono – a rendere compatibili il progetto che vedrete con quel contesto.

Io non leggo tutti i punti delle slide perché credo che ognuno di voi riesca a leggerli. La Sovrintendenza, in particolare, è intervenuta nel proporre quell’involucro di cotto – che poi vedrete – che circonda il fabbricato, che la Sovrintendenza desidera cromaticamente simile a quelle che sono le caratteristiche costruttive di Palazzo Farnese. E’ intervenuta nel definire il colore del portale che - poi vedremo –avvolge tutto questo fabbricato, e ha detto la sua anche sulla parte riguardante via X Giugno, che nel progetto cambia completamente registro e tende a recuperare quelli che sono i fabbricati della zona di via X Giugno. Il progetto è stato presentato alla Commissione Edilizia, anzi alla Commissione di Qualità Architettonica, come è giusto chiamarla oggi, che ha espresso parere favorevole all’unanimità.

Qui ci sono alcuni dettagli progettuali, tecnici, di quello che è il famoso involucro di cotto e di come viene realizzato e posato. Poi vedremo che è un sistema che di fatto crea uno schermo sul fabbricato. Infatti, il fabbricato adotta un sistema a doppia facciata, con un filtro esterno sovrapposto alla facciata funzionale interna, un guscio trasparente di terra cotta che avvolge l’intero edificio. Questi sono alcuni dettagli per farvi comprendere un pochino l’immobile.

Di fatto, l’obiettivo è quello di realizzare in quella zona un edificio neutro rispetto al contesto in cui operiamo, neutro nel senso che tende a evidenziare quello che è il vero pregio architettonico della zona, che è appunto Palazzo Farnese.

Qui entriamo più nel dettaglio di altri aspetti urbanistici, quelli relativi alla sagoma, le volumetrie, e le vediamo in sezione. Questo è lo stato di fatto. Queste sono le sovrapposizioni della sagoma del fabbricato nuovo rispetto a quello esistente. Sostanzialmente, nel piano terra e nel primo piano rimane identica, dal piano secondo in avanti le parti evidenziate con questo colorino giallo servono a far comprendere come si perdono volumi, si restringe la manica del fabbricato. Questo lo vedete nei piani successivi, con l’area a terrazzo all’ultimo piano.

Queste sono le piante sezioni. Il fabbricato all’interno avrà un’area verde che sfrutta anche il restringimento della manica del fabbricato, con perdita di volumi, come vi dicevo.

Qui siamo alla zona parcheggi. Questo in particolare è il secondo piano interrato.

Questa è la zona dei reperti. In questa ipotesi, i reperti vengono mantenuti. L’idea è quella di valorizzarli con una vetrata che tenda ad evidenziarli, però sarà la Sovrintendenza archeologica che si pronuncerà con la parola definitiva, come solitamente accade in queste occasioni. In questa ipotesi ci sono i 50 posti a rotazione di cui vi parlavo all’inizio.

Questo è l’altro piano di parcheggi: sono 60 perché non esiste il tema dei reperti. Queste sono le piante dei vari piani del fabbricato.

Adesso vediamo un attimo il raffronto volumetrico tra lo stato di fatto e il progetto, in particolare il tema delle altezze che il consigliere D’Amo richiedeva prima. Questo è il fabbricato esistente. Qui comincia ad emergere una prima bozza del fabbricato nuovo. Le altezze sono identiche. Questi sono alcuni sguardi attraverso i plastici che sono stati realizzati, che tendono a inquadrare il nuovo fabbricato. Sulla sinistra vedete il fabbricato esistente, sulla destra il nuovo fabbricato.

Ora vediamo un attimo la valutazione dell’impatto ambientale. Dopo aver esaminato le parti più propriamente urbanistiche e progettuali, è evidente che in quella zona qualunque cosa venga realizzata deve avere un suo rapporto con il contesto circostante. Qui ci sono alcune immagini che servono a far comprendere l’esito e l’effetto finale del progetto. Questa è un’immagine lungo viale Risorgimento e questo è il nuovo fabbricato.

Qui abbiamo altre immagini prese da altre angolazioni. Qui siamo su via Campo della Fiera, fabbricato esistente e nuovo fabbricato. Vedete il guscio di terracotta. Questo è il famoso portale di colore grigio tortora che la Sovrintendenza ha richiesto anche dal punto di vista cromatico per richiamare il cromatismo di Palazzo Farnese. Poi vedremo meglio. Queste sono altre inquadrature e questa è l’inquadratura forse più…

- Interruzione –

Questo è l’effetto su via X Giugno. Il progetto cambia definitivamente. Vedo Tassi preso da ilarità: poi mi spiegherà…

- Interruzione –

Qui siamo su via X Giugno e l’impostazione del progetto cambia radicalmente, perché la facciata, come vedete, tende a richiamare quelle che sono le case lungo via X Giugno. Questa è la versione finale del progetto. Con l’immagine successiva vedrete l’intervento anche su questa parte che la Sovrintendenza ha fatto in quel confronto con i progettisti, perché inizialmente il fabbricato era così: il portale aveva un colore più chiaro e su via X Giugno non esisteva questa fila di finestre che è stata realizzata, c’era questa cornice. L’effetto finale invece è questo, che tende a richiamare la fila di case di via X Giugno, con le loro caratteristiche.

Queste sono alcune immagini del fabbricato. Questa è una veduta da viale Risorgimento. Questa via Campo della Fiera, viale Risorgimento, e questo è l’effetto finale su via X Giugno. Sostanzialmente, fino a qui è l’intervento di recupero, da qui in avanti sono le case esistenti lungo via X Giugno.

Ora vediamo un attimo i punti di forza che ho provato a riassumere e che fanno sì che come Amministrazione veniamo a proporre in maniera convinta questo piano di recupero in variante. Il punto fondamentale è quello relativo all’inizio di un processo che ci auguriamo si inneschi per il recupero e la rivitalizzazione di quell’asse di viale Risorgimento.

Il progetto si inserisce in maniera consona, neutra, rispetto a quel contesto architettonico. I volumi sono molto sobri e contenuti. L’abbattimento dell’attuale fabbricato, perché è prevista la demolizione e ricostruzione, quindi c’è l’abbattimento del fabbricato esistente che aveva sempre fatto discutere. Vengono realizzati 110 posti auto, di cui 50 sono quelli ceduti al Comune, la realizzazione di servizi a terziario che potenzialmente possono anche essere a supporto della zona museale di Palazzo Farnese.

Quindi, sostanzialmente, i punti di forza che l’Amministrazione ha intravisto nel recupero di questo fabbricato sono riassunti in quest’ultima slide.

Io sono che anche in Commissione si è affrontato un altro tema, che è quello non tanto dell’edificio pubblico, come ho letto sui giornali, che queste sono attrezzature urbano-territoriali, ma si è affrontato il tema degli spazi scolastici, in particolare delle palestre. Purtroppo, questo è un tema con cui ci si confronta in tante occasioni, ed è un tema con cui gli enti locali, nelle condizioni in cui si trovano, hanno a che fare negli ultimi decenni, perché le risorse sono sempre calanti. Perché chi ha letto la pratica ha letto il costo dell’immobile, ha letto la quota di mutuo che la proprietà si è accollata e su cui paga regolarmente gli interessi, e di fatto ognuno può dedurre il costo potenzialmente congruo di acquisto di un immobile come questo, che dovrebbe essere recuperato e riutilizzato, perché è un immobile strutturato in maniera tale che consente poche modifiche banali per un riutilizzo in altre funzioni.

Nell’interno degli indirizzi del PSC si era parlato di utilizzare l’occasione delle aree militari nel comparto a nord, se vi ricordate, anche per il polo scolastico. Perché questo? Perché i problemi di quel polo scolastico, a mio parere, bisognerebbe provare a risolverli in maniera strutturale e non mettendo di volta in volta pezze che in questo caso sarebbero di onere elevatissimo per la Pubblica Amministrazione.

Nei giorni scorsi ho letto un batti e ribatti tra l’attuale e l’ex Presidente della Provincia. Comprendo entrambe le posizioni. Il problema vero credo che sia da ricondurre a quello che dicevo all’inizio: le condizioni economiche degli enti locali non sono tali da consentire interventi di questo tipo che prevedono costi di acquisto elevati, perché l’immobile attualmente è privato…

- Interruzione –

Quindi, pur avendo, anche come Amministrazione, esaminato la possibilità, la conclusione ne è stata che gli oneri sono tali. E purtroppo questo accade anche in altre situazioni. E’ per quello che l’operazione "aree militari" potrebbe consentire in maniera strutturale, definitiva ed ex novo, di tener conto dello sviluppo del polo scolastico in quel comparto.

Io per adesso mi fermo qui. Credo di essere stato abbastanza chiaro sui problemi, ma aspetto la discussione.

 

CONSIGLIERE POLLASTRI ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )

Per manifestare qualche riflessione, ma anche qualche punto un po’ dubbio che mi vede, ma penso sarà poi il filo conduttore anche di altri interventi, che ci vede sempre un attimo preoccupati nel metodo e nell’agire dell’Amministrazione quando si parla di varianti di questo tipo, varianti al piano regolatore.

Questa pratica in effetti parte da lontano, una pratica che nasce storicamente dai tempi dell’Amministrazione Pareti. Non ricostruisco tutta la storia, ma vi furono diverse spaccature allora in seno alla coalizione e alla forza politica che portava avanti questa pratica. Una considerazione di carattere generale, su cui magari il Sindaco… Perché cercherei un attimo di volare un po’ più alto sulla questione… E’ tutta la politica che il governo locale ha rispetto all’ENEL e rispetto a tante questioni, quale ad esempio il palazzo dell’ASL, quello di via S. Franca, quello di viale Milano e ora questo, è stata oggetto di gestione, di trattativa in tutti questi anni. Cioè, la domanda di fondo è questa: l’ENEL in generale ha avuto molto dalla nostra città, però sembra che… Ecco, il collega Mazza mi suggerisce "ha avuto tutto". E anche oggi la pratica che viene qui in Consiglio comunale ci lascia perplessi, ci lascia anche delle domande di fondo. Un privato che fa un investimento così ingente, da 10 milioni di euro, su un’operazione che Lei difende sotto il profilo tecnico e urbanistico, abbiamo visto tante belle slides, tanti bei disegni colorati, ma la critica che posso svolgere io su questo, il problema, come dite, che non vi era altra alternativa, quindi non si poteva in origine trovare una destinazione più pubblicistica a favore delle attività scolastiche che lì insistono vicino all’ex palazzo Enel.

Ma quello con cui fondamentalmente Lei difende la validità di questa pratica è il discorso: "Il Comune ci guadagna un po’ di parcheggi". Questa è stata una sua citazione durante la relazione, peraltro molto chiara ed esaustiva…

- Interruzione –

Cioè, continuare a dirci in Commissione e qui che ci guadagniamo dei posti auto che poi saranno gestiti, ma la verità – ed è qui la critica politica – non usatela come scusa, perché siete in stra-ritardo sul piano parcheggi di via Cittadella. Quindi io sentito dire da Lei in Commissione e anche qui che uno dei vantaggi potrebbe essere questo, ma qui posso contro-obiettare, ma poi mi dirà Lei in sede di replica, che per qualche posto auto in più lì potevano esserci già quelli in piazza Cittadella. Tassi dice mille, adesso non voglio quantificare, però è un po’ una forzatura difendere la validità come uno dei motivi.

L’altra questione, quella dei famosi resti dell’Anfiteatro, ci sono anche delle riserve su questo, ci sono delle riserve che speriamo vengano poi nel tempo fugate. Perché anche quella lettera che Lei citava non è completamente liberatoria ed esaustiva della questione, cioè la lascia parzialmente in piedi, mi sembra di aver colto, perché bisognerà successivamente fare ulteriori verifiche.

Poi ci sono altri punti oscuri circa i vincoli, circa altre questioni che ci preoccupano nell’impianto complessivo di questi interventi che voi fate in variante.

Poi non mi sembra, e questo è un giudizio poi personale, le prime due erano due considerazioni più politiche, questa è una considerazione un po’ più personale, non mi sembra vi sia un grande cambiamento ad occhio, un grande stravolgimento o miglioramento della situazione.

Quindi, questi dubbi che mi sembra lecito avere e dover anche pubblicamente esprimere soprattutto per la zona in cui questo intervento insiste, signor Vice Sindaco, lascio al dibattito queste riflessioni e queste grosse perplessità, che comunque poi saranno i colleghi del nostro gruppo a valutare in sede di votazione finale. Grazie.

 

CONSIGLIERE MAZZA ( GRUPPO MISTO )

Io sono contento di ricevere dal collega Pollastri "lascio al dibattito…". – Interruzione –

Io ho molti dubbi, ma penso di avere anche qualche certezza su questo piano.

Voglio fare una premessa. Io mi sono preparato diversi fogli, perché è una pratica delicata, una pratica complessa, secondo me non così semplice come ha cercato di illustrare il vice sindaco, perché ha tutta una storia questa pratica, ha tutta una storia che oggi si proietta lì. Perché poi sentire dire che - io non me ne intendo molto sul piano urbanistico – quella facciata si sposta, sul piano urbanistico, con il Palazzo Farnese, mi sembra un’idea del tutto soggettiva, una riflessione soggettiva, e molto probabilmente anche della Commissione Qualità Architettonica che l’ha avallata all’unanimità, peraltro. Insomma, questa Commissione l’abbiamo eletta, dobbiamo rispettarne anche le riflessioni e le decisioni.

Io voglio partire un po’ da lontano, perché per arrivare a dare un giudizio su questa pratica, secondo me bisogna fare qualche passo indietro, e principalmente il passo indietro bisogna farlo riferendosi al piano regolatore generale, quando negli indirizzi di questo piano per la redazione del nuovo piano regolatore generale che oggi vige, si sottolineava che il completamento del centro storico dovrà essere uno dei principali obiettivi del nuovo piano regolatore generale. E’ sempre stato così, dato la delicatezza della posizione territoriale. "Obiettivi che ne prevederanno direttamente la specifica disciplina senza, quindi, il rinvio ad altri strumenti urbanistici di dettaglio. L’ormai obsoleta normativa elaborata nel ’75 – che era quella di Vittorini, se non ricordo male – dovrà essere profondamente aggiornata secondo i principi fondamentali finalizzati alla definizione di una normativa semplice e chiara per quanto riguarda le destinazioni d’uso previste, recuperando appieno la funzione fondamentale di polo di cultura e quella dell’integrazione completa della città nei suoi aspetti storici".

Da questa riflessione cosa nasce? Non è stata fatta così. La riflessione era degli estensori del piano, i quali partivano da queste considerazioni per giungere alla decisione di classificare nel piano regolatore generale l’edificio ex Enel, di cui oggi parliamo, a servizi urbani territoriali e sedi amministrative. Questo era un po’ la filosofia del piano degli estensori.

Oggi, a pochi anni di distanza, perché sono passati otto o nove anni per un PRG, si parla di pochi perché è ancora un piano giovane, questa filosofia è stata un attimino dimenticata e ci troviamo oggi una delibera che va, secondo me, nella direzione opposta. Ed è proprio per questo che secondo me è meglio inquadrare anche un percorso amministrativo che ha una sua storia. Ha una sua storia importante da ricordare perché? Alcune considerazioni relative agli anni in cui viene portato questo problema (risaliamo al 1978), secondo me risolto nel peggiore modo che si poteva risolvere. Non sono colpe di Reggi o di Cacciatore, sono atti amministrativi presi da quell’Amministrazione Sindaco Trabacchi e Assessore all’Urbanistica Stefano Pareti.

Sono importanti le due cose, una ai fini di farvi vedere come si lavorava quando si voleva arrivare a un risultato, l’altro ha qualche punta di malizia in più che io non ritengo di sottolineare.

Siamo nel ’78. Il Consiglio comunale, nel febbraio di quell’anno, delibera quattro varianti all’allora vigente piano regolatore. Tra queste, la n. 2 prevedeva la modifica di destinazione degli immobili di proprietà Enel, classificati dall’allora vigente piano regolatore "zona di particolare valore storico, artistico e ambientale" a "zona di valore ambientale". Significativa diventa l’ordinanza alla quale ancora c’era la SE.DE.CO. Per fortuna qualche filtro c’era: la SE.DE.CO, la CO.RE.CO. Per chi non lo sa, la SE.DE.CO. era la Sezione Decentrata di Controllo che faceva capo, invece, alla CO.RE.CO., che era il Comitato Regionale di Controllo. Oggi qui di filtri, con le innovazioni, non ce ne sono più, ma dobbiamo lavorare con questo, quindi quello che vige è rispettabile.

Chiede dei chiarimenti e cosa fa? Vi leggo solo le tre o quattro righe. Dice: "Viene proposta la modifica dell’atto consiliare del ’75, che risulta oggi solo adottato dall’organo di amministrazione… tutt’ora all’approvazione del competente organo regionale. E dice: "Osservato che non è possibile procedere alla variazione un provvedimento nel quale da un lato sono comprese varianti ed un piano approvato (quindi perfetto), dall’altra una variante di un piano solo adottato" e quindi, ovviamente, ancora una parte…

- Interruzione –

E dice: "Per cui, quest’ultimo non potrebbe ottenere l’approvazione regionale". Cosa dice? E’ un procedimento solo di adozione e non di approvazione, quindi molto probabilmente il Comitato Regionale di Controllo te l’annulla: gli dà un avviso. E decide di chiedere chiarimenti in ordine alla 2 e addirittura di cassare la 4. Ma non mi interessa perché non è oggetto di discussione.

Poi ancora più originale è stato il percorso successivo, cioè la revoca parziale della delibera che vi avevo letto del Consiglio comunale del febbraio ’78, che a mio avviso dimostra chiaramente come gli interessi dell’Enel… Andrea Pollastri diceva: "Ha avuto molto". Ha avuto tutto, basta guardarsi attorno! E chi non riesce a guardarsi attorno ora, basta che si guardi attorno nel percorso storico. Infatti, tutti questi interessi dell’Enel si andavano sicuramente a collocare un gradino più alto rispetto a quelli della città, perché addirittura con una delibera della Giunta… Molto probabilmente, devo dire che Reggi non riesce a fare peggio, anche perché sono cambiate le normative. Con una delibera di Giunta si approva una variante, dopo 60 giorni quella variante andava ovviamente trasformata, e il Consiglio comunale la trasforma, tutti d’accordo e nessuno parla. Perché proprio si sono succeduti incontri coi rappresentanti Enel ed è emersa – lo dicono i tecnici del Comune di allora – la necessità assoluta di poter operare predisponendo impianti tecnologici, la cui struttura ben difficilmente avrebbe potuto essere predisposta nei limiti derivanti dalla classificazione degli immobili oggetto di variante con la qualifica di valori ambientali. E’ ovvio. E allora sulla base di questo, siccome c’era interesse da parte dell’Enel ad avere un apparato tecnologico, viene preso dalla Giunta con i poteri del Consiglio e si trasforma questa in zona di servizi tecnologici, adottandola questa…

- Interruzione –

Te la dice lunga. Questo non cambia il valore del mio ragionamento, perché partiva da quella filosofia del piano vecchio.

- Interruzione –

C’è stato il parere di legittimità. Sì, ma te la dice lunga lo stesso sul piano dell’intervento. Poi dici: "E’ tutto legittimo". E’ come oggi, sarà legittima, la vostra decisione sarà legittima. Secondo me, è illegittima sul piano…, poi ti spiegherò le motivazioni, però molto probabilmente sarà tutto legittimo: fino a quando nessuno l’impugna, qui è tutto legittimo. Quindi qui si è ritenuto di accogliere le osservazioni dell’Urbanistica per andare in questa direzione. Quindi si approva il problema di trasformazione della variante in servizi tecnologici tutti a favore dell’Enel e non si parla.

Qui voglio dare anche un’informazione all’arch. Fumi, che vedo che è talmente interessato che molto probabilmente non gliene frega più di nulla, anche perché è stato quello che in sede di discussione in Commissione ha posto più dubbi e più domande. Adesso non c’è: molto probabilmente l’avete già convinto. L’arch. Fumi chiedeva: "Ma allora, come furono gli oneri?". Gli oneri, arch. Fumi, siccome questo era un discorso pubblico, andava nell’interesse pubblico, era una concessione gratuita. Ho qui il modello della divisione urbanistica, la concessione firmata dall’allora assessore, dove gli è stato riconosciuto, l’art. 9 della legge 10/77, una concessione gratuita. Anche perché basta ragionare un po’! Siamo in un quadro, in un asse importantissimo di fronte al Palazzo Farnese, e questo costituisce un atto propedeutico a ciò che succederà dopo. Dopo, lì c’è una bella area, doppia, tripla, di questo che molto probabilmente, una volta passato questo, passa anche l’altro.

Non farti dire quello che D’Amo ha detto, ieri o ieri l’altro, all’assessore Freda!

- Interruzione –

Modulo C) per concessioni gratuite. Molto probabilmente avrà pagato degli oneri, ma avrà avuto un’agevolazione. La parola "concessione gratuita", … poi dall’art. 9, molto probabilmente avrà un suo valore! Sicuramente, in nome dell’interesse pubblico che si rivestiva la pratica, qualche agevolazione ce l’ha avuta. O no?

- Interruzione –

Va bene, lui dice che non ha avuto nessun favore. Niente! Però lì volevo soffermarmi un attimo su questo discorso. Voi avete un piano strutturale comunale che sta venendo alla luce. Ma non potevate aspettare qualche mese all’approvazione, in modo che poi, una volta approvato il piano strutturale comunale, non c’era bisogno manco della variante, e allora tutto l’asse aveva, dal vostro punto di vista, una sua proiezione, sul piano urbanistico aveva una sua logica, logica condivisibile o meno, che andava in quella direzione. No, voi volete sempre anticipare i tempi! E io sono malizioso: sono convinto che avete anticipato i tempi, andando al di fuori della legge, dal mio punto di vista, anche per favorire una situazione che verrà dopo.

La società immobiliare cosa fa? Acquista l’atto, poi fa la domanda per un parere preliminare preventivo, nel giro di qualche mese. Qualcuno può anche pensare: "Ma come? Io compro un immobile che costa un occhio della testa, dopo sei mesi faccio la domanda, chiedo un parere preliminare preventivo…". Io, questo, l’ho cercato: agli atti non l’ho visto. Non sto facendo osservazione che manca qualche documento, ci mancherebbe! Quindi, l’acquista il 28 settembre, il 14.4. fa questa domanda. Sono sei mesi, circa cinque, non lo so. Io, prima di spendere 10 miliardi circa su un immobile, o ho la certezza che possa avere uno sbocco futuro, oppure un investimento del genere - pardon, 10 milioni di euro, corrispondenti a 20 miliardi – farei qualche riflessione in più. Molto probabilmente era convinto che questa variante passasse tranquillamente. Beato lui, buona fede lui, buona fede il Consiglio! Poi dice: "Mi impegno irrevocabilmente a cedere in proprietà al Comune di Piacenza a titolo gratuito il secondo piano interrato del citato complesso". Grazie, ci credo, guardate l’intervento: 29 unità, 101 di cui 50 o meno, la zona, ecc.: uno sforzo enorme.

Arriviamo al marzo. Il signor Tirelli, che penso sia l’amministratore unico, presenta al Comune un piano di recupero in variante al PRG, chiedendo di destinare l’area degli immobili in questione a tessuto del centro storico, così come previsto dagli artt. 18 e seguenti delle norme tecniche di attuazione. I tecnici come Cisini capiscono, gli altri spero si siano andati a vedere le norme tecniche di attuazione, che vanno dal 18, 19 e fuori il 20, con un intervento di ristrutturazione edilizia, previsto all’art. 20.04.04 delle norme tecniche di applicazione, mantenendosi la sagoma esistente un decremento del volume. Cosa che ha spiegato bene il vice sindaco. Infatti, per le unità edilizie di recente formazione, individuate con campitura azzurra rigata nelle tavole P3, sono ammessi gli interventi di cui all’art. 31, lett. B, C, D. E qui è la "D" perché sono interventi di ristrutturazione edilizia. Ma qui dobbiamo sottolineare che siamo sempre nel campo dei criteri generali di intervento per il tessuto del centro storico, non siamo fuori.

Allora, prima di esaminare questa richiesta, secondo me occorre richiamare le norme urbanistiche regionali che consentono l’adozione di un piano di recupero in variante. Il Comune di Piacenza – lo dicevo già prima – non ha ancora adottato la strumentazione urbanistica prevista dalla legge regionale 20/2000. Qua abbiamo sempre parlato di questa normativa dettata dall’art. 41, comma 2, lett. A, citata nel provvedimento, che consente che i Comuni, sino all’approvazione del piano strutturale comunale o del POC, ecc., possano adottare ed approvare i piani attuativi dei piani regolatori anche in variante, di cui all’art. 3 della legge regionale 8.11.88 n. 46. Lo so, citate proprio questa legge, che questa disposizione esclude che sia consentito variare la disciplina particolareggiata dei centri storici dei Comuni, come non si può modificare tale disciplina particolareggiata con le varianti minori al piano regolatore generale, che è il comma 2 della lettera B. Quest’ultima disposizione non riguarda la fattispecie oggi, però è necessario metterla in rilievo perché se non è permesso con le varianti minori, figuriamoci con quelle maggiori! Il Comune ha dettato, nel suo piano regolatore generale, una disciplina particolareggiata che – dicevo – va… art. 18, 19 e 20. Dopo di che, si ferma.

Il Comune, alla domanda di Tirelli, amministratore unico, afferma che la proposta di piano di recupero in variante non inerisce la disciplina particolareggiata del centro storico. Ma come si fa…? E’ la stessa tavola! Allora, la classificazione del PRG – dice sempre la relazione – se l’andiamo a vedere nella relazione descrittiva a pag. 2, anche se qui molto probabilmente la pratica fa un po’ di confusione… Andatela a vedere! A pag. 2, nello schema di delibera si afferma che la disciplina particolareggiata del centro storico classifica il fabbricato interessato dal piano di recupero come edificio di recente formazione, per poi, sempre a pag. 3 dello schema di delibera, escludere che la proposta di variante inerisca alla disciplina particolareggiata del centro storico. Qui molto probabilmente è un errore confusionale, secondo me.

La classificazione degli strumenti urbanistici è la nozione fondamentale contenuta in questa pratica. Allora, gli edifici del comparto sono classificati dal piano regolatore come servizi urbani territoriali, con destinazione specifica "sedi amministrative". E’ l’art. 40.17, se non sbaglio. La disciplina particolareggiata del centro storico classifica il fabbricato "edifici di recente formazione", consentendo quindi gli interventi di cui alle lett. A, B, C, D, dell’art. 31 della legge 457/78. Ed è qui l’inghippo. Quella unità edilizia non è mica collocata lì, è collocata da un’altra parte! L’intendete collocare lì facendo una variante che non vi è permessa, per poi poter procedere con la lett. D della legge e fare la ristrutturazione edilizia. Ma non è lì, è da un’altra parte! Camuffate il passaggio perché poi quando l’avete nel centro storico, utilizzate questo articolo, punto D. Ma non potete farla, ve l’ho spiegato! Non potete fare questa variante! Secondo me la fate contro le disposizioni legislative urbanistiche. Poi fatela pure, non è un problema! Se avete 21 mani, come avrete sicuramente perché questa pratica non so chi l’ha letta o almeno chi l’ha studiata, molto probabilmente avete il diritto di poterlo fare.

Quando voi dite in quella relazione, che penso sia la relazione descrittiva del tecnico incarica, dite che la proposta di piano di recupero in variante non inerisce la disciplina particolareggiata del centro storico, ma la classificazione del piano regolatore generale. Allora io, siccome non capivo che cosa volesse dire la classificazione del piano regolatore, sono andato alla ricerca di qualcosa che mi aiutasse. Ho trovato che cosa si intende per disciplina particolareggiata di un centro storico: "Secondo le disposizioni della legge regionale utilizzata in sede di stesura del vigente piano regolatore generale", ha attinto lì, cioè la legge regionale 47 del ’78. La risposta a questo quesito che io non avevo capito, ho cercato di capire, l’ho trovata nell’art. 36 di questa legge regionale, che riguarda le zone territoriali omogenee a zona del centro storico. Allora proprio non ce la fate! E la zona territoriale del centro storico che non interessa. E afferma, e questo è sostanziale, che la disciplina particolareggiata si riferisce ad unità minime di intervento ed è articolata…, lo dice la legge, le indicazioni di detto articolo e individuate graficamente ancora che per ogni unità di intervento va prevista la destinazione d’uso. E’ facilmente desumibile che questi due concetti della classificazione indicato per ogni unità e la destinazione non possono separarsi: devono viaggiare perché uno è complemento dell’altro. Quindi non potete fare questa affermazione, che secondo me è affermazione giuridicamente e, a mio avviso, è completamente priva di qualsiasi fondamento giuridico.

Da ultimo, qualche osservazione di carattere tecnico, che molto probabilmente per limiti miei, solo per limiti miei, non sono riuscito ad afferrare, né guardando la pratica per quel che sono stato capace, né guardando gli elaborati tecnici e tanto meno stando attento alla descrizione degli slides che il vice sindaco gentilmente ci ha fatto vedere. Si afferma che l’intervento consentito sarà la ristrutturazione edilizia: questo è un concetto chiaro. Ma siamo proprio certi che l’intervento proposto corrisponda alla definizione di ristrutturazione edilizia, così come previsto nell’articolo 51 del regolamento edilizio comunale? Dove al 3° comma di questo articolo si dispone espressamente questo: "Affinché un intervento edilizio possa essere ricompreso nella ristrutturazione edilizia, occorre che l’organismo edilizio sul quale si svolgono gli interventi rimanga alla fine il medesimo per forma, volume, sagome e ubicazione. Ancora. La definizione di "sagoma", sempre regolamento edilizio art. 33, se non sbaglio il riferimento, dice: "La definizione di sagoma è riconducibile a quanto previsto…, sì, all’art. 33 del vigente regolamento edilizio comunale". Anche questo mi sfugge, sempre per limiti miei. Allora io ti dico, vice sindaco: ma se Tu allegavi una assonometria a questa pratica, cioè la rappresentazione prospettica dell’edificio, molto probabilmente avrebbe reso più facile la lettura.

- Interruzione –

L’assonometria non l’ho trovata. Io ho imparato a capire qualcosa dell’assonometria quando abbiamo parlato in quest’aula di via Venturini. Addirittura ne avevo fatte fare cinquanta per distribuirle. Molto probabilmente…

- Interruzione –

Tu le hai? Me le ricordo, ma faccio per equiparare i due concetti. Molto probabilmente, salvo qualche lodevole eccezione, qualcuno l’ha presa e se l’è buttata via. Non gli è venuta neanche la tentazione di dire: "Cos’è?". Assonometria: io sono andato a cercare sul vocabolario, ho cercato di farmi spiegare tecnicamente. Da lì si vedeva addirittura… Spero che non sia la stessa cosa. Siccome non mi fido di voi, con molta onestà, molto probabilmente via Venturini non era su quella prospettiva di…, non era sicuramente uguale, una assonometria completamente diversa.

- Interruzione –

Le ho viste, Francesco, quelle sovrapposizioni, ma non rendono l’idea per uno che molto probabilmente capisce poco di urbanistica, di ristrutturazione. A me non ha dato l’idea esatta.

Infine, una sottolineatura politica. La voglio dire perché ce l’ho sul gozzo. Io non ho condiviso e addirittura mi ha anche un po’ infastidito, ma questo…, molto probabilmente infastidiscono anche i miei interventi, quindi cerco di farlo con molto garbo perché è una persona che conosco e quindi una critica molto garbata. Nella discussione di questa pratica alla Circoscrizione 1, il Presidente della Circoscrizione stessa ha ritenuto di astenersi dal voto, giustificando la sua astensione con la carica che ricopre. E sin qui non ho nulla da dire, ci può anche stare. Però poi sul giornale, virgolettata, arriva un’affermazione che ha queste caratteristiche: "Tanto il progetto è ormai è avviato e approvato". Avviato sì, perché se si è messo in moto, è andato alla Circoscrizione. Approvato no, perché non l’abbiamo ancora approvato adesso.

Secondo me, queste considerazioni che poi si … anche, quindi ho ritenuto di mantenere un atteggiamento costruttivo di collaborazione. Non lo so, dal punto di vista politico sono rimasto stordito quando le ho lette. Infatti le ho lette due volte perché ho detto: "Non avrò capito".

Io capisco l’atteggiamento costruttivo e di collaborazione quando tutto è avviato e deciso, ma quando siamo in fase di decisione, secondo me bisogna ricordarsi due cose. La prima, quando si va avanti così, chi ha determinato le elezioni del Presidente di Circoscrizione 1, che non stona mai ricordarlo. Secondo: il problema è tutto un altro. Le pratiche hanno due possibilità, da chi le vuole commentare, da chi soprattutto deve poi alzare la mano, abbassarla o meno: o si leggono o non si leggono. Quando non si leggono, l’unica cosa corretta, l’unica cosa che non bisognerebbe mai fare e che bisognerebbe fare invece quando si leggono, è star zitti. Perché il silenzio in queste cose vale oro! Perché c’è gente, bene o male… Io, su questa pratica, pur con tutti i miei errori, pur con tutte le mie discussioni, le mie convinzioni, che potranno essere smentite o meno, ho cercato di fare il possibile. Ma non tanto per impedire a qualcuno di costruire o non costruire! E’ la storia del solito pastore: prima via Venturini, poi via Garibaldi oggi. Sarà la solita storia del pastore, ma molto probabilmente queste pratiche, siccome preludono aspetti di carattere anche di interessi diffusi, se non sono equilibrati rispetto agli interessi diffusi del Comune di Piacenza, molto probabilmente creano e fanno creare in me – non so negli altri – certi dubbi, perché riprendendo la mia prima difficoltà…

- Interruzione -

Nel senso di: abbiamo un piano strutturale comunale che è alle porte ormai, perché adesso poi arriverà anche, perché stiamo spendendo soldi, abbiamo dato, perché lo pago anch’io, un incarico lauto a qualcuno che voi conoscete, ci abbiamo dato un ufficio, gli abbiamo dati dei segretari, dei collaboratori, non tanti per la verità (riconosciamo anche questo), se si aspettava di inquadrare questa pratica nel quadro del piano strutturale comunale, non ne usciva una pratica più felice, almeno dal punto di vista della lettura giuridica? Non l’avete voluto fare e ulteriore malizia mi viene. Mi assumo un’ulteriore malizia perché dico: se si aspettava un po’, molto probabilmente è che ci sono delle pressioni che secondo me non sono solo della ditta interessata al problema, ma molto probabilmente ritengo che possono essere anche frutto di accordi presi prima. Così la diciamo tutta e non ci pensiamo più.

 

CONSIGLIERE BALLERINI ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )

Intervenire dopo il consigliere Mazza, che attraverso la sua esperienza e la sua caparbietà riesce a fare interventi completi, perché vi assicuro che andare a guardare i quattro faldoni alti qualcosa come 10/15 centimetri l’uno, che contengono tutti gli atti avvenuti dal ’75 all’80 nell’Amministrazione Trabacchi su questa questione, ci vuole passione e ci vuole anche pazienza. Ma soprattutto non si può poi riprendere e ricalcare a piè pari tutti i dati che ha detto poco fa.

Abbiamo ascoltato con attenzione la relazione dell’assessore e abbiamo visto anche quelle che sono tutte le immagini, e nonostante che sia stata una relazione abbondante e anche completa come dati, ecc., non mi è comunque convincente: io mantengo quella che è la posizione che ho avuto anche in Commissione e che già l’assessore ha accennato nel suo intervento. Quindi io gli riconosco abbondanza di argomenti con le sue immagini e gli riconosco anche una perfetta buona fede nell’esporli. Non mi voglio, però, neanche addentrare in quelli che sono i lati economici oppure del passaggio dei beni, cioè i 50 posti auto che arriveranno al Comune. Tra l’altro, non si sa poi a quale fine e come saranno usati i 60 posti auto che vengono dati ai privati. Non mi perdo anche sugli oneri di urbanizzazione e sul costo di questo fabbricato, che è notevole. Si parla di 20 miliardi di vecchie lire. Per cui, bisogna fare un apprezzamento al privato che è stato coraggioso, perché uno che sbatte 20 miliardi in un investimento, è segno che o è un incosciente o sa già dove vuole andare a parare. Questo è indubbio. Perché altrimenti non credo che uno si butti dalla finestra non sapendo se sotto c’è un materasso.

Io mi limito a sviluppare alcune impressioni personali. Io credo che con questa operazione, con questo piano di recupero della variante del piano regolatore, segna, a mio avviso, un passo negativo per Piacenza, un altro, dopo quelli infelici che possono essere, tanto per dirne qualcuno, via Venturini, via Garibaldi o il futuro palazzo uffici che andrete a fare, o per mettere un dito sulla piaga che a me sta qui, quel palazzo che l’Enel è riuscito ad affibbiare all’Unità Sanitaria Locale a peso d’oro per fare la sede dell’azienda in un posto che veramente non è stato considerata la negatività. Perché se si pensa che per avere una prestazione sanitaria, tutta la provincia deve attraversare la città per andare in piazzale Milano, con problemi enormi di traffico, di parcheggio, di inquinamento…! Adesso c’è il ponte chiuso, va là! Voglio vedere quando c’è il ponte aperto: lì ci sarà il caos. Ma di questo abbiamo già detto. E’ stata una scelta infelice. Io ricordo quella che era la famosa proposta dell’assessore Villa, a suo tempo, del Montecucco a chiavi in mano: sarebbe stata forse una soluzione ideale. Quindi anche questo è un intervento negativo per quello che è la città.

Ritorniamo, quindi, sulle vecchie polemiche, su un’opinione che non è solo mia, ma anche la stessa città l’ha espressa a suo tempo, si era movimentata, perché in effetti andare a fare una bruttura così sotto il palazzo più bello che c’è a Piacenza, quanto meno il più storico, Palazzo Farnese, proprio dove hanno buttato giù Pierluigi, poverino…! C’è un accostamento che stride veramente! Tant’è che il FAI l’ha definito tra i dieci fabbricati peggiori che abbiamo in città.

Ecco, questa forse sarebbe stata, a mio avviso, l’occasione per riparare in parte al danno estetico che l’Amministrazione ha consentito, l’Amministrazione Trabacchi con assessore Pareti. E voi direte: "Come?". La prima cosa che mi viene in mente, secondo un po’ di buonsenso, secondo me andava tenuta in considerazione, primo, l’accostamento con il polo scolastico che abbiamo lì. Ci sono, è inutile negarlo, tre istituti, Liceo Classico, Romagnosi e il Mazzini, che hanno oltre ai problemi di spazio, hanno anche problemi di vivibilità, di mancanza di locali da adibirsi, ad esempio, a palestra, come dicevo, o anche in parte ad aule che consentissero corsi altamente qualificati di informazione, di informatizzazione, di ricerca: cosa indispensabile oggi nel 2010 per il giovani, che oggi escono da lì, da una scuola che è del secolo scorso; escono studenti che seppur bravi, non hanno quella competenza, quella modernità, quell’aggiornamento tecnico che dovrebbero avere, perché non hanno gli spazi. Altrimenti, quello era un fabbricato che andava dimezzato: una parte a palestra, una parte invece di parte tecnica altamente moderna. E l’Amministrazione comunale doveva, a mio avviso, perorare questa causa nei confronti della Provincia per completare un indispensabile complesso.

Si dice che non c’erano soldi. Ho capito, siamo di fronte a strutture pubbliche in cui non è come il privato che mette la mano in tasca e tira fuori i soldi se ce li ha. Nel pubblico si programma e poi si fa l’operazione anche in termini di anni. Dice che è anche difficile trovarsi ‘sti soldi. Ma senza la volontà, io credo che non si può fare. Quindi la pressione è mancata nel Comune nei confronti della Provincia e dell’Amministrazione che c’era prima. E mi chiedo, chiedo alla Giunta: è sicuro, ad esempio, che non ci siano fondi regionali, nazionali, europei, sul completamento di strutture pubbliche, sul completamento per l’istruzione pubblica? Io sono convinto che a livello europeo, a livello nazionale o a livello regionale, ci sono i fondi, proprio per ampliamento alla scuola, per avvantaggiare quello che è la Pubblica Istruzione. Quindi i contributi, secondo me, per l’acquisto si potevano trovare, ma non sono stati fatti gli sforzi, non è stata fatta un’azione nel tempo anche di pressione nei confronti dello stesso Boiardi, che è stata in sostanza l’Amministrazione che pro-tempore ha avuto la possibilità di fare questa operazione. E quindi si è persa, a mio avviso, un’occasione nel non acquistare questa scuola, questo Centro Studi dell’Enel, che poi è lì che diventa vecchio senza essere stato usato. E’ un’occasione che andava a migliorare l’aspetto intellettuale e sociale della città. E’ vero, ci sono di mezzo interessi privati e nessuno lo nega, e credo che si è stati tutti rispettosi nei confronti di questo privato che si è buttato in un’avventura, a mio avviso, temeraria, anche se poi lui avrà avuto le sue certezze. Però vanno tenute in considerazione, secondo me, proprio in questi casi l’interesse pubblico, che è vitale per la città. Quindi, quell’atto che è stato fatto per consentire questa scuola Enel, secondo me fu un atto irresponsabile e non solo, ma anche offensivo nei confronti della storia della nostra città, vicino proprio a ledere un palazzo dei più belli che ci sono a Piacenza.

Tra l’altro non va dimenticato che in quel luogo siamo nel decumano, cioè il vecchio centro della città. In quel punto, proprio lì a 50/100 metri c’era il centro, Foro S. Martino e Foro S. Pietro, dove si incrociavano le vie principali e quindi c’era il centro. Prova ne sia che alcuni anni fa, quando hanno fatto quel lavoro, furono trovati resti di un anfiteatro e altri reperti. Naturalmente, il centro poi si spostò nel 1200 in piazza Cavalli per la nascita della piazza Grande, però là è il centro originale della città. Quindi io credo che bisognerà vigilare, perché la Soprintendenza ha dato il benestare e vigilerà.

Io mi auguro che la Sovrintendenza vigili su quei lavori. Tra l’altro, avranno due piani sotto. Dubito che nel piano attuale ci vengano tutte e due, quindi andranno a scavare ancora. La Sovrintendenza ha detto: "Va bene il lavoro. Noi sovrintenderemo". Stiamo bene! Se sovrintende come piazza Cavalli, dove hanno messo le pietre, adesso sono nere! Io non so, si vede che ci avevano messo prima una sabbiata, perché adesso sono veramente nere. Con la differenza che dicevano a suo tempo che quella era la cava originale delle pietre che erano state messe lì in piazza Cavalli. Quindi io ho paura di questa promessa della Sovrintendenza, perché la Sovrintendenza in piazza Cavalli ha mancato. Se vi ricordate la mattina che noi siamo andati a fare la supervisione, sembrava che le pietre fossero tutte uguali. Ci sono passate due giorni fa, ma avevano il colore del maglione di Galvani! Sono nere rispetto alle altre! Va be’ che se uno non ci guarda, non è amante dell’antichità, cammina e va: l’importante è non inciampare e averle tutte piane. Però veramente stanno male. Io dico: siccome ce ne sono molte rotte che hanno sistemato, potevano sistemare anche le altre senza star lì a cambiarle.

Un’ultima considerazione voglio fare ed è un altro pensiero che ci sarà, assessore, su quei lavori: gli inerti. Perché lì ci sarà la demolizione, ma ce ne sarà molta, quindi quegli inerti che fine faranno? Andranno anche visti, perché speculeranno anche su quelli per riempimenti…! Cosa sarà? Quindi, secondo me, va visto anche il problema della demolizione, proprio nell’interesse anche del nostro territorio.

Pertanto, io non sono riuscito a convincermi nonostante la abbondanza dei dati che ha dato l’assessore e direi che non sono favorevole a questa operazione.

 

CONSIGLIERE D’AMO ( PIACENZA COMUNE )

Mi pare che la pratica che arriva oggi, come dicono i miei colleghi, la pratica che si discute stasera, si presti a tre ordini di considerazioni, in parte anche diversi, ma tra loro intrecciati.

Una prima considerazione riguarda un’osservazione di fatto dello stato delle cose, cioè potrei dire che c’è un modo di vedere questa questione che è quello di chi passa di lì, ed è un modo di vedere che io conosco abbastanza bene perché abito lì, quindi è un modo di vedere che frequento, insomma, ed è un modo di vedere normale di questo tipo: "questo posto è vuoto da anni, marcisce… Professore, mi hanno detto che adesso fanno un palazzo nuovo, ecc., è una bella cosa". Questo è un primo punto che noi dobbiamo tener presente. Cioè dobbiamo tenere presente che effettivamente lì siamo di fronte a un edificio… diciamo brutto e abbandonato; non oso esprimermi su com’è venuto su, non c’ero, non lo so, non ci voglio pensare. E’ vuoto, è abbandonato a se stesso, se lì ci vengono 29 appartamenti, un certo numero di uffici, di caffè, 60 garage privati e 50 posti auto pubblici, e si sistema tutto… e dal lato di via X Giugno si fanno anche i colorini di via X Giugno, mi sembra una buona cosa. Questo è un primo punto di osservazione della cosa. Si possono aggiungere altre considerazioni, restando a questo primo punto di osservazione, su cui io non mi vorrei sbilanciare. Rarissimamente in questo Consiglio in sette anni io ho dato giudizi estetici, perché non sono presuntuoso in tutti i campi: in alcuni sì, in altri no. A me certamente piace di più quello che vedo nuovo in quelle fotografie lì di quello che c’è. Non li ho dati neanche sulle rotonde, neanche su quelle più contestate, i giudizi estetici! Non è la materia principale ed è molto opinabile. Quindi un aspetto è questo e un problema che io mi pongo di fronte a una pratica di questo tipo è: ce lo teniamo lì altri dieci anni o lo sistemiamo? Questo è un primo tipo di problema. Accanto a questo tipo di problema e restando in questa zona, se ne aggiunge uno che ha ricordato il consigliere Mazza: che certamente una certa soluzione di quel problema lì, del problema ex Enel, prefigura largamente anche una soluzione di tutto quello che è compreso tra l’ex Enel e i palazzi là in fondo in viale Risorgimento, cioè la proprietà Garilli, quel bel pezzo lì di ex gas, tanto per capirci.

Un secondo aspetto che bisognerebbe tener presente è il seguente. Lì – e qui passiamo un po’ dalla realtà visiva alle carte – abbiamo un edificio classificato "servizi amministrativi pubblici", dove c’era una scuola professionale, cioè, in termini di colorini del PRG, un azzurrino, un celeste… Tutti i celeste hanno il titolo generale "servizi urbano-territoriali". Quello lì mi pare che sia più precisamente A.S.A., sedi amministrative: di fatto, era una scuola professionale. Chiedo: come mai noi abbiamo questa cosa classificata dal PRG vigente in questo modo e non ce la teniamo con questa classificazione, non cerchiamo di utilizzarla in modo pubblico, ma siamo in grado di risolvere il problema del suo recupero funzionale solo ricorrendo all’edilizia privata residenziale? Questo mi sembra un problema politico grosso, cioè che noi non siamo in grado di risolvere nessun problema se non sotto la spinta del profitto privato: "noi" intendo gli enti locali (non sto parlando a nome della minoranza o a nome della maggioranza, e neanche di Piacenza in particolare, ma, diciamo, di un tratto distintivo dell’epoca). Insomma, mi sembra grossa che un ente locale non sia in grado di porsi il problema di una scuola, per esempio, oggi, diciamo in questi anni. Delle volte non si può perché è di un privato ed è classificato "per destinazioni private". In questo caso, noi avremmo una classificazione di PRG vigente che non solo ci consente, ma ci invoglia verso una direzione pubblica. In secondo luogo – l’ha già detto il collega Ballerini e anche altri – abbiamo una situazione di fatto lì, cioè la presenza di due istituti medio-superiori, di cui uno in grande sviluppo da molti anni, di altri istituti medi ed elementari ecc. ecc: c’é la evidente necessità di spazio per queste realtà scolastiche, lo vede chi sta lì o ci va anche solo il sabato a prendere la morosa o i figli: nell’immediato e anche in un ragionamento di prospettiva che in qualche altro occasione in questo Consiglio abbiamo adombrato. Cioè, se noi pensiamo a una città del futuro in modo non carognesco, anche con un po’ di ottimismo (lo sto dicendo a me stesso, perché devo cercare di farmi delle iniezioni di ottimismo, non essere sempre così arrabbiato col mondo), noi dovremmo anche pensare che le persone che oggi sono la metà delle nostre popolazioni scolastiche alle elementari o alla materna e tra un po’ alle medie, i non italiani d’origine, un domani saranno anche la metà della popolazione scolastica nelle scuole medie superiori, e non solo delle professionali: cioè ci sarà una ripresa di domanda di istruzione secondaria superiore come quella che ha caratterizzato gli anni ’70 e ’80, salvo poi un declino dovuto a blocco demografico o a stagnazione demografica negli anni successivi.

Non è una polemica spicciola con il sindaco Reggi o con l’assessore Cacciatore, ma certo è che c’è una proprietà Enel, e certamente il sindaco Reggi ha dato prova in questi anni di mantenere e di cercare di utilizzare, credo anche a vantaggio della città in vari casi, dei rapporti in qualche modo privilegiati con l’Enel stessa: ma non privilegiati nel senso "chissà cosa c’è sotto", ma nel senso che è una realtà che conosce molto bene. Allora: che sia avvenuta questa dismissione da parte di Enel verso un privato, nel caso di quel palazzo lì sarà avvenuta, come molti altri palazzi, verso un privato, che a sua volta questo privato abbia fatto in tempo a venderla a un altro privato per la cifra considerevole che è già stata detta: 9.400.000 euro più IVA, cioè oltre 10 milioni di euro, per tirar giù e rifar su; e che non ci sia nella pratica un certo punto che dice: "Il Sindaco interviene e verifica", non so, sente il Presidente della Provincia, sente il Presidente della Regione, per valutare se non sia possibile, trattando con Enel, in uno dei momenti di questi passaggi, acquisire a un’utilizzazione pubblica quella cosa lì… possibile che non ci sia traccia di nessun tentativo di questo tipo? Io non sto dicendo che la compra il Comune, perché lo so già questo film. Mi rivolgo affettuosamente all’assessore. Lo so già questo film, Francesco. Tu mi dici: "Chi te li dà i soldi?". Io sto dicendo: un’iniziativa anche politica, cioè si parla con la Provincia, si parla con la Regione, si vede se non si potrebbe acquisire, visto che ha una destinazione di quel tipo lì, questo edificio per uno sviluppo scolastico: questo è il tema principale su cui noi dovremmo riflettere. Perché ha ragione l’assessore Cacciatore, come ha detto anche in Commissione: "Noi abbiamo previsto negli indirizzi del PSC il polo scolastico nelle aree militari". A pag. 11 di quel documento ci sono le destinazioni di fondo. E certamente siamo d’accordo che quello che si potrà fare in quell’area dovrebbe essere di tipo culturale-museal-scolastico, siamo d’accordo. Ma possiamo noi dire seriamente, dopo quello che è lo stato di oggi del vecchio protocollo d’intesa con le autorità militari e in attesa di vedere il nuovo, di cui si parla nello stato di attuazione dei programmi, siamo noi in grado di dire seriamente che, per esempio, un problema come la palestra del "Gioia" lo risolviamo nei prossimi dieci anni? Io penso di no. Quindi questo è un secondo aspetto ed è una riflessione che rivolgo anche alle forze politiche, di cui vorrei che si parlasse nei congressi dei partiti, cioè: oggi un ente locale o un coordinamento di enti locali può pensare a uno sviluppo, per esempio, dell’edilizia scolastica o no?

Lo dico nel momento in cui riconosco all’Amministrazione Reggi di aver fatto delle cose. Non so: mio figlio va in una scuola che prima non c’era, va in un edificio che prima non era agibile. E altre cose si sono fatte! Però credo che questo problema in termini generali ce lo dobbiamo porre, e cioè che questo passaggio di un edificio da una funzione pubblica, seppure non è il Liceo Gioia, è una cosa diversa, a residenziale privata, di fianco al Farnese, come dice l’assessore, a poche centinaia di metri dal centro storico, non so se è un grande successo. Lo dico dopo aver detto quello che dicono i miei vicini di casa. Ci sono tutte e due i problemi! Ma noi non possiamo ragionare solo come quelli che abitano in via X Giugno dal punto di vista che si mette un po’ d’ordine davanti a casa tua o in via Venturini o all’ex Apollo! E’ chiaro che se io abito in una certa strada e c’è un vecchio garage malmesso e adesso invece ci sono 30 appartamenti belli e una bella facciata, è più bello, lo so anch’io. Il problema è che noi, come Amministrazione pubblica, abbiamo anche altri problemi.

Quindi, su questo a me non interessa dare la colpa a Trespidi, dare la colpa a Boiardi, dare la colpa a Reggi. Sto dicendo: ci poniamo questo problema o non ci poniamo questo problema? Oppure pensiamo che la risolviamo dicendo: "Ma tanto ci saranno le aree militari". Perché le aree militari saranno molto di là da venire. E il problema della palestra, non solo per il "Gioia" è di oggi. Qua, addirittura, c’è una persona che lo ha semi-diretto quell’istituto: la professoressa Rocchi. Vorrei che sapeste dove vanno a fare Educazione Fisica, che sarà anche Civica in questo caso, una parte almeno degli studenti del "Gioia", cioè in un budellino che non so se sarà 200 metri o 120, che non ha nessuna delle caratteristiche delle strutture pubbliche, è di un privato, ecc. ecc. Mio figlio prende un pullman e va a circa 4 o 5 chilometri di distanza a fare Educazione Fisica e poi torna indietro. E’ chiaro che se fanno due ore, trenta minuti se li mangiano ecc. ecc. Questo è un altro aspetto su cui – l’ho già detto anche in Commissione e l’ho già detto personalmente anche ad alcuni colleghi di maggioranza – l’Amministrazione si deve prendere le sue responsabilità, perché questa è una scelta politica, cioè è una scelta generale, è una scelta che se io fossi nella maggioranza, sosterrei solo a condizione che mi si dica: "Abbiamo provato tutte le strade, non c’era alternativa, e la soluzione dei problemi che tu poni è attuabile, è ottenibile, è a portata di mano in altri modi… " Perché sennò…

Tra l’altro, io, che sono giustamente sospettabile e non sempre giustamente sospettato di livori anti-affaristici o anti-capitalistici o anti-proprietari, ammetto che si facciano degli appartamenti, che venga della gente nuova ad abitare, che ci siano dei negozi, è una cosa che va bene anche in senso civico, non solo in senso economico. Non è la mia preoccupazione principale. Questo è quello che volevo dire.

E qui vengo alla terza questione, che è la parte difficile. Secondo me, è proprio perché in qualche modo si tratta diciamo di trasformare in modo procedurale questa scelta di fondo, che è stata fatta o subita o in parte fatta e in parte subita, insomma accettata di fatto, che vengono poi adottate e proposte delle linee procedurali su cui io ho molti dubbi, e non capisco. Perché ci capiamo anche tra di noi e anche principalmente per il futuro, oltre che per il presente, vorrei che noi ci chiarissimo, se è possibile, su alcune questioni. Parto dalla prima, che sta scritta da tutte le parti, che è stata detta dall’assessore nella sua relazione e che è al centro della seconda slide che ha presentato: cioè secondo lui il piano di recupero non è relativo alla disciplina particolareggiata del centro storico, cioè non è in variante della disciplina particolareggiata del centro storico, ma del PRG generale. La stessa cosa è detta a pag. 3 della delibera di Giunta che viene proposta, dove si dice letteralmente: "Dato atto che la proposta di variante non inerisce la disciplina particolareggiata del centro storico". Okay? Ora, questa cosa io non la capisco. Se non avessi litigato venerdì con tutto il mondo, direi: "Non è giusta". Siccome mi sforzo di essere un po’ più a posto, un po’ più normale, consapevole che la mia vita non può dipendere da quello che succede in questo Consiglio, io non capisco, e non capisco da cittadino adulto che – dottor Crippa, glielo dico – non può essere ammansito con brevi scritture di quel tipo lì. Io La rispetto molto, ma lo dico anche al Presidente, lo dico anche al nuovo dirigente e lo dico al Segretario Generale, se si discute una cosa che scrivo io, se si pensa di scrivere due robe così e di dirmi è così, ci si sbaglia, perché io non so niente di certe cose, ma certamente conosco la lingua italiana. Quindi, per cortesia, mi "mettete a posto" sulle cose che si capiscono bene e non così, perché io non ci sto.

Allora io parto dalla lingua italiana, perché vengo al punto fondamentale della delibera, che è contenuto anche nella relazione dell’ufficio del dr. Crippa, che recita a pag. 2: "La richiesta consiste nella modifica della classificazione urbanistica "servizi urbani territoriali" con destinazione specifica "sedi amministrative", 40.17 N.T.A., alla classificazione urbanistica "tessuto del centro storico", art. 18 e seguenti N.T.A. vigente". La proposta di variante, i motivi per cui viene proposta li ha già a lungo esposti il collega Mazza, poi rinvia a una legislazione regionale che consente, ovvero non consente, demolizioni e ristrutturazioni a seconda o no che si sia sottoposti a zonizzazione, cioè zona omogenea A e in particolare in centro storico.

Ora, io leggo sulle norme tecniche di attuazione (N.T.A.), che oramai conosco più di Simone Weil, al capo 2°: "Unità urbanistiche della città storica. Criteri generali di intervento per il tessuto del centro storico". Allora, io lo chiedo ai tecnici, lo chiedo all’assessore quanto tornerà: si propone di spostare quell’edificio dall’articolo, se non ricordo male, 40.17 "sedi amministrative pubbliche", a questo. Ora, io questa cosa non la riesco a capire, mi sembra un gioco di parole. Vorrei essere chiaro e mi rivolgo a tutti i colleghi: se un palazzo qualunque è in centro storico, in quanto alla sua locazione sarà classificato al capo 2° "Unità urbanistiche della città storica"; in quanto alla sua funzione sarà classificato in altri modi e punti. Io la vedo in questo modo, cioè io penso che il palazzo ex Enel sia classificato in questo momento sia all’art. 18 che all’art. 40.17. In particolare, siccome me lo sono andato a vedere e li ho cercati tutti, ho cercato a quale sottopunto dell’art. 18, che regola ciò che è in centro storico, sia da riconoscere il palazzo ex Enel. Il che rileva molto in ordine alla possibilità di varianti e di ampiezza di intervento, tra il restauro conservativo e il tirar già tutto e rifar su tutto. Rileva molto, sennò non vi tedierei. Allora le sono andate a vedere tutte le tipologie e ne ho trovata una che mi sembra corrisponda: 18.03.02, capo B, "edifici non residenziali complessi": comprendono gli organismi edilizi a destinazione funzionale articolata, per esempio sedi amministrative. Secondo me, il palazzo ex Enel è regolato tra gli edifici non residenziali complessi all’interno del centro storico. E’ nel centro storico, come fa a non esserci? Ed è regolato in quanto alla sua funzione, non alla sua collocazione in un’area o in un’altra, dall’art. 40.17 "sedi amministrative pubbliche". Io non riesco a capire perché noi proponiamo che una roba che è sedi amministrative pubbliche, norme tecniche di attuazione 40.17, proponiamo la variante che lo faccia diventare art. 18, perché lo è già art. 18. Sta lì! Nell’art. 18 non è che sono previsti solo i monumenti storici, sono previsti, ripeto, edifici non residenziali complessi, comprendono gli organismi edilizi a destinazione funzionale articolata, sedi amministrative, sedi conventuali ecc. ecc.

- Interruzione –

C’è anche "residenziale", ma è un’altra cosa. Non riesco a capire perché noi risolviamo il problema che esplicitamente viene richiamato nella relazione a pag. 2, "una diversa classificazione urbanistica da pubblica a privata" (pag. 2 della relazione), non capisco perché noi questo problema lo risolviamo invece spostando da un articolo che classifica funzionalmente (oltre ad avere l’aggettivo "pubblico", sedi amministrative pubbliche) a un articolo che classifica territorialmente: cioè si tratta di una sede amministrativa (o di un’altra roba, se la si vuol cambiare), che sta nel tessuto del centro storico e che, come è stato ricordato e lo voglio ricordare anch’io, non ha nessun particolare pregio storico da difendere. Quindi, francamente, questa cosa, il contenuto tecnico della proposta di variante, non la capisco.

Perché questa cosa è importante? Perché se si ammette che oggi, non in variante, quell’edificio è regolato sia dall’art. 40.17 che dall’art. 18 nei suoi vari commi, il ricorso all’art. 41 della legge 20 regionale del 2000, è più circoscritto, perché la possibilità di variante nelle zone sottoposte a disciplina particolareggiata del centro storico è assai più restrittiva della disciplina di variante generale, fermo restando che non siamo in presenza di PSC, RUE, POC, ecc. ecc., quindi è una cosa non da poco.

Io perché mi permetto di imbarcarmi in questa roba, di cui suppongo di capire, di quello che dico io, non so, il 50%… Può darsi che io senza accorgermi dica delle stupidaggini. Non ne sono sicuro, certamente io mi rifiuto di pensare… mi rifiuto di pensare che un edificio che ha funzioni amministrative in centro storico non stia sia nell’art. 18, che definisce la collocazione, che nell’altro articolo che definisce le sue funzioni, perché ha funzioni di un certo tipo che sono definite negli articoli successivi, e se è in centro storico, è in centro storico e non in zona agricola e non è in altra zona o cose di questo tipo. Perché insisto su queste cose? Perché, per esempio, andandomi a imbarcare in questa legge 47 del ’78, art. 36, vedo che definisce le zonizzazioni, le zone omogenee, e che limita le possibilità di intervento se si tratta di zone classificate come zone particolareggiate nel centro storico, come c’è scritto qua… Perché questo è agli atti, è città storica: tav. P3 vuol dire questo. Io stsso me la sento fare come un’affermazione temeraria: "Cosa vuoi sapere tu della Tav. P3?". Tav. P3 vuol dire questo. L’art. 18, in cui noi vorremmo mettere la cosa, 18.01, dice: "Il PRG identifica nelle Tav. P2 il centro storico". 18.02, nelle Tav. P3 "disciplina particolareggiata per il centro storico". Questa Tav. P3 è agli atti, è nel centro storico quel robo lì! Come fa a essere da un’altra parte? Perché, per esempio, se allora vai a vedere cosa sono queste zone omogenee regolamentate originariamente dalla 47 del ’78, poi da un sacco di altre leggi, l’ultima è la più famosa, è quella lì del 2000, la legge 20, ci sono una serie di criteri che riguardano le zone omogenee, per cui la demolizione e ricostruzione integrale, come è stato ricordato, non è possibile in tutte le circostanze. Faccio un altro esempio: i 50 garage pubblici, posti auto pubblici, che secondo me sono una cosa buona, anche 60 privati sono una cosa buona, e io lo voglio dire perché lo penso, soprattutto in quel posto lì, fanno parte, come risulta dalla pratica, di una cessione a titolo completamente gratuito. C’è allegato alla pratica un atto unilaterale di cessione di un piano dei garage da parte della proprietà al Comune di Piacenza, con anche la definizione di chi saranno poi le spese condominiali, ecc.ecc., com’è naturale. Ma quella lì, allora, è un atto di cessione naturale o deve invece andare alla voce… Sto leggendo in questo caso l’art. 36 della citata legge del ’78, per cui se un tipo di intervento prevede demolizione e ricostruzione, e secondo me, come è stato detto, lì non è possibile e non capisco perché la si possa far così, è prevista la cessione gratuita di uno standard di parcheggio pubblico non inferiore a metri quadrati 3 per ogni 100 metri quadri di superficie utile all’atto della concessione. Cioè, quella cosa lì è una cosa che abbiamo strappato noi o è semplicemente l’applicazione di questa legge? Non lo so e lo chiedo.

Avviandomi a concludere: io non mi sento di ingaggiare una battaglia, come se fossimo in un tribunale, di tipo procedurale, perché non me ne sento all’altezza e perché capisco anche che ci sono dei problemi da risolvere. Io non mi sento, certo, di condividere questa scelta perché questa scelta è una scelta importante che fa la maggioranza, che fa la Giunta, il Sindaco. Io non mi sento neanche di demonizzarla, non ne ho voglia, però non mi sento, per il fatto di non voler condividere questa scelta, di attaccarmi ad aspetti progettuali o estetici: non mi sembra il caso. Dico subito che ho presentato un ordine del giorno con il collega Piazza, che spero sia considerato ammissibile, che tenderebbe a vedere se almeno si può mettere una pezza a quel problema lì della palestra inteso come emergenza in questi anni, in attesa di… Dico subito due cose e ho terminato: io non mi sento di prendermi questa responsabilità, se non all’interno di una discussione generale che dice: "Sì, lì molliamo il residenziale privato, ma perché recuperiamo un sacco di robe da un’altra parte" ecc. ecc. E quindi non mi sento di votarla. In secondo luogo, ed è un invito che rivolgo all’assessore, alla Giunta, al sindaco e ai consiglieri di minoranza e di maggioranza: io credo che dobbiamo prendere l’abitudine di esaminare le pratiche con attenzione. Ma non è solo il discorso moralistico di chi guarda le pratiche, di chi non le guarda! Ognuno fa quello che può e come può e quando può. Sto dicendo: dobbiamo stare attenti al rispetto delle regole, anche se ci sono maggioranze solide, perché io la penso come la pensava Peguy, che se si mette in discussione l’onore della Francia su una piccolezza, poi si mette in discussione l’onore della Francia sempre. Quindi penso che non deve crescere una cultura per cui, siccome noi siamo la maggioranza, comunque va sempre tutto bene e funziona tutto. Grazie.

 

CONSIGLIERE TASSI ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )

Innanzitutto, il problema di questa pratica è relativo al fatto che credo che da un punto di vista generale si sia voluto licenziare un progetto che prima di tutto non è bello, cioè non riesco a capire come l’Amministrazione comunale abbia consentito a far fare un progetto così come strutturato ed evidenziato, nel senso che vista la collocazione e gli immobili di interesse storico e tutelati dalla Sovrintendenza, si poteva optare per la realizzazione di un progetto di un edificio più consono alle strutture confinanti e pertinenti a questa zona. Quindi credo che da questo punto di vista l’Amministrazione comunale, quando l’assessore dice: "Andiamo avanti convinti della bontà di questa pratica", credo che anche lui stesso possa avere qualche riserva, perché l’edificio… Io ho dato un’occhiata alla pratica e a quelle che sono anche le immagini del cartaceo, dove risulta che questo tipo di edificio fa un po’ a pugni con le strutture circostanti. E’ un edificio molto moderno, con degli inseriti in legno o non so più di che materiale siano, ma che francamente non si sposano molto con le bellezze architettoniche circostanti. Quindi mi sarei aspettato da parte del Comune e degli uffici una richiesta di un progetto un po’ più conservativo dell’area e delle zone limitrofe. Quindi, visto e considerato che qui qualcuno giustamente ha fatto un riferimento al periodo in cui l’Amministrazione Pareti fece l’immobile che oggi vediamo e in quegli anni fece anche degli immobili particolarmente non confacenti alla struttura del centro storico, perché in via Sopramuro fu realizzato quel famoso palazzo giallo con dei tubolari blu, che fu autorizzato e che fu un po’ lo scandalo di via Sopramuro perché era l’unico edificio moderno che non c’entrava nulla con via Sopramuro e che chiunque vuole andare a visionare lo può vedere ancora oggi perché stona in modo evidente rispetto all’architettura dei palazzi circostanti e che francamente non trova in nessun modo una collocazione idonea in una via storica o comunque del centro storico come via Sopramuro.

Quindi non capisco questo grande entusiasmo da parte dell’Amministrazione e dell’assessore, non capisco perché gli uffici non abbiano preteso un altro tipo di progetto, con una struttura almeno esterna differente rispetto a quella che anche con le sovrapposizioni che abbiamo visto nelle slides, è un impatto rispetto agli altri edifici che francamente si nota forse quasi di più, perché il colore con cui viene realizzato è sicuramente più chiaro rispetto a quello dell’immobile già esistente che dal punto di vista visivo, dal mio punto di vista, è inaccettabile perché non c’entrava veramente nulla.

Quindi, la domanda principale è di dire: ma siete veramente soddisfatti, come ha dichiarato l’assessore, e sostenete questo progetto con grande entusiasmo, come ha dichiarato l’assessore? Io non sarei così entusiasta di un progetto realizzato in questo modo, anche perché lì vi è Palazzo Farnese, vi sono altre scuole e comunque delle strutture che a livello architettonico sono completamente differenti, che sicuramente con questo tio di nuovo edificio non si risolve il problema del precedente edificio che veramente non c’entrava nulla con questo tipo di beni architettonici circostanti.

Poi mi fa sorridere anche l’affermazione dell’assessore quando dice che attraverso questo edificio nuovo vi sarà anche la riqualificazione della zona. Io non so come l’assessore intende riqualificare le zone del centro storico. Se dobbiamo guardare a quello che ha fatto l’assessore Freda per la riqualificazione del centro storico, dal nostro punto di vista possiamo solo dire che evidentemente a questa Amministrazione non interessa la riqualificazione del centro storico. E fa ancora più sorridere il fatto che l’assessore abbia dichiarato che facendo questa opera… E poi andremo nello specifico e nel tecnico di quella che è l’opera e come è stata prevista in PRG, ma la cosa che più lascia perplessi è che l’assessore dichiara: "Avremo ben 50 posti a rotazione pubblici che saranno di utilizzo per i cittadini".

- Interruzione –

No, 50, perché i 60 sono quelli per i privati, cioè per quelli che sono all’interno. Sono 60 più 50: a me è stato detto così dagli uffici. Poi se sono diventati 69, questo io non lo so.

Al di là di questo, fa sorridere perché se Lei pensa che la zona si riqualifichi attraverso una ristrutturazione di un edificio, che peraltro è un edificio che non rientra in un contesto storico come quello circostante, se Lei pensa di fare una riqualificazione del centro storico mettendo 50 posti a rotazione per il Comune di Piacenza, allora probabilmente visto che voi volete sempre volare alto e sul palazzo degli uffici avete volato altissimo… Mi permetto di fare un inciso in merito a questa vicenda. Io vi avevo detto: sospendiamo l’operazione del palazzo uffici fino a quando non si saprà quanti danni ci chiederanno le ditte private. Oggi sono qui ad allarmarmi ancora di più perché non so realmente quali saranno i danni per le casse del Comune se qualcuno che comunque non ha vinto la gara possa fare causa per la precedente gara. Quindi le operazioni che voi fate dal punto di vista urbanistico, le vostre scelte urbanistiche non sono state messe in discussione solamente dall’opposizione, ma nel pratico non si sono mai rivelate le scelte migliori.

A questo punto, io chiedo all’Amministrazione comunale: ma come mai un’Amministrazione comunale pensa nell’ottica del miglioramento della situazione del centro storico di riqualificare il centro storico con 50 posti auto a rotazione? Ma scusate, abbiate almeno la decenza di non dire certe cose! Cioè, nella pratica, il fatto che fate 50 posti auto a rotazione non lo dovreste neanche menzionare, perché siete a 200 metri da piazza Cittadella, dove avete dichiarato nel vostro programma elettorale che avreste fatto mille posti auto. E’ una presa in giro dire all’opposizione che 50 posti auto riqualificheranno la zona, perché prima di tutto non è vero. Poi bisognerà vedere come si riuscirà a ricavare nell’ambito di un edificio di queste dimensioni 50 posti auto per il pubblico, quando ci sono anche molti fruitori dei negozi, delle abitazioni e di tutto il resto, e che sicuramente ne beneficeranno anche loro! Quindi, questa qui dei 50 posti auto ve la potevate risparmiare, ma non tanto perché ve la dovete risparmiare perché i 50 posti auto non verranno fatti, ma semplicemente per il fatto che anche se questi 50 posti auto fossero fatti, non cancellano la macchia indelebile del fatto che questa Amministrazione si è impegnata coi cittadini a inizio mandato dicendo che avrebbe realizzato mille posti auto nuovi in piazza Cittadella.

- Interruzione –

Se non avete capito, ve lo ripeto per la terza volta perché vedo che vi interessa il discorso e allora ve lo ridico un’altra volta. Questa Amministrazione ha già dichiarato che non farà il parcheggio di piazza Cittadella, priorità delle venti che voi avete sostenuto come maggioranza e di cui non avete chiesto riscontro alla vostra maggioranza quando vi hanno detto che non farete il parcheggio di piazza Cittadella. Andatelo a spiegare agli elettori, quelli che vi hanno votato e che pensavano che in piazza Cittadella ci fossero mille posti auto entro la fine di questa Amministrazione comunale, e che il vostro assessore ai Lavori Pubblici ha già dichiarato che non lo farà. Mentre siete riusciti a mandare avanti un carrozzone, una cattedrale nel deserto come quella di palazzo uffici che magari non riuscirete lo stesso portare a compimento, che costerà 25 milioni di euro e che non servirà a nessuno, perché nel giro di cinque anni i dipendenti del Comune di Piacenza saranno la metà, tra pensionamenti e altre cose.

Quindi, spiegatemi se le vostre scelte urbanistiche sono state da approvare o da denigrare. Dal mio punto di vista e secondo anche quello che l’opinione pubblica ha manifestato, sono sicuramente delle scelte sbagliate.

Qui andiamo avanti su questo tipo di discorso, perché questo tipo di classificazione al momento, senza la variante, è una classificazione ad uffici amministrativi e quant’altro, quindi non potrebbe neanche essere destinata se non attraverso una variante su cui vi sono degli effettivi limiti, come altri consiglieri hanno evidenziato, non si potrebbe cambiare questo tipo di destinazione, non si potrebbe fare questo tipo di operazione. Quindi io credo che l’Amministrazione comunale potrebbe incorrere anche, un domani, in alcuni ricorsi e impugnative relative a questo tipo di variante proprio perché vi sono dei limiti all’interpretazione anche del tipo di utilizzo a cui voi l’avete destinata, oltre a non valutare effettivamente, ma qui c’è un problema… Qualcuno ha parlato di utilizzo per palestre e quant’altro, questo è vero, si poteva anche pensarci, però allora domandiamoci come mai la Provincia, che mi risulta che anni fa, e non era certo una Provincia di centro destra, poteva acquistare l’immobile per destinarlo a questo tipo di attività. Cosa che non ha fatto e che non mi risulta abbia fatto. E’ come la storia di Isola Serafini, che vi lamentate del fatto che non passano le chiatte a Isola Serafini, ma vi dimenticate che Bersani aveva promesso la navigabilità del Po già nel 2001. Quindi credo che siamo proprio al gatto che si morde la coda.

Allora, non ci avete pensato alla destinazione d’uso pubblico, ma anche perché dovevate comprare l’immobile, la Provincia doveva comprare l’immobile. Perché è di un privato questo immobile! Quindi chi afferma che si potevano fare palestre e quant’altro, doveva prima comprare l’immobile, perché sennò non è che il Comune se non ha una cosa di sua proprietà, può decidere di farci delle palestre sulla proprietà di un altro! Cerchiamo anche di ripristinare un attimo la verità su certe cose!

Quindi io non condivido assolutamente questo tipo di pratica, non condivido l’aspetto estetico e il tratto architettonico di questa cosa. Non capisco perché la Sovrintendenza, che è stata citata e che giustamente la pratica è stata sottoposta alla Sovrintendenza, non capisco perché la Sovrintendenza, anche trattandosi di un immobile non vincolato, non abbia dato delle prescrizioni più restrittive sul tipo di immobile che doveva essere realizzato almeno dal punto di vista esterno per non disturbare la compatibilità con le altre strutture architettoniche, che sicuramente sono di interesse storico e di pregio e sicuramente tutelate dalla Sovrintendenza. Quindi, la Sovrintendenza avrebbe potuto comunque creare un vincolo in quella zona o dare delle prescrizioni a tutela dei beni che sono già, dal punto di vista architettonico, tutelati. E quindi anche la Sovrintendenza non riesco a capire come possa aver dato queste poche prescrizioni sul colore e su quant’altro, quando si poteva benissimo consigliare la realizzazione di un progetto più consono alle strutture circostanti.

Ecco, ci sono troppi interrogativi in questa pratica, ci sono troppi dubbi, si poteva fare molto di più, quindi non riesco a capire come l’assessore possa avere dei toni di entusiasmo che secondo me andrebbero smorzati solo dall’impatto visivo che dà su tutti e tre i lati questo tipo di palazzo, che risulta ancora più di evidenza e non si sposa col tipo di architettura circostante, e quindi da un punto di vista generale l’operazione, dal mio punto di vista, dovrebbe essere bocciata.

Credo anche che su questa pratica si sia riflettuto poco, credo anche che gli uffici potevano anche loro stessi, oltre alla Sovrintendenza, chiedere delle prescrizioni maggiori sul progetto di facciata. Per progetto di facciata si intende la facciata dell’edificio. Quindi, francamente, mi sembra una pratica che dovrebbe essere rivista per avere la possibilità di non fare un secondo errore dopo la realizzazione e costruzione di un edificio che dal punto di vista estetico credo che sia stato criticato da tutti, come per il resto all’epoca Pareti fu lo stesso palazzo di via Sopramuro che non aveva niente di condivisibile con la zona circostante.

Quindi invito l’Amministrazione comunale a smorzare i toni di entusiasmo su questo tipo di pratica e inviterei l’Amministrazione comunale a rivedere completamente la pratica, soprattutto per quanto riguarda l’impatto che questo edificio dà, che assolutamente non può essere collocato con quel tipo di struttura in quella zona, che è una zona che è piena di palazzi storici. Grazie.

CONSIGLIERE MAZZONI ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )

Il mio intervento, anche per non essere troppo ripetitivo, perché sugli aspetti tecnici i colleghi che mi hanno preceduto hanno già analizzato, io rimarco ancora una volta una perdita di un’opportunità. Perché a me non interessa nulla sul fatto di quello che si può fare come pratica prettamente urbanistica all’interno di questo edificio, perché devo pensare che tutto ciò che si sta deliberando in quest’aula abbia tutti i presupposti per poter realizzare tutto quello che si è definito.

La cosa che mi lascia un po’ perplesso è sul fatto dell’opportunità, nel senso che questo è uno di quegli edifici di proprietà di un ente, sì privata, ma pubblica, di un’azienda che secondo me il territorio di Piacenza gli ha dato tanto e soprattutto di un’azienda che in questi anni, ahimè per tutta la città, sta abbandonando Piacenza. Se noi pensiamo che qualche anno fa vi erano uffici pieni di persone che lavoravano per conto dell’Enel, questa è l’ultima dismissione che l’Enel fa all’interno della città di Piacenza. Fa una dismissione, vende un immobile, percepirà una giusta retribuzione, ma non investe. Da lì dico che poi nascono appartamenti, uffici, ecc. Anche perché la spiegazione che ha fatto l’assessore è stata una spiegazione prettamente architettonica, dove ognuno di noi può disquisire e fare parte parte. A uno può piacere di realizzare un immobile di un certo tipo, a uno di realizzare di un altro tipo, ma il fatto di questa variante innanzitutto apre sicuramente… Perché se si fa questo, io penso che debba essere anche allargato alle aree confinanti, perché essendo anche quelle con la medesima classificazione, anche queste dovranno poi diventare aree di sviluppo.

Non per ricalcare quello che diceva il collega D’Amo, ma a Piacenza noi abbiamo una grandissima carenza di scuole nel centro storico. Il fatto di avere un edificio pubblico da poter utilizzare per scuole e per quant’altro, era un’opportunità. Io non sto parlando da un punto di vista urbanistico, ma dato che l’Amministrazione comunale con Enel ha avuto tanti contatti, si poteva anche cercare di addivenire ad una allocazione a prezzi agevolati, proprio per il fatto che l’Enel, all’interno di Piacenza, ha sempre ottenuto tanto. Oggi però qui si rivede la filosofia diversa, nel senso che noi dell’opposizione abbiamo sempre detto "no al palazzo degli uffici", perché si cercava di fare tutte delle operazioni nel centro della città, la scelta di questa Amministrazione invece sta cercando di portare fuori dal centro storico determinati edifici, determinati uffici pubblici, e questo fa parte di un progetto, secondo me, più ampio e che noi non condividiamo, perché riteniamo che il centro storico sia in una situazione di profondo degrado, e i centri si rivitalizzano portando delle attività dentro al centro, da attività commerciali ad attività anche di uffici, per fare in modo che nel centro storico ci sia più gente che lo frequenta.

Oggi purtroppo anche questa è un’iniziativa che in questo senso sta un po’ a metà, perché lì poteva anche essere uno spazio da poter utilizzare anche per spazi direttamente del Comune di Piacenza, se non si fosse fatta la scelta del mega-palazzone. Poi l’assessore dice che un edificio di questo tipo ha dei costi elevati, è vero, però non dimentichiamoci che l’Amministrazione sta facendo un’operazione in cui non dico che metterà in ginocchio il Comune di Piacenza, ma sicuramente il Comune di Piacenza si fa carico di un investimento estremamente pesante da andare a pagare nel corso di tanti anni per realizzare quel benedetto palazzo, che noi dall’inizio dell’Amministrazione Reggi abbiamo sempre contestato.

Quindi, la mia critica è soprattutto una critica nel senso che non si è voluto percorrere delle soluzioni che avrebbero portato a dei benefici a tutta la città. La prima è il discorso di una scuola nel centro, perché la scuola media "Faustini" non ha una sede, ha delle sedi sparse per tutto il territorio cittadino. Lì c’erano anche degli altri plessi scolastici, quindi si poteva cercare di trovare una collocazione vicino ad altre scuole, si poteva fare, come diceva il collega D’Amo, sicuramente anche una palestra.

E’ chiaro che necessitano risorse e investimenti, ma se noi aspettiamo il piano strutturato di tutti i plessi scolastici di questa città, io penso che aspetteremo parecchi decenni, perché non si è mai riusciti a mettere mani a un problema che ormai sta diventando un problema veramente gravoso e che soprattutto va a colpire le generazioni più giovani e dove una Pubblica Amministrazione dovrebbe anche cercare di fare degli investimenti per attrarre sempre più ragazzi all’interno delle scuole della nostra città.

La mia critica è una critica di scelta, di scelta di programmazione politica. Si è, come al solito, voluti volare basso, nel senso che si trasforma un immobile da pubblico a privato, vengono fuori appartamenti e quant’altro, ma è un’altra mancanza di opportunità. Questa grande azienda percepirà sicuramente un bell’assegno per la fuoriuscita dal territorio piacentino, ma a Piacenza non nascerà nulla, perché è un’altra operazione che non porta occupazione, non porta investimenti duraturi nel tempo per la città, ma porta solo un investimento finalizzato a "X" anni per la realizzazione di un bellissimo edificio, ma tutto finisce lì. Io ritengo che una Pubblica Amministrazione avrebbe dovuto fare delle scelte diverse, delle scelte coraggiose, per cercare di portare sempre maggiore interesse all’interno del Comune di Piacenza, magari anche per cercare di far lavorare della gente all’interno di questo comune. Perché se continuiamo andare avanti di questo passo, poi non lamentiamoci se Piacenza diventa il dormitorio di serie D di Milano. Grazie.

CONSIGLIERE SALICE ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )

Alcune sintetiche riflessioni su questa pratica, su questa proposta di deliberazione.

Premetto dicendo che condivido in toto l’intervento del collega Mazza, che ringrazio in particolare per la ricostruzione molto attenta che ha fatto sulla storia della vicenda. Non la conoscevo in termini così esatti e credo che sia una necessaria e utile premessa per la discussione, un contributo per la discussione e una premessa anche per le mie riflessioni.

Io personalmente non condivido e reputo di non poter condividere questa pratica innanzitutto e in fin dei conti sotto il profilo politico, in particolare per come la pratica è strutturata anche dal punto di vista tecnico e amministrativo, per il tipo di assunzione di responsabilità politica che la pratica richiede a un consigliere, in particolare a un consigliere di opposizione.

A mio avviso, questa pratica non costituisce un atto dovuto, ma si tratta di una pratica che squisitamente richiama la discrezionalità dell’azione amministrativa e quindi ancora una volta interpella la responsabilità prima di tutto politica di chi eventualmente l’approva, provvedendo all’adozione di questo atto. E non la condivido sotto diversi profili, che adesso andrò a enunciare. Non ho potuto, perché dovevo finire una cosa fuori aula, ma ho sentito alcuni passi dell’intervento del consigliere D’Amo e credo che ai colleghi di maggioranza vada rivolta una domanda, un interrogativo anche alla luce di ciò che sto per dire, un interrogativo molto serio in ordine al fatto che abbiano effettivamente esaminato e letto questa pratica e in ordine al fatto che effettivamente ne condividono i contenuti, perché a mio sommesso avviso si tratta di un provvedimento sul quale non sono possibili atti di fede.

Coerentemente con quanto ha detto Carlo Mazza e con quello cheh o detto finora, devo dire che a mio avviso io non ravviso profili di illegittimità, ma ravviso una serie di problemi di opportunità e ravviso una serie di questioni nella redazione della pratica, una serie di passaggi nella redazione della pratica che io semplicemente non condivido. A mio avviso, la proposta di delibera così come l’istruttoria della pratica è del tutto carente nella motivazione in ordine all’individuazione e alla esposizione di quello che si chiama in termini amministrativistici "il bilanciamento degli interessi". Cioè io non riesco a comprendere o non condivido, per quello che mi viene detto, la ragione per la quale l’Amministrazione deve aderire all’iniziativa di un privato che ha ritenuto di acquistare poco tempo fa dal precedente proprietario un bene che aveva una destinazione, immediatamente dopo ha proposto la riclassificazione di questo bene per consentirne un diverso sfruttamento.

Sono state portate una serie di ragioni, tutte, nella loro individualità, nella loro singolarità, parziali, ma manca una valutazione complessiva in ordine al bilanciamento degli interessi per il quale il Comune deve optare fino in fondo per aderire a questa proposta del privato.

Le ragioni in ordine alla riqualificazione dell’area, le ragioni in ordine al sostegno da dare al polo culturale, grazie sia alla possibile allocazione al piano terreno di funzioni terziarie di pubblico servizio, sia alla realizzazione di un parcheggio pubblico, sono motivazioni del tutto parziali, manca complessivamente una visitazione complessiva su quello che sia l’equilibrio tra il vantaggio lecito, ma rilevante, finale del proprietario e quelle che sono le ragioni di interesse pubblico effettive e valide sottese a questa argomentazione.

Dire che comunque si portano delle abitazioni, dire che comunque si ottengono 50 posti auto, sono una serie di valutazioni parziali che non valgono a spiegare perché l’Amministrazione ritiene di consentire a un soggetto che ha acquistato un immobile che aveva come destinazione servizi urbano-territoriali "sedi amministrative", di realizzare tra gli altri 29 residenze private e 60 autorimesse private. Manca anche in fin dei conti…

- Interruzione –

Ma cito quelle, secondo me, più rilevanti dal punto di vista… Certo, ci sono le 11 unità commerciali, ma cito quelle più rilevanti dal mio punto di vista, perché secondo me era necessario tentare anche una stima del valore dell’intervento una volta realizzato, per consentire al Consiglio comunale di valutare, attraverso il raffronto tra il prezzo pagato e quello che sarà il valore finale, qual è l’utilità del privato. Noi penso che potessimo avere il diritto di sapere questa cosa qui, almeno a livello di stima. Questa cosa nella pratica manca.

Devo dire che sono rimasto assolutamente perplesso, è per questo che l’ho preso… Nel leggere nell’istruttoria, mi aveva tranquillizzato il rinvio al risultato della Conferenza dei Servizi, che in conclusione viene definita… Si dice che all’11 maggio 2009, la Conferenza si è chiusa alla data medesima con esito positivo e parere favorevole all’unanimità. Nella proposta di delibera la cosa è più sfumata, si dice parere favorevole. Se uno va a vedere il verbale della Conferenza dei Servizi, legittimamente vede che alla Conferenza dei Servizi era presente il Comune di Piacenza nella persona del dirigente, risultavano assenti tutti gli altri chiamati, tranne l’Enel. Si dà atto che nella distribuzione nella persona del signor Massimo Maffi, alla fine, dopo aver esposto il suo punto di vista, ha rilasciato una delega al rappresentante del Comune, quindi in realtà il voto unanime, perfettamente lecito, è il voto esclusivamente del Comune.

- Interruzione –

Ho detto "perfettamente lecito". Scusa, credo che sia una fonte minima di civiltà che io rispondo esattamente di quello che dico…

- Interruzione –

Scusa, visto che mi hai interrotto, mi hai interrotto per farmi rilevare qualcosa che ho detto io o per farmi rilevare dell’altro? Perché se mi hai interrotto per farmi rilevare qualcosa che ho detto io, era senza senso. Se devi parlare con altri, parlagli quando parlano loro. Io ho premesso che io reputo questo provvedimento, per quello che appare, del tutto legittimo. Io non lo condivido e non lo condivido per una ragione essenzialmente politica. La ragione politica del mio dissenso da consigliere di opposizione sta nel passaggio trasparente, ma non lo condivido, che sta sotto la voce della relazione che si intitola "parere preliminare". In data 14 aprile 2008, l’Immobiliare Campo della Fiera inoltrava un parere preliminare per la trasformazione dell’immobile esistente attraverso un piano di recupero, ecc.

La proposta è stata oggetto di confronto fra le parti, al fine di pervenire a una nuova proposta meglio rispondente alle esigenze evidenziate dal soggetto privato, ma in particolare a quelle manifestate dal Comune. Questa è una precisa assunzione di responsabilità politica. Vuol dire che questo progetto, se capisco le parole, è stato, come è lecito, già discusso e verificato con i privati, vuol dire quindi che l’assessore o chi per esso (questo non mi interessa) nello svolgimento delle sue funzioni ha già espresso, credo, un giudizio di massima col privato in ordine a questo piano, e oggi chiede ai consiglieri comunali di ratificare – l’espressione è imprecisa, ma credo serva per intenderci – il suo operato.

Mi interrogherei dal punto di vista politico sulle modalità politicamente, e solo politicamente, più corrette, nell’interazione tra l’assessorato e il Consiglio comunale e il lavoro delle Commissioni, per esempio, per addivenire a questi risultati, e personalmente do o darei probabilmente risposte diverse, probabilmente meno decisioniste, ma di questi tempi – me lo insegnano in casa mia – il decisionismo è sicuramente una virtù o un valore. Però quello che sto dicendo è che rispetto a questo piano c’è un’assunzione di responsabilità politica da parte dell’assessorato che evidentemente, per quanto mi riguarda, impedisce ai consiglieri di opposizione e a me comunque di condividere questa assunzione di responsabilità politica.

CONSIGLIERE FRONTINI ( PIACENZA LIBERA )

Per aggiungere solo due cose rispetto a quanto abbiamo appreso. E anche in questo mi unisco ai ringraziamenti al collega Mazza e anche al collega Salice, che ha evidenziato un aspetto ulteriore che conferma la mia opinione, che è quella di non condividere questa operazione. Legittimissimo sotto tutti i punti di vista, ci mancherebbe, di questo non abbiamo mai avuto dubbio.

 

 

 

Volevo semplicemente permettermi di aggiungere un aspetto che forse è più emotivo. Credo che questa possa essere stata un’opportunità persa da parte della città di riscoprire, comunque di tornare a cominciare a programmare una nuova immagine per il centro cittadino, nel senso che i luoghi che andiamo a toccare, su cui andiamo a intervenire, sono un evidente rimando alle nostre radici, al cuore della nostra città, ci rimanda all’ormai famoso Anfiteatro di Placenta, aveva portato il nome tanti secoli fa. E’ un’occasione che sicuramente ci rimanda anche alla scelta forse infelice che venne adottata quando questo palazzo venne precedentemente edificato. Sarà forse l’emotività, ripeto, secondo me più che altro è cercare di immaginare insieme come poter recuperare, anche a livello estetico, il nostro centro. Perché – ricordiamolo – siamo alle porte della nostra città.

Ecco, per queste ragioni aggiuntive rispetto a quello che i consiglieri che prima ho citato, ci hanno evidenziato, ci trovano sfavorevoli. Vorrei che non fosse ritenuta un’osservazione di secondo ordine, perché credo che dell’estetica e delle radici culturali si dovrebbe veramente fare un valore, un valore concreto, un valore operativo.

La motivazione aggiuntiva che quindi apporto è che secondo noi è stata un’opportunità per tutti.

 

CONSIGLIERE CISINI (PD)

Ho ascoltato con attenzione un po’ tutti gli interventi che ci hanno preceduto, che mi hanno preceduto, direi tutti quelli di ogni singolo esponente della minoranza, e capisco le perplessità perché il tema che ci è stato posto all’attenzione della maggioranza, cioè questo piano di recupero, è stato in effetti oggetto di confronto e di approfondimento da parte di tutti i membri della maggioranza, di discussione, e capisco le perplessità.

Per quanto mi riguarda, le abbiamo superate per una serie di motivi che vado ad elencare. Il primo motivo è abbastanza semplice. Se nel 2002 mi avessero prospettato, tra le varie cose e i vari interventi che ha costruito l’Amministrazione Reggi, anche la possibilità di rivedere, di intervenire su quello che è l’edificio in discussione oggi, sarei stato estremamente felice. Lo ritengo per certi versi al pari di dismissione ai rottamai, per intenderci, lungo le mura, piuttosto che di altri interventi importanti, di bonifica, di recupero di valorizzazione della nostra città.

Siamo di fronte a uno degli edifici più contestati dalla critica e dalla cultura della città, costruito in epoca moderna, recente, nel contesto che tutti conosciamo. Io non voglio sostituirmi ai tecnici che diranno le motivazioni e si rapporteranno agli interventi che mi hanno preceduto sulla specificità del piano regolatore, etc.; saranno molto più precisi con le carte sottomano, ma ritengo che se facessimo un sondaggio tra di noi potremmo sicuramente, in larga maggioranza, definire questo edificio incongruo nel contesto in cui si trova. Incongruo dal punto di vista architettonico è facile da capire, ma non lo dice Giorgio Cisini, lo dice una opinione pubblica abbastanza diffusa. Non voglio farmi portavoce e soprattutto non voglio parlar male di chi ha lavorato per la costruzione di quell’edificio. È chiaro che non tutte le ciambelle riescono col buco, però credo proprio che sul fatto che questo edificio sia incongruo col contesto, sia poco contestabile, dal punto di vista costruttivo, dal punto di vista architettonico, dal punto di vista dei materiali impiegati. Si tratta di un edificio che poco c’entra con quel luogo.

Sono stato anche attento in tutto questo percorso alle vicende storiche e alle vicende archeologiche del luogo, che diverse firme sui quotidiani locali hanno raccontato in modo puntuale.

Dobbiamo innanzitutto mettere qualche paletto. L’Enel, cioè l’Enel di una volta, non l’Enel privatizzata, come altri enti dello Stato, nel momento in cui interveniva sul territorio, vuoi con edifici di questo tipo, vuoi con altri tipi di edifici fino alle cabine elettriche, se è vero che, da un lato, per rispettare una normativa, presentava regolare richiesta il Comune per edificare, è altrettanto vero che un ipotetico diniego non li avrebbe fermati, inserendo, costruendo, realizzando … Non mi sento di fare molte critiche nemmeno all’Enel, perché alla fine tutti entriamo in casa, schiacciamo un bottone, si accende la luce, e quindi tante grazie. Forse, c’è una critica, ironicamente: ha partorito più politici l’Enel che neanche …! Forse i danni li ha dati più in questo senso! Era in senso ironico; non mi riferisco al nostro Sindaco, perché voi sapete che ne parlo sempre bene. Anche questo in senso ironico.

Nel momento in cui decideva di realizzare una costruzione, qualunque essa sia, in pendenza di qualunque cosa, di qualunque parere, di qualunque suggerimento, comunque lo realizzava, così come è stato fatto con la scuola di Polizia.

Attenzione, sul tema delle varianti ci possiamo allargare in tanti … Per esempio, l’area Camuzzi, l’area adiacente, così come altre aree, ex Acna, etc., tutte hanno vissuto dei cambiamenti: erano tutte a verde pubblico. Una volta dismessa l’attività, era a verde pubblico. Ma è un modo di pensare all’urbanistica, probabilmente, che riproponeva, dava delle possibilità edificatorie, e ha trasformato il verde pubblico in area industriale dismessa.

Nel dibattito che ne è uscito fino adesso, io le due cose le terrei disgiunte. Anche se l’Assessore in Commissione dice che potrebbe essere, etc., etc., io terrei le due cose divise, perché regolate comunque con delle classificazioni e comunque con dei tipi di intervento assolutamente diversi. Questo è la partita di oggi. La partita di domani la si giocherà vedendo tutto quello che consegue al tipo di intervento previsto per quella zona.

Il primo fatto positivo riguarda la possibilità di sostituire, perché trattasi di demolizione e ricostruzione, attraverso un piano di recupero, di sostituire un elemento che è ai margini del centro storico, ma è sempre stato caratterizzato (in negativo) per quanto riguarda il suo aspetto.

Altri fabbricati altrettanto incongrui, anche se con classificazione diversa, per esempio in via X Giugno abbiamo quell’enorme parcheggio per il quale la procedura dal punto di vista "piano regolatore" è assolutamente diversa, ma che tutti auspichiamo che venga portato a termine quanto richiesto attraverso le procedure di permesso a costruire. Cioè, la riconversione, il riutilizzo di quel fabbricato ad uso residenziale, terziario, negozi, etc., etc.. Quindi, la licenza edilizia è già stata approvata, già stata ritirata; questo è un atto pubblico, speriamo di vederne presto la riqualificazione perché è un edificio incongruo per dimensioni ed ha una impronta che nel contesto della zona risulta assolutamente fuori scala.

Quando ci troviamo di fronte a situazioni di questo tipo, che non le voglio assimilare, cerco di essere abbastanza chiaro; le assimilo per dimensioni e per incongruità, è chiaro che il primo pezzettino di interesse pubblico incomincia a evidenziarsi, dal mio punto di vista. Perché? Perché è evidente che ci troviamo in una situazione estremamente particolare.

Il processo di dismissione dei beni Enel è stato fatto in un certo modo e ha prodotto un risultato. È una cosa che non ha avuto le caratteristiche, come modalità, di quello che auspicava Gianni D’Amo di una dismissione quali le aree militari, ad esempio; ha avuto un processo assolutamente diverso. Quindi, o l’Amministrazione pubblica era pronta, aveva l’interlocutore in quel momento, si inseriva in una trattativa pseudo-privata e aveva 10 milioni di euro in tasca da investire, oppure sei fuori dal gioco. Non credo che qualcuno abbia colpe di questo.

Io credo che nei beni dismettibili, dismessi, ci siano altre situazioni: guardate quanti beni ci sono a Piacenza e molti sono stati dimessi, di Enel. Alcuni li abbiamo anche intercettati, qualcuno sì. Stiamo parlando di un periodo diverso dal nostro.

Dal punto di vista del ragionamento si arriva a individuare due possibilità: una per il no e una per il sì. È chiaro che il no si può motivare in cento modi: si passa attraverso il PSC, si passa attraverso una serie di ragionamenti che rimangono tali; l’altro è quello di avere la possibilità, cioè chi pensa che questa pratica possa avere uno sviluppo positivo e che ci sia un interesse pubblico minimo, ampio, medio, questo è una valutazione che poi ognuno potrà fare come meglio crede e in base alle proprie conoscenze, alle proprie capacità di ragionamento e di calcolo; dico che il primo tassello culturale mi porta a pensare più di sì che di no.

Quale altro tassello mi porta a pensare più di sì che di no? Quello di avere una "piccola Pilotta" a Piacenza, subito. Avere un "toschino" anche da 50 posti, multipiano, vicinanza centro, io credo che aiuti. Poi è vero che non sarà risolutivo, è vero che, è vero, è vero, è vero … Aiuta. Aiuta chi? Aiuta il commercio, aiuta chi li chiede tutti i giorni, chi probabilmente ha anche ragione, chi ci risiede, etc.. Aiuta a rivitalizzare un po’ il centro? Secondo me sì. Un edificio dismesso qual è quello odierno non produce niente; non dà danno, perché le condizioni statiche e strutturali, etc., non danno danno; è anche vero che non produce alcun beneficio.

Poi c’è il discorso che tutti hanno legato alla scuola. È chiaro che i discorsi legati alla scuola in questo caso sono solo aria, nel senso che è insostenibile pensarlo, né da un punto di vista economico perché nessuno sarebbe in grado di sostenerlo, nessuna amministrazione, perché nel gioco delle compravendite, come risulta dagli atti depositati, ci troviamo in una condizione in cui un bene da demolire, con quelle caratteristiche, costa 10 milioni di euro. Pensiamo a ricostruirlo, a riconvertirlo …

- Interruzione -

Infatti, quando io mi riferivo alle dismissioni non ho che ho detto: "E’ stata una dismissione così serena", nel senso che se non eri lì… E’ lì che si pone il problema, ma ad oggi la situazione è quest’altra: un bene che costa 10 milioni di euro, che si deve demolire, che si deve ricostruire, quindi è facile pensare che i 10 milioni si raddoppiano. E in ogni caso è un tema che non è in discussione.

Per tutte le cose che ho detto, sì, credo che l’interesse pubblico un po’ si evidenzi. Credo anche che il terziario, i negozi, il commerciale che si va a insediare lì sia rivolto anche come bene di servizio e di supporto alla scuola. Non ci andrà uno che fa le fotocopie? Non ci andrà uno che fa un supporto informatico? Per esempio. In ogni caso, credo che una serie di motivazioni mi portino a pensare, ma la prima, quella che più mi riguarda è quella del fatto storico, architettonico, possa condurre a pensare che è possibile arrivare a una variante quale quella proposta, che non è follia. L’alternativa che abbiamo oggi sul piatto è quella di tenere un edificio vuoto. Ma quale PSC, quale piano regolatore potrà mai riuscire a fare o a dare una soluzione diversa a quella che si prospetta lì?

Per tutta questa serie di ragioni, io credo che questa variante sia concepibile. Chiaro che l’obiettivo che dobbiamo ottenere e che mi lascia tranquillo semplicemente per un parere posto, firmato e sottoscritto da una Commissione di Qualità che rispettiamo tutti, assolutamente favorevole, sia la restituzione anche architettonico di quella zona, di quel luogo. A questo punto credo di avere molti più elementi per poter dire sì che per poter dire no. Gli elementi sul piatto per dire no sono ipotetici e non mi lasciano intravedere soluzioni plausibili, immediate, per dare una risposta concreta a quell’edificio, a quella zona.

Per queste ragioni, noi sosterremo, io per primo, poi il capogruppo lo dirà in dichiarazione di voto, sosterremo che la variante proposta avrà un esito favorevole.

 

CONSIGLIERE PALLAVICINI (RIFONDAZIONE COMUNISTA)

Io sarò breve perché in fatto di queste pratiche non sono sicuramente un esperto e devo spesso ricorrere a un recupero di dati, di informazione forse troppo veloce.

Quello che posso dire (così evito anche di intervenire in dichiarazione di voto) è che se Rifondazione Comunista darà il suo voto a questa pratica è perché riteniamo, come diceva anche il collega dell’opposizione Salice, che non ci sia un problema di legittimità. C’è invece un discorso e una discussione che si può fare sull’opportunità, e anche assumendocene la responsabilità politica di questa operazione. Sotto questo punto di vista, noi riscontriamo che indubbiamente ci saranno dei benefici che complessivamente si potranno trarre facendo la tara fra i pro e i contro da questa operazione, dei benefici in termini di recupero, di recupero urbano di una zona che in caso contrario rimane come limite massimo della città oltre il quale non c’è niente, che invece così viene appunto recuperata e reinserita nel tessuto urbano.

Non condividiamo le critiche del consigliere Tassi in merito alla qualità estetica o meno dell’opera. Al contrario, ci sembra che possa essere valida, ma soprattutto vogliamo sperare che portare nuovi posti auto, nuovi parcheggi, in un polo nord del centro storico possa contribuire, con tutti i tempi e con tutti i necessari passaggi del caso, a portare ad un allargamento anche delle zone a traffico limitato, dato che proprio uno dei problemi che spesso viene addotto quando si criticano questi strumenti è quello della mancanza di parcheggi nei punti cardinali della città.

Chiaro, non si risolve con 110 posti auto, ma speriamo che possa essere un primo passo perché proprio quella è una zona in cui si potrebbe appunto intervenire.

Mi permetto di dire un’altra cosa che mi tocca molto molto da vicino, da un punto di vista emotivo e che esula in parte alla pratica. Una cosa che sicuramente è vera è che rimane in piedi il problema della mancanza di strutture per l’educazione fisica delle scuole, in particolare del Liceo Gioia, dove andavo anch’io.

Se, da quanto ci risulta, è vero che non era questa la pratica con cui si poteva andare a incidere perché l’edificio è privato, ci sono dei costi proibitivi e così, è anche vero che chiudere ancora una volta gli occhi e dire: "La rimandiamo, troveremo una soluzione", non mi lascia per niente sicuro e credo che,come non lascia sicuro me, non lascerà sicuri neanche gli altri colleghi che hanno avuto a che fare con quell’istituto.

Se quello che si profila all’orizzonte come soluzione per gli spazi di educazione fisica è quello di andare a inserirci nel discorso delle aree militari e così, visti i tempi tecnici che la pratica aree militari si porta addosso, connaturati, non per volontà del Comune di sicuro, ma per tutti i passaggi e le modifiche che sono in atto, io chiederei al Comune di prendere in considerazione, nella persona del Sindaco e del Vice-sindaco, anche l’opzione di proporre alla difesa uno stralcio di quella che è la palestra della caserma di fronte a Palazzo Farnese, per anticipare i tempi almeno su quella che è la struttura della palestra, stralciandola dalla operazione e studiando quali misure compensative si possano trovare, ma per arrivare al prossimo anno scolastico ad una soluzione che possa dare una risposta a questa necessità, che è davvero una necessità, perché se è vero che si sta andando verso un riequilibrio tra i licei Respighi e Gioia, è anche vero che il problema della palestra, che è un diritto degli studenti e per dare un’istruzione completa, rimane anche se il Gioia dovesse crollare, cosa che non succederà, da oggi a domani, a 300 studenti. Il problema rimane comunque, quindi battiamo questa strada, ma soprattutto – lo dico anche ai giornalisti – l’Amministrazione provinciale su un problema di questo genere? Abbiamo l’assessore giovane sulle politiche giovanili e così… Sicuramente doveva pensarci non solo Boiardi, ma doveva pensarci Squeri, dovevano pensarci tutti. Però io spero veramente che l’Amministrazione provinciale batta un colpo sotto questo punto di vista. Penso che la competenza sia prima di tutto sua, e invece mi sembra che sotto questo punto di vista ci sia un silenzio di tomba, su questo punto come su tutti gli altri temi inerenti l’istruzione nella nostra Provincia, della nuova Amministrazione.

Ma mentre voglio incalzare la Provincia su questo, che il Comune prenda in considerazione di battere questa ipotesi dello stralcio preventivo, per anticipare i tempi rispetto alla palestra della caserma antistante.

Comunque ci sarà il nostro voto favorevole, sperando che possa essere un primo passo per l’adozione di tutti quegli strumenti necessari a procedere a degli allargamenti alla ZTL nel centro storico. Grazie.

 

PRESIDENTE

È arrivata la richiesta di proseguimento della seduta. Vi chiederei di votarla. Votazione nominale, voto aperto.

* * *

Sono entrati i consiglieri Caruso e Crespoli.

Sono usciti i consiglieri Ceccarelli e Negri.

PRESENTI N. 34.

Nessun altro componente del Consiglio avendo chiesto di parlare al riguardo, il Presidente pone quindi in votazione la richiesta di prosecuzione della seduta oltre l’orario previsto, formulata da un quinto dei consiglieri comunali, ed il Consiglio Comunale la APPROVA con n. 28 voti favorevoli e n. 6 voti contrari.

Il Presidente ne fa proclamazione.

* * *

PRESIDENTE CARINI

Prego, consigliere Vaciago.

 

CONSIGLIERE VACIAGO ( GRUPPO MISTO )

Anch’io sono più che altro perplesso. L’edificio che abbiamo visto sulle slide del Vice Sindaco dice meno del precedente, ma poi soprattutto quello che non mi piace è tutta la pratica: se guardate quante volte è girata di mano quest’area, vi preoccupate. L’Enel ha incassato un briciolo di questi soldi. Gli intermediari, come spesso capita non solo in questa città ma diciamo in questo Paese, hanno fatto soldi. L’ultimo venditore era il signor Safti Eduardo Salvador nato in Argentina il 9 aprile 1950 e là residente. Interessante che è dall’Argentina che hanno comprato i terreni di una società con capitale sociale di 15.000 euro. Che grande Paese!

Cosa ci guadagna Piacenza da questa operazione? Niente. Molta gente un fracco di soldi perché è questa variante che porta a casa tutta l’operazione. Senza questa variante quanto avrebbe incassato dal Comune l’Enel anni fa se c’avesse venduto quell’edificio per farci una scuola? 500.000 euro. Con quella destinazione d’uso e senza variante quell’edificio dismesso, credo che è quello che l’Enel ha preso per quell’edificio. Tutti gli altri milioni, grazie alla variante che voi portate stasera, io no perché me ne vergogno, non sono ancora berlusconiano e credo che i Consigli comunali si debbano occupare di beni pubblici, non di soldi privati. E’ chiaro che questo paese è riuscito a privatizzare il governo, si occupa di se stesso il nostro governo.

Giustamente Pierluigi Bersani ieri sera diceva: "Non faremo opposizione", ma come fai a fare opposizione se non hai il governo? Faremo un’alternativa, io spero che faccia un governo Pierluigi Bersani, con dei ministri che dicono cosa farebbero per questo paese. Almeno avremo qualcuno che si occupa del paese.

A parte che l’edificio fu fatto anche allora…

- Interruzione –

Attenzione, le passate Amministrazioni (Trabacchi) favorivano l’Enel perché investiva a Piacenza, non perché se ne andava, quindi gli hanno lasciato fare. Io gli avrei regalato la terra. Quando ero sindaco, ero della teoria che chi viene in questa città gli regaliamo la terra. La terra è l’unica cosa che non vale niente se il piano regolatore non prevede cubature, vale poco. Regalare la terra a chi viene qui a fare investimenti, prima o poi dovremo farlo. I nostri migliori se ne vanno, se non favoriamo l’arrivo qua di qualcuno, il paese si spegne. Potete calcolare l’anno entro il quale non c’è più. I nostri migliori se ne vanno e crescono altrove.

In linea di principio, ho litigato con la moglie perché lei è architetto e dice che favorire la residenza in centro fa sempre bene. Sì, ma favorire anche gli affari degli altri no. Quindi mia moglie diceva: "Per piacere, vai a votare a favore". Ma io ho detto: "No, non posso, questi argentini… Mi puzza questa pratica".

Trasformare un edificio vuoto in residenza in centro storico, è chiaro, è una buona idea. E’ l’unica cosa positiva che vedo nella cosa.

A parte l’ironia del voto unanime dell’unico presente… E’ facile l’ironia. Cosa doveva fare? Buttare in dissenso anche? Non poteva che essere unanimemente a favore, era l’unico.

A parte le cose banali, cioè il Comune di fronte a un edificio dismesso può solo favorirne il riuso, va da sé. E che per piacere l’edificio nuovo sia meglio del vecchio. Allora approviamo tutto in questa città, cioè il Consiglio comunale ratifica qualunque regalo (questi sono tutti regali). Quando vedo cose che passano tropo di mano, capisco che troppi soldi si concentrano su quell’affare. E’ chiaro che il Comune non poteva pretendere che trattare con Enel, però poteva fare una telefonata. Enel è una cosa privata, fa quello che vuole, però risponde al telefono, quindi non so chi, ma qualcuno una telefonata a Enel poteva farla, evitando che partisse una serie di cose di questo tipo.

Mentre in generale trasformare un edificio in abitazioni in centro storico mi vede sempre favorevole, le caratteristiche che questa pratica ha avuto in questi anni mi sconsigliano di votare a favore perché secondo me la cosa ha un cattivo odore.

 

CONSIGLIERE FUMI (PER PIACENZA CON REGGI)

Intervengo con rammarico alla discussione di questa pratica e vorrei quindi cercare di farlo per porre maggiore chiarezza. Questo perché? Perché già in Commissione, una decina di giorni fa, io avevo posto alcuni temi, alcuni problemi, pensando che questi temi e questi problemi potessero trovare alcune risposte, alcune soluzioni, e invece, ahimè, con rammarico, queste soluzioni, queste risposte non sono state date. Mi auguro che stasera durante questa discussione possano arrivare, però devo dire che molti temi che io in quella occasione avevo posto e sottolineato, si sono nuovamente ripresentati con la stessa identica forma e senza – mi sbaglierò, spero – soluzione.

Arrivo al nocciolo, al dunque. Devo dire che come primo punto non condivido una gestione della pratica che ci porta a giudicare o comunque a valutare l’aspetto estetico e architettonico del futuro costruito. Questo perché credo di poterne dire a sufficienza. Sono anch’io abituato a vedere a anche a fare "rendering" che possano piacere, che possano trasformare il bello e il brutto e rendere tutto molto più piacevole alla vista e anche che possano dare delle belle suggestioni. Ma credo che questa non sia la sede in cui noi dobbiamo giudicare quel tipo di qualità, perché la qualità architettonica ha – ben venga – una commissione che si è già espressa, che ha detto la sua, ma che è quella la sede in cui si devono tenere quel tipo di operazioni. Noi non siamo degli immobiliaristi, non siamo interessati all’estetica, ma bensì a una avariante urbanistica e a bello che ne consegue e a quelle che sono le scelte che devono essere poste su quel tema.

Oggi qui si tratta, giustamente, di una variante urbanistica, non di una variante architettonica o estetica. Lì c’è un progettista, ci sono stati altri privati e non solo, che hanno gestito e visto duello che volevano vedere di quel tipo di edificio e io non voglio entrare nel "mi piace, è bello" o "non è brutto". Ho già posto questo tema su altre cose; lo voglio risottolineare ancora stasera in questo momento, perché credo sia fondamentale.

Questo comunque è una piccola parte di quello che vorrei dire, perché – sottolineo – è meritorio il recupero di un’area e di uno spazio che è moribondo, e purtroppo è così, è tutto un comparto che ha dei problemi di carattere utilizzatorio; bisognerà capire poi quale effettivamente sarà l’utilizzo, e questo io credo che in questo momento possiamo dare una opzione, una possibilità, ma non è detto che poi quella sia realizzata come noi vorremmo.

Devo anche dire che noi abbiamo trovato un interesse pubblico, che è quello della realizzazione di posti auto. Sì, ma quanti posti auto? Tanti posti auto? 50 posti auto. Bene. 50 posti auto sono un numero tale per cui si crea un’offerta, ne consegue una domanda, la domanda viene saturata rapidamente, purtroppo, in quella situazione immagino che venga saturata molto rapidamente, perché 50 auto sono una via e negli orari di punta si fa presto a riempirla. E poi? E poi si crea traffico indotto, in cerca di un’offerta che non è reale. Questo non dobbiamo dimenticarlo. È sicuramente una buona opzione quella di avere dei posti auto, ben vengano, però non dimentichiamo questo fatto ed è un fatto reale, supportato da tutti coloro che si occupano di mobilità e di urbanistica.

Altro punto, altro passaggio, che è quello che è il tema, il nocciolo della questione: l’operazione interesse pubblico e interesse privato. Su questo io resto piuttosto perplesso e aspetto che ci siano le risposte alle domande già poste da altri.

Noi abbiamo oscuramente una responsabilità politica, che è quella di cercare di porre un miglioramento del tessuto urbano, una riqualificazione, e in questo senso potrebbe esserci un miglioramento, però è tutto nel "se" e nel "ma", perché realmente bisognerà capire come farà e restano, almeno a me, dei dubbi.

Uno dei temi che mi lascia perplesso e vorrei una risposta è (lo avevo chiesto in sede di commissione): quali sono le entità degli oneri urbanistici versati ai tempi (1979, se non mi sbaglio) riportati ad oggi, visto che l’edificio Enel è nato come un edificio pubblico, con una legge … Vorrei capirlo, ma giusto come notizia; non pongo altro problema se non quello di notizia per capire, visto che sono stati fatti dei parametri, si è parlato di quantità di denaro e quant’altro, qual è l’importo e il raffronto con un dato omologo, un edificio analogo a questo, e quanti sono i pro e i contro che anche in quel senso è stato fatto, perché io come edificio pubblico che viene venduto al privato ed è lì il problema di tutto ciò, non so, non voglio dare una relazione, ha sbagliato l’uno, ha sbagliato l’altro, non abbiamo colto l’opzione, non lo doveva cogliere il Comune di Piacenza … In questo momento potremmo fare solo della dietrologia, non serve più tanto; però può servire perché in futuro certe situazioni non vengano poste. Nel momento in cui abbiamo tante aree militari in dismissione, si crei un accordo anche di tipo politico, tra maggioranza e minoranza, tra chi governa lo Stato e chi l’Ente locale, Comune e Provincia, affinché si possa arrivare rapidamente a realizzare quella dotazione di servizi minimi, che il centro scolastico lì posto storicamente, non mi sembra né in dismissione, né che qualcuno abbia posto dei dubbi affinché rimanga, possa ottenere quei servizi minimi di dotazione.

Va benissimo che gli studenti vadano a fare la campestre, possano gareggiare alla pari o anche magari meglio degli studenti del Tramello, dell’Agraria, che hanno delle bellissime dotazioni sportive, al Daturi o in via Maculani o quant’altro, però, quando piove, è necessario che anche loro possano opzionare una situazione, una palestra, un qualcos’altro, senza dover andare a fare la carità, magari ben pagata, comunque la carità, nelle scuole o nei centri che attorno offrono piccoli spazi, che però io direi che sono dei budelli e non quello che serve. Grazie.

 

CONSIGLIERE PIAZZA (PER PIACENZA CON REGGI)

Ho aspettato fino adesso perché mi piaceva ascoltare tutti i miei colleghi che hanno parlato, anche per documentarmi meglio su questa pratica. Io non sono un tecnico sull’urbanistica, perciò devo ascoltare quelli che ne sanno più di me.

Partirò da una cosa che ho sentito da un altro consigliere, non ricordo più chi, che ha parlato di bilanciamento fra interesse pubblico e interesse privato. Per me questa pratica è priva di bilancio, nel senso che è molto sproporzionato l’interesse del privato con l’interesse del pubblico.

Mi ha fatto piacere ascoltare il consigliere Vaciago, di cui condivido molto l’intervento che ha fatto. Anzi, vi meraviglierete, ma alcuni appunti che ho qui sono stati trattati dal consigliere Vaciago. Qui un edificio è stato venduto a un privato a una certa cifra, poi quest’altro privato lo ha venduto a una cifra molto superiore e chi l’ha comprato, chiaramente, non dico che ha avuto l’assicurazione, ma l’ha comprato nell’ottica di cambiare destinazione d’uso per farci il guadagno dovuto.

Io non vedo il Comune cosa ci guadagni da questa pratica. Io ho visto il progetto del nuovo edificio e ho ben presente com’è quello vecchio. Io non vedo quel grosso miglioramento, almeno sulla carta non vedo quel grosso miglioramento; è sempre un edificio moderno, di linee moderne, che va a posizionarsi vicino a un palazzo storico com’è il Palazzo Farnese.

Altra considerazione che io faccio è questa: quell’edificio è stato vuoto per molti anni, non so quanto, almeno 7-8 anni; la scuola vicino, il Liceo Gioia, è sempre stata carente di aule, carente di servizi; possibile che al Comune o alla Provincia non sia mai venuto in mente (per il Comune mi ci metto dentro anch’io) di chiedere all’Enel di affittare, visto che sono rimasti vuoti, affittare alcuni locali alla scuola!

Ad esempio, io come insegnante del Liceo Scientifico porto i miei allievi a far ginnastica in uno locale sotto il Cheope, che è stato ristrutturato per la Provincia e il proprietario di quel locale credo che prenda come affitto dalla Provincia sui 100.000€ all’anno. Perciò poteva essere anche un affare per l’Enel affittare i locali alla scuola attigua.

Altra considerazione, che è una cosa che mi ha sempre dato fastidio, è una mia considerazione, è che qui chi ha i soldi (ma forse è così dappertutto) riesce sempre a fare tutto quello che vuole, qua a Piacenza. Forse succede così anche dalle altre parti, è un po’ generale questo.

Io dico, questo che ha comprato, il proprietario, se ad esempio questa pratica non passasse, cosa fa? Se il voto fosse negativo, cosa fa questo proprietario qua? I lauti guadagni che doveva fare vengono dimezzati e magari non può più fare quello che poteva.

Mi allaccio anche a quello che ha detto il mio capogruppo Fumi. Vedo che anche lui non è molto d’accordo e mi ha spiegato che anche lui aveva chiesto delle cose, di rivedere delle cose su questa pratica, ma non è stato preso in considerazione.

Ho sentito il consigliere Cisini, che di solito è molto più fermo nel difendere le pratiche, invece l’ho visto attaccarsi un po’ sui vetri, cioè ha detto che le cose positive sono più di quelle negative, però ha fatto un po’ fatica a difenderla, e io ho molti dubbi su questa pratica qua, anche se non è il mio campo. Qualcuno potrebbe pensare che io potrei star zitto perché non so niente, però, siccome ascolto, mi faccio le mie idee, faccio le mie considerazioni e dico una cosa che ho detto anche altre volte; poi io magari passo per quello che si mette sempre contro alcune pratiche e io non vorrei passare per quello, perché è una posizione sempre scomoda quella di mettersi contro la maggioranza, ma io lo faccio perché cerco di pensare con la mia testa, magari sbagliando, e di quello che dico, degli sbagli che faccio sono il diretto responsabile.

Ho visto che nessuno della maggioranza ha fatto interventi su questa cosa qua, tranne Cisini, che si è arrampicato un po’ sui vetri. Deduco che per la maggioranza va benissimo, anche perché se questo signore qua che ha comprato, ha comprato per quella cifra, quasi sicuramente sa che questo cambio di destinazione ci sarà. Ho saputo oggi che è un argentino.

In poche parole, per me il pubblico, il Comune non ci guadagna niente, perché 50 posti auto non sono niente rispetto alle centinaia di posti auto che potremmo avere sotto la Piazza Cittadella, ad esempio.

Io non sono d’accordo su questa pratica, perciò voterò di conseguenza.

Mi chiedo un’ultima cosa: se, ad esempio, non fosse conveniente per l’Assessore ritirare la pratica e vedere di raccogliere più consenso. Sarebbe molto più bello anche per la cittadinanza che questa pratica passasse, se deve passare, con più consenso, perché qualche dissenso - da quello che ho capito - ci sarà.

Io e il consigliere D’Amo abbiamo presentato un ordine del giorno che, chiaramente, se l’Assessore ritirerà la pratica, noi ritireremo. Grazie.

 

CONSIGLIERA CALCIATI (PD)

Io voterò la pratica così metto tutti tranquilli, però mi sento in dovere di dire tre cose. La prima: che qualsiasi atto del Comune produce interesse, benefici economici. Caro Giacomo, tu hai iniziato a rifare un piano regolatore dove molte aree sono state modificate e quelle aree avevano avuto numerosissimi passaggi di proprietà, con numerosissime speranze anche di qualcuno che viveva all’estero.

Io non introdurrei questi ragionamenti su questa pratica, perché questo caso è uguale a centinaia di altri a Piacenza, purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista. Una cosa è certa, che come consigliera comunale pretendo che le carte del Comune siano a posto dal punto di vista giuridico e amministrativo, e, leggendo dalle pratiche, visto che io non ho qualifiche tecniche per dire il contrario, io mi fido dei pareri tecnici dati dalla segretaria, dal dirigente, dalla conferenza dei servizi.

Questo ragionamento di "chi ci ha guadagnato" e delle speculazioni finanziarie condannabili, però mi chiedo: quante altre pratiche urbanistiche o di cave a Piacenza è successo altrettanto? Per me come consigliera comunale la cosa importante è che ci siano gli atti in regola e non ci siano dei reati legati alla pubblica amministrazione, cosa che in questo come negli altri casi non c’è stata.

Secondo punto. Questa è un’occasione persa per Piacenza. Hai ragione, Giacomo, anche tu come sindaco l’hai persa…

- Interruzione (il consigliere Vaciago parla a microfono spento) -

Temo che tu come economista dovresti fare un altro intervento, forse meno da illuso.

Quando è stata venduta dall’Enel questa … Se mi dici la data, per favore, visto che non l’ho trovata nella pratica. Quando è stata venduta dall’Enel? Quello dell’Enel, il primo. Comunque, più o meno nella data che l’Enel ha venduto via Santa Franca, che ha acquistato la fondazione, che penso fosse ancora della Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano, poi quando ha venduto l’immobile a Piazzale Milano, comprato dall’ASL per farci i suoi uffici, etc..

Il problema, che è il problema di questa città e di questa provincia, è che gli enti locali non si potevano permettere di acquistare nessuna di quelle proprietà, perché anche l’ASL l’ha comprata non con i soldi degli enti locali; l’ha comprata finendo di vendere i beni destinati all’ASL, ma soprattutto con i finanziamenti della regione. L’altra ce l’ha acquistata la fondazione e oggi c’è questo progetto importante di ampliamento della Ricci Oddi, di conclusione della cittadella culturale, dove via Santa Franca è inserita.

E qui faccio un "mea culpa" anch’io come amministratrice e dovremmo farlo tutti noi, ma soprattutto dovrebbero farlo tutte le forze pubbliche, economiche, sociali e istituzionali di Piacenza, sul perché non si è fatto quello che giustamente il consigliere Vaciago oggi ha detto qua: di sedersi su un tavolo con l’Enel e discutere di tutta la partita Enel a Piacenza, che era sostanziosa. Invece anche noi siamo stati al gioco dello spezzatino e dei lotti che hanno portato a questo risultato, che questo immobile non si è riusciti e non so neanche se qualcuno ci ha tentato, tanto per essere esplicita. Mi ricordo una discussione in Amministrazione comunale sul fatto che il Comune non se lo poteva permettere e basta, mi ricordo solo quello. Anno 1999. Qual è l’anno?

- Interruzione (diversi consiglieri parlano a microfono spento)-

A maggior ragione, dico che è stata un’occasione persa recente, anche se l’operazione dell’Enel viene da lontano; viene dalla metà degli anni ’90, tra l’altro attivata proprio da Pierluigi Bersani: quando era ministro, è stata una delle sue lenzuolate quella della privatizzazione e dell’inserimento nel mercato dell’Enel.

La cosa che a me rammarica è questa: che Piacenza ha perso l’occasione di fare una trattativa complessiva con un ente che si andava dimettendo, formalizzando, 10.000 società, come ci ha spiegato il sindaco Reggi o confluendo in altre società più grosse a livello nazionale, per la gestione degli impianti di produzione di energia.

Giunti a questo punto, non vedo quale altra strada abbiamo davanti, se non fare un lavoro notarile, insieme alla Sovrintendenza, sul salvare o almeno recuperare la bruttura, anche se, dalle immagini e da quello che ho capito, non è che mi entusiasmi particolarmente. Sicuramente è meglio di quello che c’è adesso, ma – aggiungo – ci mancava altro che fosse peggio di quello che c’è adesso.

Che cosa viene in tasca al Comune? I 50 posti macchina e circa 800.000e di oneri di urbanizzazione. Si poteva rinunciare forse a qualche onere di urbanizzazione, che però vanno a coprire investimenti, sia pluriennali, sia annuali, sui servizi e chiedere, come chiede D’Amo e Piazza nel suo ordine del giorno, di fare una palestra per quelle scuole che insistono lì intorno? Il problema della palestra ce l’hanno quasi tutte le scuole lì intorno. Adesso sentiamo anche l’assessore cosa ci risponde rispetto alle risposte sulle aree militari delle palestre, che tra l’altro lì ci sono già, pronte, in Piazza Cittadella.

Si poteva fare degli interventi più pubblici? Non lo so. Giunti a questo punto, penso che per l’ennesima volta dobbiamo tutti insieme, non solo il Consiglio Comunale, ma anche la Provincia, ma anche chi ci poteva aiutare a fare questa operazione di mantenere pubblici tutti gli edifici dell’Enel (e parlo delle forze economiche e delle banche) che abbiamo perso una bella occasione e che penso non ci sia più – giunti a questo punto – delle alternative.

 

PRESIDENTE

Prego, Assessore, per la replica.

 

ASSESSORE CACCIATORE

Credo che la replica sia quanto mai dovuta, visto gli interventi. Diventa difficile riassumerli.

Partiamo da tutto il discorso della legittimità della pratica, dei passaggi di proprietà. I passaggi di proprietà sono i seguenti: nel 1992 Edison, con decreto di trasferimento, gira la proprietà ad Enel SPA, che con atto di conferimento lo gira ad Enel Produzione SPA, che con scissione parziale la gira a Sfera, altra società di Enel, che la vende a Enel Real Estate, la quale, con atto di conferimento, la gira a Dalmazia Trieste SRL, altra società di Enel.

Siccome il consigliere Vaciago ci ha tenuto a dire che Enel non ha guadagnato nulla, fammi dire, Giacomo, perché tu, ormai, sei abituato a venire qua, lanciare una bomba e andartene, secondo me ha fatto più passaggi di proprietà privati l’area di Borgo Faxhall che tu hai fatto approvare in questo Consiglio e che ancora oggi non è risolta, con quella convenzione che c’era allegata, e se ho un pentimento è che io l’ho votata credendo a te, che oggi hai fatto un intervento dal punto di vista architettonico, e il confronto è evidente rispetto a Borgo Faxhall, di cui tu insieme a me, ma tu porti la responsabilità. E i passaggi di proprietà tra privati furono ben di più. Credo che il consigliere Mazzoni ne sappia qualcosa. Furono ben di più i passaggi di proprietà tra privati.

In quel caso cosa si è fatto? Hai gestito immobili pubblici? Hai gestito immobili pubblici di cui si occupano i comuni? Tu oggi hai detto questo: "I comuni si occupano di gestire immobili pubblici". In quel caso credo che tu abbia fatto, con una convenzione con qualche problema che purtroppo mi è toccato prendere in mano ed esaminare adesso e capire meglio, perché da questo punto di vista ha ragione il consigliere D’Amo: dovevo leggerla meglio quella convenzione là, all’epoca, perché i problemi quando quel comparto non si risolve, significa che sono strutturali nell’atto, nella convenzione, con gli impegni e gli obblighi reciproci. Quindi, visto il tono e il peso dell’intervento, credo che tu mi consenta di ricordarti che, da quel pulpito, io su questa pratica non accetto nessuna obiezione, seppur legittima, perché le cose che hai detto tu oggi sono di una pesantezza (ma non è la prima volta) notevole.

Io ti sto dicendo che i passaggi tra privati furono di più, tra privati veri, su quell’area là, ma sicuramente tu hai cercato di recuperare un comparto più ampio, che versava e versa in una condizione che è quella.

- Interruzione (il consigliere Vaciago parla a microfono spento) -

Io non ti ho interrotto, Giacomo, e mi fai finire. Credo che tu …

- Interruzione (il consigliere Vaciago parla a microfono spento) -

Scusa, Giacomo, il commissario. E in questo caso questi passaggi hanno fatto sì che ci sia un privato che chiede una cosa. Non preoccuparti, Borgo Faxhall arriverà qui e faremo una bella memoria su tutto quello che è, perché anche lì ci sono delle cose da dire.

Caro Piazza, adesso provo a fare il mio intervento senza che tu mi solleciti, visto che ripeti quello che ti dice D’Amo. Volevo sapere se per questo intervento hai usato quel comitato che hai usato per Palazzo Uffici. Ma è una curiosità, poi me lo dici a parte.

Veniamo un attimo alla legittimità urbanistica di questa pratica, perché ovviamente sono stati fatti molti interventi che tendono a dire se la pratica era possibile oppure no. Il primo tema riguarda la disciplina particolareggiata del centro storico.

La disciplina particolareggiata del centro storico non muta, perché l’intervento attribuito all’intervento in questione oggi è quello di edifici di nuova formazione; tale è e tale resta. Quindi la disciplina particolareggiata del centro storico non muta; muta invece la classificazione dell’immobile, in base a una serie di norme che peraltro vengono citate nella pratica. Poi io capisco che ogni volta che c’è una variante, il consigliere Mazza è coerente con la sua idiosincrasia alle varianti, io lo capisco; credo che però sia difficile sostenere che tutte le cose che comportano una variante siano illegittime, perché il famoso articolo che tu citi continuamente consente questa cosa … Allora ti faccio la lettura: "Sono possibili (lettera A dell’articolo famoso) i piani attuativi dei piani regolatori comunali vigenti, anche in variante", di cui all’articolo 3 della legge 46/88, la quale cita quali sono gli strumenti urbanistici attuativi e rimanda alla legge 47 del ’78, la quale legge 47 dice: "Sono strumenti di attuazione del piano regolatore generale i piani di recupero di iniziativa pubblica e privata", oltre ad una serie di altri piani che, per brevità, tralascio. Capisco la contrarietà alla variante, ma dire che è illegittima mi sembra esagerato.

Poi si dice quali oneri di concessione sono stati pagati. Allora qui bisogna fare una cronistoria, perché anche questo passaggio è articolato. Sicuramente non zero …

- Interruzione (il consigliere Mazza parla a microfono spento) -

Ma tu hai detto questo! Quindi, se mi permetti …

- Interruzione (il consigliere Mazza parla a microfono spento) -

Gratuito, hai detto gratuito. L’Enel richiede un permesso di costruire nel 1980. Il rilascio viene concesso a titolo gratuito in quanto considerato centro di addestramento specialistico, perché la variante famosa di cui tu parlavi, che è la posta ad attrezzature tecnologiche, era strettamente legata alla possibilità di inserire un simulatore per la centrale di Caorso, per fare l’attività di formazione.

Il Comune, visto che tra le attività di Enel non rientra la formazione scolastica, applica su quel permesso di costruire gli oneri di urbanizzazione e costruzione per un importo di 686.377.280 lire. L’Enel paga la somma e contemporaneamente impugna l’atto con ricorso al TAR. Il TAR di Parma annulla l’atto impugnato, nella parte in cui non si concede ad Enel la riduzione del 50% degli oneri di urbanizzazione secondaria; condanna il Comune alla restituzione delle somme indebitamente percepite e nomina un CTU. Il CTU rassegna una perizia nel 1989, individuando due possibili soluzioni: una calcolata con i criteri determinati dal giudice, pari a 644.927.600 lire; ipotesi due, calcolata con i criteri determinati dal Comune, pari a 584.723.560 lire. Il giudice, con sentenza del 1990, determina in 644.927.600 lire l’importo dovuto da Enel, che Enel ha versato. Quindi non è gratuito.

La risposta al consigliere Fumi credo sia precisa perché in Commissione non avevamo conti precisi sottomano e, anche qui, credo che tutto sommato si cerchi sempre di vedere nelle pratiche urbanistiche che comportano una variante di indurre qualche facile illazione di cui poi, sbobinati i verbali, qualcuno risponderà, così la finiamo una volta per tutte e vediamo un attimo come andare avanti.

C’è un tema di fondo. Siccome la maggior parte dei passaggi di proprietà, che è un altro tema, perché il discorso del rapporto tra pubblico e privato, caro Giacomo, è un tema importante. Mi rivolgo a te perché tu sei un’autorità in materia, quindi ti riconosco questo. Diventa difficile, come diceva la consigliera Calciati poc’anzi, quando si è in situazioni come queste, perché i passaggi di proprietà, tranne l’ultimo, sono tutti interni ad Enel, addirittura con decreti; però non ci sta che si dica che l’Enel non ha guadagnato nulla! Perché caso mai ha guadagnato Enel nei passaggi di proprietà. Assieme le due cose non ci stanno.

Il rapporto tra pubblico e privato, ogni volta che si accede o non si accede come in questo caso alla trasformazione di un immobile, il fatto che il privato possa guadagnare qualcosa …

- Interruzione -

Ben venga, se il fine e l’obiettivo che ci poniamo è corretto. Il fine che si pone è quello che ti suggeriva Giulia: portare residenza in un centro storico che in 30 anni ha perso un terzo dei residenti, credo sia un modo di rivitalizzarlo. Si poteva fare di meglio prima? Probabilmente sì. Il tema importante è capire oggi cosa si può fare e io questo fatico a comprenderlo.

Per quanto riguarda il tema della palestra e delle attività sportive del Liceo Classico, tutti parlano del Liceo Classico, ma c’è anche il Romagnosi, etc., proprio perché il tema è noto e conosciuto… Faccio una piccola parentesi: stiamo parlando di una competenza che riguarda un altro ente, non certo questo, ma sicuramente il Comune qualcosa ha fatto, perché la disponibilità del Daturi, recuperato e ristrutturato in quel modo, parzialmente dipende anche dal fatto di dare una risposta di un certo tipo alle scuole di quel comparto.

Il fatto dei 50 posti auto. Se uno li traduce in un conto economico come invocava il consigliere Salice, hanno un bel peso; basta farsi dare due numeri in giro per la città di cosa significa realizzare un parcheggio interrato al secondo piano. Se lo si traduce in termini di opportunità per il tema della carenza di parcheggi a nord, prego leggere ciò che dice l’Unione Commercianti sui giornali di questa settimana, non certo io che sono fonte sospettissima.

Ovviamente non è la soluzione del problema e anche l’Unione Commercianti ha ragione nel dire questo. Non l’abbiamo mai pensata come la soluzione del problema, però per quanto riguarda il traffico indotto, consigliere Fumi, gradirei che ci chiarissimo fin da ora, perché se 50 posti auto inducono traffico, se noi vogliamo fare il parcheggio di Piazza Cittadella, che probabilmente non lo faremo mai più, perché ovviamente il parcheggio di Piazza Cittadella deve essere raggiunto.

Io credo che l’interesse pubblico in gioco in un cambio di destinazione d’uso, che ci deve essere, questo è evidente, ci sia dal punto di vista economico, dal punto di vista delle opportunità e dell’interesse generale, sia per quanto riguarda la risposta in termini di parcheggi a rotazione, quelli che il consigliere Cisini chiamava "piccolo toschino, la piccola pilottina", sia dal punto di vista più generale di riqualificare quell’asse della città.

Questo intervento non prefigura nulla sull’area di fianco, perché l’area di fianco è già esattamente classificata come questa. Quindi io auspico che venga recuperato complessivamente quello che è il viale di accesso della nostra città, perché l’alternativa a questa opzione è lasciarla così. Noi possiamo dire di no oggi, ma la lasciamo così. Forse ci togliamo qualche soddisfazione, non lo so, ma resterà così, non diversamente.

 

PRESIDENTE

Consigliere Vaciago, per fatto personale.

 

CONSIGLIERE VACIAGO ( GRUPPO MISTO )

…L’analogia è grave. Io arrivo a sindaco e trovo dal commissario approvato, in capo a una persona, un piano urbanistico. Il bene non cambia più proprietà, quella persona chiede che si proceda e me ne occupo. Non mi piace, ma lo realizziamo. Il signore aveva già in mano un’approvazione urbanistica. L’analogia è micidiale, vuol dire che voi stasera potete anche non votare perché la persona ha già in mano approvato tutto. L’analogia significa che il Consiglio comunale di stasera – voglio che vada a verbale – non è sovrano. Costui ha già avuto l’approvazione. Questa è la tesi sua. Ha ricordato come precedente… Signori, se parlate così, non andate nel verbale ed è un peccato. Leggete il verbale. Mi ha rinfacciato di aver fatto qualcosa analoga a stasera. Benissimo, sono pronto a difenderla in pubblico.

Nel merito, vi ricordo che io ho reagito solo a un argomento che ho sentito usare stasera. I 10 milioni nessuno li ha per pagare. Ma l’Enel nel 2004, quando ha venduto dopo 4 passaggi interni, sapete cos’ha incassato? Un decimo. E i tre successivi passaggi lo portano a 10 milioni. Andate a chiedere all’ENEL cos’ha incassato. L’ENEL non ha chiesto variante. Se l’ENEL voleva fare gli affari bene, chiedeva lei la variante a noi e vendeva. Real State era il braccio dell’ENEL, perché non l’ha fatto?

Allora io vedo cose troppe strane che questo Consiglio comunale può anche smentire. Io ho detto solo questo. Guardate le carte e ditemi se vi sembra il modo con cui ENEL Real State ha ottimizzato la vendita. E i successivi due passaggi sono quelli che vogliono la variante. Se noi gliela diamo, è fatta.

 

PRESIDENTE

Chiusa la discussione generale. C’è l’ordine del giorno dei colleghi D’Amo e Piazza. Prego.

 

CONSIGLIERE D’AMO (PIACENZA COMUNE)

Io mi permetto di intervenire solo per dire una cosa. Siccome c’è stata una discussione con gli uffici, col Segretario, questo è un ordine del giorno tappabuchi, mi rendo conto benissimo, formulato nel modo più generico possibile, che intende – se si può – adottare una soluzione temporanea.

Lei, Presidente, mi insegna che gli ordini del giorno sono come acqua fresca. Io ne sono consapevole, però se qualche volta gli ordini del giorno fossero anche non acqua fresca … L’idea mia è che l’Assessorato senta la proprietà, se questa pratica passa stasera, senta chi dovrebbe pagare, e, se è possibile una utilizzazione per alcuni anni, nelle forme che sono possibili, di una parte di questo pianterreno, che certamente sarà migliore di altre soluzioni che sono adottate adesso.

Non sto dicendo che lo deve pagare la proprietà, che lo deve pagare il Comune. Come l’Assessore ha ricordato, è la Provincia che ha questa competenza. Non sto dicendo che non vanno bene le aree militari, ma non voglio ripetere quello che ho già detto. Certamente chiunque sappia dove fanno educazione fisica attualmente alcuni istituti tra cui il Liceo Gioia, sa che è una buona cosa se una parte di quel posto per alcuni anni potesse essere una palestra e poi diventare qualcos’altro, oppure alla sera essere un’altra cosa che produce anche profitto, secondo me sarebbe una cosa opportuna. C’è anche una valutazione di opportunità, che almeno come Consiglio, a parte me e Piazza … Abbiamo alzato la mano per dire che quel problema lì c’era e ci siamo ricordati. La forma in cui è stata presentata, cioè la più debole delle interpretazioni di volontà comunali, tenuto conto anche di come è andata la discussione, dovrebbe almeno metterci al riparo dal dire: "Non vi è neanche venuto in mente che c’è una emergenza immediata?". So anch’io che non è una soluzione strategica, è concepito in un altro modo quel posto lì. Spero di essere chiaro.

Comunque, per come lo abbiamo scritto il collega Piazza ed io, volevo essere una roba il meno vincolante possibile dal punto di vista di chi aveva rapporti con la proprietà, con la Provincia, col dirigente scolastico, etc., e il più utile possibile per risolvere un problema per alcuni anni.

Invito a votarlo.

 

CONSIGLIERE ROMERSI (PD)

Per esprimere contrarietà sull’ordine del giorno, ma anche disorientamento su un ordine del giorno che è chiaramente strumentale, a ipotizzare quello che poteva esserci e che non c’è.

Allora, Sindaco, ferma tutto in città, ferma tutta la città! Ma perché devi fare un’opera, una casa, una riqualificazione? Ferma tutto, non fare niente. Qui sono emerse come al solito due linee: la prima è quella "alt", ci sarà qualcuno che ha pagato … Ferma tutto, non si può fare niente perché si va a toccare di qui, di là; la seconda è "ci voleva ben altro!". Il "benaltrismo è uno degli sport preferiti.

Le strutture pubbliche che non sono intervenute in passato su questa struttura non lo hanno fatto per due motivi molto evidenti …

- Confusione -

Ma posso parlare? L’ordine del giorno di cosa parla? Specificherò che è dichiarazione di voto dell’ordine del giorno e del provvedimento.

Non sono intervenute le strutture pubbliche, comune, provincia e tutti quanti, per un semplice motivo: era di proprietà privata e lo hanno detto tutti, passata di mano in mano sempre all’Enel, ma era di proprietà privata. Primo. Secondo: una struttura di quel tipo lì era nell’occhio del ciclone perché nessuno voleva entrarci perché era talmente brutta … E’ sempre stata contestata e ci voleva qualcuno che proponesse, invece, una ristrutturazione completa perché fosse oggi presentabile questa ristrutturazione, altrimenti nessuno qua avrebbe messo mano ad una struttura così com’era adesso.

Residenza in centro: abbiamo chiesto più volte che venisse aumentata la residenzialità in centro, nuovi servizi, nuovi spazi per la residenza in centro. Commercio: abbiamo chiesto nuovi spazi per il commercio, riqualificare il commercio in centro, le nuove vie, le nuove direttive. Parcheggi: abbiamo chiesto (io dico "abbiamo" plurale anche la minoranza, prendo dentro tutti) più parcheggi in centro, più parcheggi per i privati, 60 dei privati e 50 pubblici. Abbiamo chiesto interventi di riqualificazione della città e questo riqualifica una parte importante della città rendendola tra l’altro più idonea al contesto in cui è inserita. Infatti, con parere anche di Sovrintendenza e altri enti, c’è il parere sul fatto che ogni lato ricrei l’ambiente in cui l’intervento risiede, quindi con una armonizzazione che attualmente non c’è.

La mia collega Calciati diceva che è stata persa un’ occasione in passato. No, l’occasione la perdiamo stasera se non votiamo questa riqualificazione. Il Comune e Piacenza perdono un’ occasione stasera di recuperare un immobile per tutti questi usi che vi ho citato, che noi qua abbiamo sempre ipotizzato e sperato.

Dirci adesso, ad intervento presentato, di farci una palestra è sbagliato, sia perché una palestra in tre metri di altezza non ci sta e lo sa bene il consigliere Piazza …

- Interruzione (il consigliere Piazza parla a microfono spento) -

Lo sai benissimo quali sono le altezze di una palestra e le norme di sicurezza. E la cosa che mi dà dispiacere, però, è che si fa lo sforzo da parte di tutti per preparare le pratiche, per conoscerle, per condividerle, per fare dei percorsi di maggioranza e poi si arriva in Consiglio e si chiede di ritrovarsi come maggioranza per vedere meglio la pratica. Questo, Edo, non è accettabile dal punto di vista della prassi. Siccome tu salti i percorsi e poi vieni in Consiglio direttamente, se tu dici: "Io sono borderline", allora sei borderline e lo sei sempre. Quello che interessa a noi è non essere ingannati, perché mentre sappiamo che la minoranza ha fatto i suoi interventi, ovvio, il PDL sono intervenuti in sei, anche questa volta dicendo sei cose diverse, dobbiamo aspettare la notte di Halloween per il nuovo capogruppo!

- Interruzione -

 

PRESIDENTE

Colleghi, non siamo allo stadio! Colleghi, ricomponetevi! Calma.

 

CONSIGLIERE ROMERSI (PD)

C’era sul giornale. Mi scuso e voglio finire però la frase. La frase è che però ho apprezzato il fatto di cercare di intervenire nel merito dando anche proposte eventualmente alternative al percorso fatto. Però non accetto che questo venga fatto da un consigliere di maggioranza che ha saltato totalmente il confronto. E soprattutto non accetto di venire a fare delle accuse sui passaggi di compravendita che ci sono stati, senza avere i dati, e soprattutto non accetto di sentir dire "il lauto compenso da parte di chi sta facendo l’operazione" … Uno che ha fatto un investimento di questo tipo e presenta una pratica urbanistica, c’è anche un altro aspetto molto importante e mi ricollego a quello che dicevo prima: "Fermiamo tutto, fermiamo la città!".

- Interruzione (il consigliere Tassi parla a microfono spento) -

Chi fa un investimento e rispetta normative, norme urbanistiche e tutto, presenta alla città …

- Interruzione (diversi consiglieri parlano a microfono spento) -

 

PRESIDENTE

Ha diritto come gli altri di usare dai temi, perché tutti quanti qua …

 

CONSIGLIERE ROMERSI (PD)

Termino, Presidente. La contrarietà dell’ordine del giorno, seppur contiene uno specchietto per le allodole interessante, che è quello della palestra per il centro scolastico, non è accettabile proprio perché … Devo ricominciare tutto da capo?

Quindi, dichiarazione di voto contrario all’ordine del giorno e favorevole a questa pratica, che può portare un ulteriore tassello nella riqualificazione del centro storico.

 

CONSIGLIERE PUTZU (PDL)

Sull’ordine del giorno, velocissimo. Si tratta di un piano particolareggiato privato, quindi non c’entra niente il Comune. Tu soffri come molti tuoi amici di questo senso, che tutto è persecutorio verso di voi quando siete in minoranza; quando governate fate tutto, che poi non fate niente.

Questa menata qua: "Blocca tutto", è una cosa ridicola, perché "blocca tutto" cosa vuol dire? Che voi siete i bravi e noi i cattivi? Questo è stato detto più di una volta dal signor Sindaco, ma è così. Non è che è la missione solamente vostra di fare la politica, la vostra è la buona e la nostra la cattiva.

Il discorso della palestra poteva essere proposto ipoteticamente … Mi rendo conto che è un passaggio già evoluto … Esca pure, che Lei è sempre molto disturbato quando parlo io perché Le dico quello che penso differentemente da altri, perché io Le parlo sempre chiaro. Certo, se ne sbatte, bravo! Complimenti, bravissimo. Bravo Sindaco, il Sindaco di tutti! Bravo, complimenti. Siccome io sono il peggior consigliere della minoranza, mantengo questo comportamento fino alla fine, sperando di mandarla a casa prima possibile. Comunque non è che il sindaco Reggi fa bene alla città e basta e tutti gli altri fanno il male! Non è così. Non è che voi siete i buoni e noi siamo i cattivi. Non è così.

Questo è un piano particolareggiato dove il Comune chiede delle compensazioni; è una variante urbanistica che si difende dietro una foglia di fico, perché i 50 posti pubblici, in realtà, sono un valore aggiunto per chi comprerà l’ufficio o il negozio lì, cioè i parcheggi ad uso dei residenti andranno a ruba. Lì ci va ad abitare della gente ricca perché costa lì comperare l’appartamento. Quindi i posti auto saranno tutti occupati. I posti quelli liberi saranno liberi forse la domenica mattina, per i pochi turisti che vengono a Piacenza al Farnese, ma durante la settimana sono un valore aggiunto per me come medico, ipoteticamente, che decidessi di fare l’ambulatorio lì, perché ho il parcheggio dentro. Nulla tange che si paghi 1 €, 2€, 3€. Quello è un falso parcheggio pubblico da 60 posti.

Il fatto che poi non cambi chi paga la tariffa, non è affatto vero. Io voglio che la tariffa la paghi chi accede al centro storico, chi ha la necessità di andare a fare delle commissioni in centro storico, non chi va dall’avvocato, dal commercialista o dal dottore, che prenderà l’ufficio lì. Quindi la palestra poteva essere concordata. Chiaramente voto favorevole per quanto riguarda l’ordine del giorno.

 

PRESIDENTE

Un emendamento, collega D’Amo.

 

CONSIGLIERE D’AMO (PIACENZA COMUNE)

Il collega Piazza ed io abbiamo fatto un emendamento a questo già labilissimo ordine del giorno, sostituendo la formula "sia prevista" (mi aiuti, dottoressa, per cortesia) con la formula ancora più labile "sia valutata la possibilità di prevedere", perché io mi sarei aspettato una argomentazione su questo ordine del giorno, io mi sarei aspettato una argomentazione di tipo tecnico, cioè: "Non si può fare, non ci sono le misure, le altezze", tutto mi sarei aspettato, Pierangelo, te lo dico molto compassatamente, che di sentirmi dire da te che era strumentale e che è uno specchietto per le allodole. Te lo dico perché tu mi conosci abbastanza e questa cosa non me la dimentico più, perché io sono stato 7 anni in questo Consiglio e non ho mai cavalcato una cosa che fosse una, strumentale. Quelle cose lì le lascio a te, con gli specchietti per l’orario del ponte e a molti colleghi del centro-sinistra, e di tutte le varianti di sinistra. Non ho mai parlato del mio quartiere, della mia via, non ho mai parlato di cose di questo tipo e sfido chiunque a dirmi che battaglie facili ho fatto qui dentro. E siccome, nonostante le asperità, potrei sembrare pazzesco al collega Mazza, ma io ho anche una certa stima di te, mi dispiace molto, perché bisogna stare attenti a cosa si dice e si fa circolare… Allora potete dire: "Volevi far vincere Squeri", potete dire: "Volevi far fare l’assessore", dimmi quello che vuoi, ma non dire a me "strumentale, specchietto per le allodole", perché mi occupo di tutt’altro e mi dispiace molto – te lo dico sinceramente – anche personalmente.

Il tema mio è questo: cosa siamo qua a fare se non possiamo neanche dire "forse si può risolvere un problema". Lì c’è un’area di pianterreno, i parcheggi cominciano da lì; c’è un pezzo di viale Risorgimento, poi c’è un pezzo di Campo della fiera, poi c’è un pezzo di via X Giugno; siccome stiamo ragionando, siamo in adozione, ci saranno delle osservazioni, ci sarà una approvazione, non vedo che cosa ci sia di sconvolgente a pensare che 400 mq di quel pianterreno lì o 300, potrebbero forse essere una palestra, non del Liceo Gioia nel senso della proprietà, ma che è in convenzione per 5 anni e mette una toppa. Vorrei che mi diceste quali sono le condizioni di agibilità della palestrina di via X Giugno, appena prima della pasticceria. Andateci a vedere. Mi sarei aspettato un’obiezione di questo tipo. Questo ordine del giorno "strumentale, specchietto delle allodole" e quelle robe lì, voleva dire una sola roba: che non ho voglia di incontrare le stesse 30 persone che mi hanno detto: "E la palestra?". Sarà la prima volta che lo faccio in vita mia di dar ragione a qualcuno che incontro per strada, li incontro tutti i giorni, ci passo dieci volte; si potrà dire: "Forse, oltre i 50 garage…", senza cercare di danneggiare il privato - arrivo a dirti fin quello lì – forse si potrebbe cavarci fuori una palestra. Si può anche votare contro. Certamente, però, una reazione del genere su questo ordine del giorno non me l’aspettavo. Ma siccome a me interessa questo, sono anche disposto a dire: "Si prenda in esame la possibilità". E poi l’assessore venga qua e dica: "Ho parlato con la Arvedi, ho parlato con Paparo, ho parlato con Trespidi, ho parlato con la proprietà e non si può fare", e dica perché, lo dica alla città, non tanto a me o a te o a noi. Grazie.

 

CONSIGLIERE CISINI (PD)

L’ordine del giorno, come proposto inizialmente, lasciava di fatto una variabile, una condizione di inaccettabilità non superabile per una serie di elementi strutturali del progetto, nel senso che anche nella commissione sono uscite una serie di posizioni e di richieste. Io credo che la richiesta della palestra del Gioia sia una richiesta assolutamente legittima, che non potrà trovare una risposta in questo progetto, così come presentata in questo momento, perché le altezze che sono prospettate del piano volumetrico allegato al piano di recupero non consentono di individuare dei locali idonei per un uso palestra.

Credo, però, che così come il subemendamento propone, per quanto mi riguarda nulla osta; io non parteciperò al voto, nel senso che trovo – alla fine – che se ci dovesse essere una possibilità all’interno di una progettazione più mirata, che consenta di alzare i solai di 50 centimetri, che ne so, etc., e ci sia una possibilità di trovare dei punti di incontro tra una costruzione privata e una esigenza pubblica riconosciuta, credo che possa essere anche interesse di chi propone l’intervento.

Con l’emendamento all’ordine del giorno proposto, io non parteciperò al voto, condividendo lo spirito di questa cosa.

 

CONSIGLIERA ROCCHI (PER PIACENZA CON REGGI)

Come ex insegnante del Gioia conosco perfettamente le difficoltà di questa scuola e delle scuole vicine, nell’adempimento delle ore di lezione di educazione fisica.

Sono state trovate 10.000 soluzioni per quella scuola che nel tempo è diventata sempre più frequentata. Attualmente gli studenti del Gioia hanno una piccola palestra interna, hanno alcune ore la palestra Mazzini, che è l’unica degna di questo nome; hanno una specie di ex garage in via X Giugno e vanno in Corso Vittorio Emanuele a fruire per alcune ore la settimana di una palestra di cui si serve anche la scuola San Benedetto. Poi nella bella stagione per fortuna c’è il campo Daturi.

Io voterò a favore di questo ordine del giorno così emendato, facendo questo tipo di ragionamento. Intanto l’ordine del giorno, come dice a livello tecnico, esprime un orientamento favorevole, non impegna nessuno, prima cosa. Seconda cosa: è stato emendato dicendo "sia valutata la possibilità di prevedere", e potrebbe anche non essere valutata questa possibilità di prevedere. Terzo elemento: perché con questo ordine del giorno magari chi poi fa il progetto di questo edificio potrebbe pensare a una palestra privata, che poi viene affittata tramite la Provincia, che è la responsabile per gli istituti superiori, per la scuola, al mattino, nelle poche ore del mattino, ed il pomeriggio avere la disponibilità anche economica, a vantaggio di tutti, per altre cose.

Il tema è proprio questo, sottolineare un problema che può diventare di utilità degli stessi proprietari dell’edificio.

Per questo io voterò a favore di questo ordine del giorno, come poi voterò a favore – come faranno i miei colleghi – per tutta la pratica, di cui sono stata convinta nelle riunioni di maggioranza. Grazie.

 

SINDACO

A me sembra che si stia perdendo un po’ il filo di questa pratica e non credo che gli interventi che generano il sospetto o che comunque portano a introdurre l’idea che qualcuno ci guadagni in maniera illegittima, aiuti a trovare la soluzione.

Mi sembra che l’Assessore abbia dimostrato e la pratica è lì a testimoniarlo, che i passaggi di proprietà sono stati passaggi di proprietà, tranne l’ultimo, tutti interni alla società di Enel. Quanto poi in questi passaggi, trasferimenti che sono conseguenti alla riorganizzazione di Enel, alcuni sono stati trasferiti, alcuni sono stati pagati, ma sono sempre all’interno di un perimetro che si chiama Enel, holding, con tutte le sue società, quindi l’ultimo beneficiario, che è quello che ha pagato realmente, è quello che oggi legittimamente chiede al Consiglio Comunale di fare un intervento di tipo residenziale, commerciale, di servizi.

C’è una richiesta evidente in tutti gli anni passati di realizzare lì o comunque nei dintorni una palestra per il liceo e per le scuole superiori. Teniamole insieme. non è detto che questa soluzione si trovi all’interno del palazzo; magari questo soggetto trova una soluzione in un palazzo vicino, che ne so. Per cui io intendo questa sollecitazione, questo ordine del giorno del consigliere D’Amo nella logica di risolvere quel problema lì, cioè cogliere questa opportunità per risolvere anche provvisoriamente il problema della palestra delle scuole superiori lì attorno.

In questa logica io mi sento di sostenerlo questo ordine del giorno, fermo restando che non è detto che ci si riesca.

Quello che ha detto Romersi io lo condivido e grazie all’emendamento che ha fatto è possibile accoglierlo, perché lascio una libertà ulteriore che consenta all’Amministrazione di rapportarsi al privato dicendo: "Guarda, questo intervento probabilmente non prevede la possibilità di fare una palestra al piano terra". La fai trasparente che vedi i ragazzi che giocano dentro …? Diventa complicato. "Ci aiuti a trovare una soluzione?". Può darsi che ce la trovi o che si trovi insieme una soluzione, quindi io non mi sento di escluderla, fermo restando che non è detto che ci riusciamo.

Visto che c’è un passaggio ulteriore di depositi, di osservazione e di successivo passaggio in Consiglio Comunale, io penso che si possa accogliere questo ordine del giorno.

 

CONSIGLIERE MAZZA (GRUPPO MISTO)

Io intervengo perché dopo l’intervento del Sindaco che vuole giustificare la presa di posizione del capogruppo Romersi … Hai detto: "Ha ragione anche Romersi, per effetto di questa modifica, di questo emendamento all’ordine del giorno". Giusto? Non serviva a niente.

L’emendamento di D’Amo e Piazza non sposta un millimetro rispetto … Lo diceva la Rocchi: "Esprime orientamento favorevole affinché si faccia una cosa". Il fatto di "si valuti l’opportunità di farla", non si può mica giustificare un parere contrario per salvare qualche stupidaggine del capogruppo, come le dico io, quanto le mie stupidaggini, e cercare di dire: "Ma per effetto di questo emendamento, io voto l’ordine del giorno". Ci sta lo stesso, tant’è che gli ordini del giorno si possono trasformare in raccomandazioni e quindi si poteva dire: "Lo ritiro, ma raccomando al vice-sindaco di prendere contatti con la ditta per vedere se lì si riesce a fare una cosa". Il fatto di dire: "Si esprime parere favorevole affinché si valuti l’opportunità", è una cosa quasi da ridere, ma non per chi l’ha presentata; chi l’ha presentata ha fatto uno sforzo per cercare l’appiglio per farla votare. Tanto non cambia niente.

Io lo voto perché mi sembra qualcosa di meglio rispetto prima, ma tanto il privato, ha ragione Vaciago, quando è passato, l’interesse della città che dice Romersi, ne parleremo in dichiarazione di voto, mi limito al fatto della legittimità per cui tu mi ha detto che io ho l’allergia alle varianti …Ti spiegherò poi perché non è allergia, ma la rimando alla dichiarazione di voto. Ha ragione, una volta finito l’unico interesse lo ha fatto il compratore. Ma niente di male. Fossi stato io nel compratore avrei fatto la stessa cosa.

L’interesse della città rispetto all’interesse del compratore è talmente sfumato che è impercettibile in questa pratica. Poi lui sorride, fa la battuta; dice: "Fermiamo la città". Siccome non sapeva cosa dire, non poteva dire altro che questo.

Io voterò favorevolmente a questo, non tanto per l’emendamento, ma perché nel contenuto è una raccomandazione al Vice-sindaco che provi a sentire … Migliora leggermente le cose rispetto prima; risolve un problema se passa, ma indubbiamente tutto resterà come prima.

 

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, votiamo sull’emendamento.

* * *

E’ entrato il consigliere Colla.

PRESENTI N. 35.

Nessun altro componente del Consiglio avendo chiesto di parlare al riguardo, il Presidente pone quindi in votazione l’emendamento (allegato al presente verbale) all’ordine del giorno n. 1, presentato dai consiglieri comunali Gianni D’Amo (Piacenza Comune) ed Edoardo Piazza (Per Piacenza con Reggi), ed il Consiglio Comunale lo APPROVA con n. 33 voti favorevoli.

Il consigliere Galvani si è astenuto dalla votazione.

Il consigliere Bulla risulta presente in aula, ma non si è attivato per la votazione.

Il Presidente ne fa proclamazione.

* * *

 

PRESIDENTE

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno così come emendato. Votazione nominale, voto aperto.

* * *

PRESENTI N. 35.

Nessun altro componente del Consiglio avendo chiesto di parlare al riguardo, il Presidente pone quindi in votazione l’ordine del giorno n. 1 (allegato al presente verbale) presentato dai consiglieri comunali Giovanni D’Amo (Piacenza Comune) ed Edoardo Piazza (Per Piacenza con Reggi), ed il Consiglio Comunale lo APPROVA con n. 31 voti favorevoli.

I consiglieri Cisini e Romersi non partecipano alla votazione.

I consiglieri Bulla e Negri risultano presenti in aula, ma non si sono attivati per la votazione.

Il Presidente ne fa proclamazione.

* * *

 

PRESIDENTE

Siamo alle dichiarazioni di voto sul punto 1) all’ordine del giorno. Ha chiesto la parola il collega Tassi.

Grazie, Presidente.

 

CONSIGLIERE TASSI (PDL)

Credo che dal dibattito sia emerso chiaramente quali sono i limiti di questa pratica e soprattutto quali sono i punti interrogativi a cui l’Assessore non è riuscito a dare risposta, e anche sull’opportunità effettiva di fare un tipo di opera di questo genere, visti anche i limiti della struttura esterna e dell’impatto che può avere sui beni storici.

Io invito l’Assessore, anche alla luce di quello che ha espresso parte della sua maggioranza, a ritirare la pratica. In difetto dovremmo votare contro. Grazie.

 

CONSIGLIERE MAZZA (GRUPPO MISTO)

Voglio rispondere al Sindaco, perché poi tutto passa in questa ondata di discussione come se io avessi veramente l’allergia a votare tutte le varianti. Contro le varianti che sono inerenti alla zona omogenea A, centro storico, perché dal mio punto di vista, rispettando il tuo, non sono ammesse dalla legislazione vigente e ripeto testualmente perché desidero che vadano agli atti, una ripetizione, ripetere giova, perché per fortuna siamo ancora in fase di adozione. Poi ci sarà l’approvazione, ci sarà la Provincia che dovrà dir la sua; non è che ci spero molto visto che ormai Trespidi e il Sindaco vanno sempre a braccetto. Non è mica un male, Sindaco. Anzi, tu dopo quello che hai detto di Trespidi non dovresti andare molto a braccetto con Trespidi, in campagna elettorale.

Ribadisco un attimino due concetti veloci e richiamo la legge dal mio punto di vista. Il Comune di Piacenza non ha ancora adottato il piano strutturale comunale. In questa situazione la legge, articolo 41, comma 2, lettera A, consente ai comuni sino all’approvazione del piano strutturale comunale, che possano adottare ed approvare i piani attuativi dei piani regolatori anche in variante (lo hai detto tu) della legge regionale 8.11.88, 46. Giusto? Però dimentichi di andare avanti e di dire che quest’ultima disposizione esclude che sia consentito di variare la zona particolareggiata e il centro storico. E non ci sta disciplina, ma vieta di entrare nella zona particolareggiata che cerca di proteggere.

Qual è stata la vostra … Non la chiamo "furbizia" perché mancherei di rispetto sia a chi ci ha provato, all’estensore, a te. Avete studiato un marchingegno, che è questo: "Gli edifici del comparto sono classificati all’articolo 4017, recente formazione, la disciplina particolareggiata del centro storico classifica il fabbricato, edificio di recente formazione, consentendo gli interventi di cui alla lettera A, B, C, D". Sì, ma questa pratica non sta mica là, sta all’articolo 17. E’ la variante che la portate di qui. È quello il marchingegno, Francesco. Prendete una variante, la portate qui, così applicate la cosa del centro storico, ma non è possibile perché inerente al centro storico.

Respingo completamente la tua facilità di lettura su questo punto, non la condivido … Sulla tua lettura, che può essere rispettata quanto la mia. E io non ho l’allergia; mi è venuta l’allergia da quando avete approvato via Venturini e via Garibaldi. Via Venturini ancora peggio; via Garibaldi sta in mezzo e questa è sempre contraria alla norma, ma forse non è peggio delle altre due.

Io non ho nessuna allergia. Do interpretazioni diverse rispetto quella che dite voi e, onestamente, di conseguenza, voto contro a questa pratica.

Io ho un quarto d’ora. Mi sono segnato qualcosa che aveva detto Cisini, ma ci saranno ulteriori occasioni, soprattutto quando parleremo delle osservazioni che verranno e dell’eventuale approvazione tra qualche mese. Grazie.

 

 

CONSIGLIERE PALLAVICINI (RIFONDAZIONE COMUNISTA)

Io rinnovo quello che avevo già detto in discussione generale, ovvero la dichiarazione di voto favorevole, per i motivi che ho espresso nel merito prima e anche facendo la tara con gli aspetti negativi della pratica.

Devo dire che però alla luce della discussione che ha seguito anche il mio intervento, io voterò favorevole ma con un po’ di imbarazzo, perché io ritengo che se nel merito i fatti rimangano quelli per cui mi ero espresso precedentemente, su una pratica di questo tipo noi dobbiamo anche misurare quello che, prima, chiacchierando con il consigliere D’Amo, indicavo come un po’ un fallimento della politica. Penso che in particolare come maggioranza noi dovremmo interrogarci, perché se non si riesce a attuare pur legittimi piani di riqualificazione all’interno della nostra città, pur con gli indubbi aspetti migliorativi che tutti conosciamo e che sono stati ben illustrati dall’Assessore, senza riuscire a prescindere dai favoreggiamenti (lo dico non in termini penali, ma in termini pratici, all’interno dei vincoli della legalità), degli interessi privati che anche in questa pratica deriveranno, io penso che noi troviamo la cifra di quello che è il nostro grande limite, che è un limite tanto più grave alla luce del fatto che noi saremmo un’amministrazione di centro-sinistra. Dico questo perché inseguendo il fatto del lucro privato come strumento per procedere agli interventi pubblici, spesso poi si incorre anche in pratiche che hanno dei forti limiti e dei forti margini di opinabilità, come può essere forse anche questa.

La mia non è un’avversione al privato, ideologica, come qualcuno potrebbe pensare, perché al contrario io penso che senza il privato non si vada da nessuna parte. Penso però che questo rapporto debba essere meglio mediato, sennò poi si arriva a delle discussioni come quella di oggi, che si risolvono in sterili (perdonatemi la parola) cagnare, in cui uno contro l’altro ci si alza davanti un muro di fuoco e magari qualche intervento che può puntare a dei piccoli, banali, razionali ma concreti, gesti migliorativi come quello del consigliere D’Amo per quanto riguarda la palestra delle scuole che insistono su quell’area, viene o non considerata oppure fermata con delle argomentazioni che davvero mi lasciano perplesso e anche un po’ imbarazzato.

Io prima non mi sono sentito per niente bene quando stava venendo scaricato quell’ordine del giorno in questa modalità che davvero non mi è piaciuta. Non mi è piaciuto tutto il confronto fuori dal merito che c’è stato e lo dice uno che ha premesso nell’intervento in discussione generale che non è un esperto del raro e che ha solo da imparare su queste cose qua. Però, allora chiariamoci, chiariamoci su cosa stiamo parlando e cerchiamo di interrogarci come maggioranza su come vogliamo andare avanti, perché se vogliamo andare avanti in un modo in cui ognuno la pensa e prende posizione a prescindere dall’umore del momento, è un conto; se invece si può trovare una mediazione, una strada maestra che metta d’accordo tutte le sensibilità, anche per quanto riguarda il rapporto con gli interessi privati, la prevalenza che deve avere rispetto a questi l’interesse pubblico, allora penso che possiamo ancora dire qualcosa come maggioranza.

Voterò, spero che però all’approvazione dell’ordine del giorno, per quel che valgono gli ordini del giorno, segua un minimo di strascico, di reportage da parte dell’Amministrazione per vedere se si può fare questo.

Nel caso non fosse possibile, lo rilancio come ho fatto nella discussione generale, l’ipotesi di valutare l’eventualità di parlare con la difesa e provare magari uno stralcio rispetto alla pratica generale delle aree militari, della palestra che mi dicono essere pronta e finita per l’utilizzo nell’antistante area militare, rispetto alla pratica generale e vedere se questo può accelerare un po’ i tempi per rendere concreto l’utilizzo. Voto favorevole.

 

CONSIGLIERE D’AMO (PIACENZA COMUNE)

Io mi sforzo di essere sintetico e credo che sia corretto riferirsi ad altri. Ho parlato mezzora in discussione generale e ho rotto le scatole in vari modi, quindi non mi sembra il momento di far perdere tempo.

Ho condiviso molto il tono e lo stile dell’intervento del consigliere Salice, in particolare quando ha fatto una differenza tra atti dovuti e scelte. Questa è una scelta di questa Amministrazione che io non mi sento di condividere, perché per condividerla va collocata in un certo contesto. Se io fossi in maggioranza mi aspetterei che si dicesse: "Facciamo così perché risolviamo questi problemi e gli altri li risolviamo in un altro modo".

Non è mia abitudine cavalcare cose, per cui non posso che riprendere quello che ha detto il collega Cisini che ha ripreso la parte positiva del mio intervento. Non è vero che non serve assolutamente a niente questo intervento; questo intervento mette a posto una roba che è brutta e rischia di star lì 10 anni, vuota. Questo vale anche per via Venturini, sui io mi sono giocato la testa. Chiunque passa, sarà mica più bello vedere un garage disfatto o vedere un bel palazzo nuovo… Ok? Ci sono 50 garage, etc., etc..

Tuttavia, è ben triste dover convenire che noi non possiamo intervenire sullo sviluppo sociale e collettivo della città se non attaccandoci agli interessi dei privati. Se mi è consentito citarlo, dirò che quando frequentavo di più il sindaco Reggi, qualche volta mi ha detto: "Passo la mia giornata in giro a chiedere qua e là", che fossero sponsorizzazioni culturali o pezzi … Ho rivelato un segreto, Roberto?

C’è qualcosa che non va nella politica generale. Se io fossi sicuro, come pare essere sicuro il consigliere Mazza, che i riferimenti procedurali sono illegittimi voterei contro. Siccome invece ho molti dubbi e sono assolutamente convinto, la fiducia non c’entra, che ci si muova con molta leggerezza su queste cose, ho molti dubbi, ma non sono sicuro come sono stato sicuro in altre pratiche dove c’erano chiarissime delle cose che non andavano, io penso che il mio voto sia di non partecipazione al voto.

Credo di stupire anche qualcuno che mi vede come un combattente. Io non amo votare no. Il motivo per cui non voto no, è che la proposta alternativa non c’è, non ha forza. Certo non me la posso prendere io, e mi riferisco anche alla consigliera Calciati. Io sono abituato a dire quello che dicono gli altri, chiunque: Tassi, la Calciati, alcuni li amo di più, altri di meno, ma questo è un altro ragionamento. Ripeto quello che ho detto e ho finito. Secondo me nel momento in cui si dismettevano i beni Enel in generale, io penso che qualcuno che aveva più responsabilità di me, il Sindaco, il Sindaco precedente, il Presidente della Provincia, forse potevano darci un occhio in quel punto lì strategico o in altri punti strategici delle proprietà Enel, come peraltro è stato fatto per alcune cose, perché ho ricordato nel dibattito, noi abbiamo acquisito da Enel dei pezzi di cosa dove andrà il nuovo poli… E’ mica un’area ex Enel? Città poli, Tecnopoli, non lo so, non ne sono sicuro.

Io non partecipo al voto, non mi voglio prendere questa responsabilità. Non voto contro perché chi dovrebbe fare un’altra proposta, cioè io, non è in grado di farla. A questo punto della storia non vedo come la recuperi quella cosa lì. Certo conto molto sul fatto che ci si dia da fare lì, come si poteva fare anche all’ex Acna e da tante altre parti, per venire incontro anche a interessi, ma non miei, io non ne ho, a cose di cui la città ha bisogno e che spesso contrastano semplicemente col punto di vista di domani mattina.

Quindi io non partecipo al voto.

 

CONSIGLIERE FUMI (PER PIACENZA CON REGGI)

Mi sento di dover replicare e di puntualizzare molto brevemente all’Assessore circa la dichiarazione che ha fatto sulla logica di aumento del traffico indotto.

Credo che sia un tema su cui debba fare degli approfondimenti tecnici. Capisco che chi è un po’ tuttologo certe cose possa far fatica a digerirle e a intenderle bene.

La differenza tra Piazza Cittadella, che ha un bel numero di posti auto quando sarà realizzato, e 50 posti auto, credo che sia facilmente capibile e comprensibile.

Per quanto riguarda invece la ragione per la quale io credo sia stata valutata non così positivamente questa pratica, che mi porta ancora ad avere alcuni dubbi, con dispiacere e anche con un certo imbarazzo, io questa sera mi asterrò.

 

CONSIGLIERE PIAZZA (PER PIACENZA CON REGGI)

Brevemente, per dire che io non ho mai pensato che la pratica non sia in ordine in tutti i suoi punti; sicuramente è fattibile questa pratica perché ci sono dei tecnici che ci hanno lavorato e penso che abbiano fatto le cose giuste. Bisogna vedere se questa pratica è giusta, che è una cosa diversa. Siccome io qui ho sempre sentito parlare della pratica in ordine, io ci credo che la pratica è in ordine; bisogna vedere se è giusta. Per me non è giusta.

Io ragiono con la mia testa, spesso sbagliando, qualche volta prendendoci e anche qua in Consiglio Comunale qualche volta ci ho preso (vorrei ricordare l’ex Acna). A me non piace astenermi, non piace non partecipare. Sarei tentato ad abbandonare l’aula, che poi è tanto lo stesso, per far mancare il numero legale; però vedo che c’è il consigliere Levoni e Ceccarelli, perciò sarebbe una cosa inutile perché loro manterrebbero il numero legale. Secondo me, sempre.

Voterò contro questa pratica perché, a mio avviso, c’è un grosso sbilanciamento tra l’interesse pubblico e l’interesse privato: l’interesse pubblico è minimo e l’interesse privato mi sembra molto grande. Grazie.

 

CONSIGLIERE VACIAGO (GRUPPO MISTO)

Confermo il mio voto contrario per il motivo che l’interesse privato è evidente, l’interesse pubblico non risulta da una trattativa che il Comune ha fatto per concedere o meno una variante, che certo non era un atto dovuto, e quindi noi avremmo potuto, negoziando, ottenere molto di più.

Quello che ci danno è ciò che sono tenuti a fare in un progetto di recupero. I 50 posti auto non sono ottenuti nell’interesse della città, ma sono un atto dovuto. Se guardate i valori a cui è avvenuta la transazione, è chiarissimo che quel valore dipende da questa approvazione di stasera e quindi noi potevamo ottenere di più. Questa è la mia posizione fin dall’inizio e quindi voto contro.

 

PRESIDENTE

Mettiamo in votazione, quindi, il primo punto all’ordine del giorno, che è il piano di recupero. Votazione nominale, votazione aperta.

* * *

VOTAZIONE OMISSIS

* * *

La seduta termina alle ore 21,15.

* * * * *

 

 

EMENDAMENTO ALL’ORDINE DEL GIORNO N. 1 = APPROVATO

ORDINE DEL GIORNO N. 1 = APPROVATO EMENDATO

 

^ ^ ^ ^ ^