CONSIGLIERE D’AMO (PIACENZA COMUNE)

Intervento in discussione generale del Bilancio previsionale 2010

Lunedì 8 febbraio 2010

Io devo dire che intervengo sempre con un certo imbarazzo sul bilancio, perché non ho ancora capito di che cosa si deve parlare. L’ho già detto altre volte, lo dico anche oggi. La posizione che circola nei corridoi del Consiglio comunale, secondo cui il bilancio va bene perché si può parlare di tutto, non mi convince, perché è impossibile e poco utile parlare di tutto. Io non so mai bene che cosa bisogna dire quando c’è il bilancio preventivo, quando c’è il consuntivo, e non so come mai quando discutiamo lo stato di attuazione dei programmi, di fatto non c’è discussione. Insomma, ho una difficoltà preliminare a inquadrare le cose.

Dentro questa difficoltà preliminare, da quando siedo sui banchi dell’opposizione, cioè dal bilancio preventivo 2008 che abbiamo discusso alla fine del 2007, ho cercato di capire alcune tendenze fondamentali, per quel poco che capisco, che non è molto, di numeri e di economia, pur avendo dedicato tanti anni della mia vita alla critica dell’economia. Ho cercato di cogliere alcune tendenze nel tempo, perché mi pare che sia molto difficile giudicare un bilancio, analizzare dei numeri fuori dal tempo. Quindi, la prima cosa che io vorrei fare, come ho già fatto in altre circostanze, è commentare alcuni grandi numeri e farlo nel tempo, tanto più che abbiamo anche una continuità amministrativa per quanto riguarda l’Amministrazione Reggi (anche se ovviamente un conto è la prima Amministrazione Reggi, un conto è la seconda Amministrazione Reggi), che va dalla metà del 2002 ad oggi.

Ora, devo dire che farò riferimento principalmente ai numeri che stanno sulle carte, che non sempre riesco a far combaciare con i numeri che l’assessore ci ha esposto in Commissione e anche in Consiglio, ma perché non sono capace io, credo, lo dico sinceramente; non riesco a far combaciare i miei appunti con queste carte. Ma siccome è sorta anche nella seduta scorsa non dico una polemica, ma una querelle, chiamiamola così, su quali siano i termini di paragone, mi sono preoccupato di procurarmi anche il previsionale 2009 e, visto che c’ero, anche l’ultimo previsionale, che è quello 2007, che consente di andare a vedere i bilanci consolidati o, come c’è scritto qua, impegnati, dal 2002 in poi, quindi dall’anno di trapasso dall’Amministrazione Guidotti all’Amministrazione Reggi.

Ora, a me è di una qualche utilità considerare quanto segue: che nel 2002, impegnato o accertato, le spese correnti di questo Comune erano pari a 71.700.000 euro. Le previsioni definitive 2009 danno 86.500.000 euro: arrotondo un po’ per farmi capire. Da 71.700.000 a 86.500.000. Il previsionale…

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Sì assessore, questo è specificato in tutti i documenti di sintesi dei bilanci: sono depurati del rientro delle deleghe dall’USL, c’è una noticina in tutti i bilanci vecchi, con segnalazione anche del passaggio dei 3.200.000 euro delle deleghe dell’USL che non vengono considerati perché sennò non si riesce a fare confronti attendibili.

Tornando a noi, lo stesso bilancio che ci dice che abbiamo utilizzato alla voce spesa corrente 86.500.000 nel 2009, ci dice anche che l’anno prossimo ne spenderemo di meno, cioè il previsionale 2010 ci dice 85 milioni e qualcosa. Io questa previsione la prendo un po’ con le pinze e vi dico perché. Perché sono andato a controllare in tutti questi anni che rapporto c’era tra il previsionale, il previsionale definitivo e l’accertato o impegnato, e mi sono accorto che c’è da fidarsi fino a un certo punto, che la spesa effettiva lievita sempre un po’ rispetto alle previsioni, tranne casi eccezionali. Quindi, la prima cosa che vorrei dire è che c’è stata una crescita delle spese in questi otto anni dei Amministrazione, parlo della spesa corrente, di circa 15 milioni di euro tra il 2002 e il definitivo 2009. L’entrata ha avuto un andamento analogo, l’entrata del 2002 – parlo sempre di entrata corrente – è stata di 75.800.000 euro, l’entrata del 2009 è stata di 92.346.000 euro. L’entrata è cresciuta nel medesimo periodo di oltre 16 milioni di euro.

Questa prima analisi di cifre ci dice di una crescente entrata corrente e una crescente spesa corrente, notevole, significativa, non certo riconducibile alla semplice inflazione, che peraltro nell’ultimo decennio è andata pressoché abbassandosi in maniera completamente diversa rispetto ad altre epoche del nostro Paese anche abbastanza recenti. Questo consente di correggere, almeno in parte, un giudizio che io avevo espresso nel 2007, che più o meno era di questo tipo. Dicevo allora: a me sembra che le spese crescano più velocemente delle entrate. Da questo dato, si potrebbe dire che spesa corrente e entrata corrente crescono in modo pressoché analogo, anzi c’è un leggero vantaggio della crescita delle entrate rispetto alla crescita delle spese. Mi hanno colpito queste due date perché c’è una voce che è uguale nel 2002 ed è uguale nel previsionale 2010, cioè la voce "personale del Comune": era 26.173.000 euro nel 2002, è 26.142.000 nel previsionale 2010… Insomma, quella voce lì guardata in otto anni è sostanzialmente ferma. Poi noi sappiamo che è sostanzialmente ferma come voce economica, il personale non è lo stesso, cioè all’ingrosso possiamo dire che circa 700 dipendenti, 7-8 anni dopo, costano come circa 850/900 dipendenti sette o otto anni prima. Queste cifre le dico così, all’ingrosso, non con la precisione delle scienze matematiche.

Ora volevo però fare alcune osservazioni sulla struttura di questa spesa e sulla struttura di questa entrata. Sulla struttura dell’entrata, le mie preoccupazioni di fine 2007 nascevano da questo fatto: che in tutti i bilanci della prima era Reggi e per quello che ne so io, ma non l’ho controllato, anche dell’era Guidotti, gran parte degli oneri di urbanizzazione venivano impiegati in spesa corrente. Si tratta di cifre che sono andate crescendo in maniera assai significativa nella prima Amministrazione Reggi per ovvii motivi, perché è stata l’Amministrazione che ha attuato il PRG: se qui dentro sono passate centinaia e centinaia di pratiche urbanistiche, è evidente che poi nel tempo c’è un ritorno in termini di oneri di urbanizzazione. Osservavo allora ed esprimevo preoccupazione perché mi pareva che una componente strutturale delle entrate del Comune, delle entrate correnti, fossero milioni di euro di oneri di urbanizzazione. Non sto a ripetervi le cifre che vi ho già detto in altri anni, ma mediamente 3 milioni e mezzo - 4 milioni di oneri di urbanizzazione (ci sono dei momenti in cui si arriva a cinque o più) andavano a comporre la spesa corrente. Ora, questo fatto si è fortemente modificato, nel senso che né nel 2008, né nel 2009 oneri di urbanizzazione vanno a comporre la spesa corrente. Nel 2008 c’è un dato trascurabile dei 550.000 euro, che poi è il risultato della battaglia o lotta di quello che è stato lo schieramento del Consiglio comunale che ha consentito di limare uno 0,3 dall’aumento dell’Irpef, per cui c’era quel passaggio lì.

Contemporaneamente al venir meno dell’uso degli oneri di urbanizzazione nell’entrata e spesa corrente, per il che mi complimento con l’Amministrazione, c’è una voce assai significativa che prima non c’era, cioè nel 2008 e nel 2009 l’addizionale Irpef passa più o meno da circa 1 milione e mezzo a circa 7 e 4 o 7 e 5, cioè diciamo che c’è nei due o tre anni successivi e anche nel previsionale 2010, rispetto agli anni precedenti, un 6 milioni di euro in più di addizionale Irpef, che penso però non si possa più toccare in futuro, penso che non possiamo ricorrere ulteriormente a questo tipo di strumento. Quindi, tenendo conto di questa politica dell’entrata, è bene che noi tutti sappiamo, che la città sappia, che l’Amministrazione Reggi ha saputo costantemente far crescere l’entrata. Il lessico politico giornalistico di solito la dice così: "Ha messo le mani nelle tasche dei piacentini", va bene. Vedetela come volete voi! Voglio dire che si disponeva di poco più di 75 milioni di euro e si è arrivati a disporne di più di 90: questo ha un senso. Significa anche, probabilmente, aver fatto un lavoro di un qualche tipo in termini di recupero dell’elusione, dell’evasione, aver lavorato alla razionalizzazione di tutto il sistema tariffario, delle rette ecc. Suppongo che si sia fatto sia nella passata Amministrazione, sia in questa, ma ritengo anche che questa entrata non possa crescere ulteriormente.

Ora, considerato che l’entrata difficilmente potrà ulteriormente incrementarsi, volevo fare un paio di considerazioni sulla struttura della spesa. Sono le stesse che ho già fatto e che ripeto, e poi vorrei anche interloquire con l’assessore De Micheli, nel senso che se poi ne ha voglia risponde, quando sarà ora, e con il Sindaco, perché mi aveva già risposto l’anno scorso e vorrei tornare su quel tema lì. Come ho detto più volte, quello che fa impressione a me è - dentro la struttura della spesa - l’aumento di quella voce che si chiama "prestazione di servizio". Le prestazioni di servizio nel 2002 erano 26.300.000 euro; nel definitivo 2009 sono 42.459.000 di euro; il previsionale 2010 propone più o meno la stessa cifra, 42 milioni e mezzo di euro, quindi da 26 e 3 a 42 milioni e mezzo. Io devo ritenere che (è un giudizio politico, non matematico) quei 42 milioni e mezzo lì per il 2010 diventano 44, 43 e mezzo, 44, perché tutti i previsionali dal 2003 in poi che ho guardato, rispetto ai definitivi, in questa voce sono sotto-stimati. Per esempio, sul bigino che è stato distribuito e che stiamo utilizzando, questa voce risulta 42.459.000, il previsionale dell’anno scorso diceva 41.300.000, quindi c’è 1.200.000 euro in più. D’altro canto, il generale della spesa rispetto al previsionale dell’anno scorso è aumentato di 3 milioni, e i conti tornano perché le prestazioni di servizio sono esattamente il 50% della spesa corrente. Il report dà 49 e 8, mi sembra, 49 e 77, qualcosa del genere.

Allora vorrei richiamare la vostra attenzione su questo dato, cioè la voce "prestazioni di servizio" è cresciuta in otto anni del 65/70%. Ripeto: da 26.300.000 a 42 e mezzo acclarati, io dico 43/44. Quel 26 milioni abbondanti del 2002 era il 35%, poco più di un terzo, di una spesa corrente generale che era 71.700.000 euro nel 2002. Ripeto: questi 43 milioni di prestazioni di servizio 2009/2010 sono il 50% della spesa corrente. Ho già fatto in altre circostanze considerazioni su questo punto: è un aumento enorme. Perché? Perché l’aumento delle prestazioni di servizio, fermo restando la spesa per il personale, di fatto diminuendo pochissimo al netto dell’inflazione la spesa per il personale, modifica la struttura della spesa e la struttura del Comune. Penso che vada così in molti altri Comuni, certamente va così in proporzione in un Comune che conosco perché conosco degli amministratori, soprattutto di prima, ma conosco anche il nuovo Sindaco leghista, l’ho conosciuto da ragazzo all’ITIS di Lodi. Per esempio, il Comune di Casalpusterlengo ha una struttura di spese di questo tipo, in proporzioni diverse rispetto al Comune di Piacenza.

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Casale avrà 10.000/12000 abitanti. Rispetto a Codogno, per esempio, che è analogo, Codogno è un Comune vecchio, pubblico. In tutte e due c’è il centro destra. Casale ha molto esternalizzato anche prima, con il centro-sinistra.

Perché mi preoccupa questo dato? Perché il Comune è erogatore di 40/45 milioni di euro all’anno, è un centro di spesa rilevantissimo, e questo è un grande strumento di potere che dobbiamo tener presente. Su questo punto, un anno fa, il 26 gennaio del 2009, il Sindaco Reggi, intervenendo in dichiarazioni di voto, diceva: "Non ci posso fare niente. Noi siamo costretti, anche se non lo volessimo, consigliere D’Amo, a fare prestazioni esterne se vogliamo aumentare i servizi", cioè noi non abbiamo altre possibilità se non quella di contrarre i servizi, se non seguiamo questa strada degli aumenti di prestazioni di servizi, non possiamo gestire direttamente i servizi perché non ce lo consente la legge, non possiamo più assumere, 1 ogni 10 che se ne vanno, questo è il rapporto ecc. ecc. Poi prosegue dando dei giudizi sulla bontà dei servizi convenzionati e anche sulla bontà di un asilo nido che sarebbe convenzionato, che sarebbe il migliore di tutti, su cui tornerò eventualmente dopo, anche perchè io non lo condivido.

Io non penso che sia proprio così, io penso che questa sia una parte della verità, ma non tutta la verità, ovvero: certamente andiamo in una prospettiva in cui il Comune non gestisce direttamente servizi, ne gestisce sempre meno, ma esistono forme giuridico-economiche di gestione di servizi, si chiamano istituzioni, fondazioni, aziende di servizi; abbiamo appena promosso, costituito due ASP. E qua mi interessa, per esempio, come incide la costituzione dell’Aspona e dell’Aspina, dell’ASP più grossa, dell’ASP più piccola, su questo nucleo duro e che non diminuisce mai della spesa corrente, quindi delle prestazioni di servizio… Diminuirà? Non diminuirà? E’ una domanda che rivolgo all’assessore e che rivolgo a tutti i consiglieri. Tra due o tre anni siamo in grado di vedere? Questo riguarda anche i nidi. A un convegno organizzato dall’Associazione "Il nostro nido", a cui l’assessore Castagnetti ha avuto la brillante idea di non partecipare, amministratori e dirigenti tecnici dei Comuni di Bologna, di Ferrara o esponenti del privato sociale, hanno argomentato, per esempio, l’esperienza dell’istituzione a Ferrara. Io prendo per buono quello che mi si dice, se me lo dice un dirigente comunale con 30 anni di quel lavoro lì alle spalle e che si vede che si commuove ancora quando parla della formazione dei nidi, mi dice che quella struttura lì è importante e che non è vero, come si scrive nella relazione…

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Un’istituzione con un bilancio a parte. Io sto solo dicendo che lo stesso discorso mi permette di citare il collega Ballerini, che mi ha preceduto, riguardo alla Fondazione Teatri o altre strutture di questo tipo: cioè noi abbiamo bisogno di sgravare il Comune di tutta una serie di cose e contemporaneamente di costruire tessuto connettivo. Perché che cosa non va a me della prestazione di servizio? Non va che chi riceve questi compensi per prestazioni di servizio ha una gamma di serietà molto variabile, serietà e affidabilità molto variabili. E noi non possiamo non vederlo! Io conosco gestori di biblioteche o gestori di pulizia anziani, cioè parlo di cose molto diverse, alcuni molto seri, alcuni molto meno seri, e questo va collocato in un certo contesto di continua precarizzazione del lavoro che certo non l’ha decisa Reggi o questo Consiglio comunale, ma nelle cui pieghe anche il movimento cooperativo, che pur vantava nei decenni passati una tradizione di particolare serietà e rigore, spesso viene meno a questa tradizione e alla serietà di comportamenti. Il movimento cooperativo adesso è una roba molto composita, in certi casi serietà e rigore, poi ci sono delle situazioni in cui tu hai del personale assolutamente sottopagato e bistrattato, che ovviamente non può fare bene il suo lavoro… e naturalmente non sta scritto nella convenzione col Comune! Mica c’è scritto che il Comune ti autorizza a prendere il terzo subappalto! Ma questa è una situazione diffusa, non solo a Piacenza, e noi non possiamo non vederla.

Mi sono permesso di tediarvi per parecchio tempo su questi numeri e vi chiedo scusa, perché, ripeto, io credo che noi dovremmo pensare a qualcosa che si stabilizza, cioè a una cultura dei servizi che può anche essere non direttamente comunale, ma che si istituzionalizza e non è legata alla decisione dell’Amministrazione, della Giunta e in ultima analisi degli Assessori e del Sindaco, attraverso cui si distribuisce un enorme flusso di denaro e si costruisce anche consenso o dissenso. L’ho detto più bruscamente altre volte, vorrei ripeterlo qui. Io credo che noi avremmo bisogno di operatori dei servizi sociali o dei servizi culturali o di altro personale di questo tipo, che possano lavorare avendo presente cosa gli succede nei prossimi 10/15 anni anche se lavorano nel privato… Oggi sono legati all’ultimo accordo o contratto con il Comune o la Provincia, la Provincia meno, che gli dice: "Sì, va bene, ti faccio pulire i giardini", e se non gli fan pulire i giardini, hanno chiuso, hanno finito e non hanno un minimo di prospettiva di lavoro e di vita. Io sto cercando di dire perché mi crea dei dubbi questa cosa: perché oltretutto ipostatizza una situazione a cui io sono contrario, cioè la situazione per cui noi abbiamo una macchina comunale che fa lavorare degli altri, una macchina comunale che comanda e progetta mentre gli altri eseguono. Va mica bene! Progettazione ed esecuzione vanno tenuti un po’ insieme e anche redditi e sicurezza vanno tenuti un po’ insieme. Io non so come si fa, però è questo a cui penso quando penso a un Comune che sta insieme di più di come sta insieme questo.

Ancora una battuta sui numeri. Sempre nel 2007 mi ricordo di aver detto: "Trovo strano che ci siano due voci di spesa distinte, una "sicurezza" ecc. e una "attuazione del programma", che rinviano allo stesso Gabinetto del Sindaco". Mi sembrava un modo di velare l’entità della cifra che Reggi spende direttamente… Allora era 1 milione a una voce e 1 altro milione sull’altra. Adesso vedo che la voce Gabinetto del Sindaco per il 2010 prevede 2.249.000 euro, una cosa del genere. Anche qui vorrei essere preciso: io non sto facendo una polemica col Sindaco Reggi in quanto spendaccione. Non lo conosco benissimo, ma in passato l’ho frequentato più di adesso e non mi sembrava uno spendaccione, non mi sembra uno così. Sto facendo un altro ragionamento: che questa cifra enorme, circa 2.300.000 euro, serve perché quasi tutto fa capo al Gabinetto del Sindaco. Ed ha un rapporto con quei 43/44 milioni di euro annuali in prestazioni di servizio, che pure poi hanno delle firme di dirigenti e c’entrano con gli assessorati e con la struttura con cui è organizzato il Comune, ma rivela in ultima analisi una apicalità, una monocraticità anche nella decisione di spesa che io trovo assolutamente non condivisibile: non corrisponde al mio modello di democrazia. E’ quello diffuso oggi in Italia, ma io non la condivido.

Sono riflessioni che ho fatto anche recentemente a proposito delle candidature per le regionali. Mi sono un po’ messo a riflettere e tra me medesimo mi sono detto questa cosa: praticamente uno che è un presidente o governatore di Regione non riesci più a muoverlo da lì. C’è un problema molto grosso. Vedo delle facce stupite, ma parlo della parte politica che voto alle elezioni politiche generali. Non è stato tanto facile muovere Bassolino, Errani si deve candidare per la terza volta, Niki Vendola si candida per la seconda volta, si può pensare a un sussulto della società civile, io penso che ci siano poteri anche molto forti che sono stati costruiti in questi cinque anni, o almeno che ci siano tutte e due le cose. Lo stesso ragionamento si può fare sul problema Galan e sul come è difficile superarlo, o sul problema Formigoni e come è difficile sostituirlo. Faccio questa osservazione: uno che fa il Presidente della Regione è molto difficile da muovere. Ma non è una polemica con Errani, con Formigoni, evidentemente è un potere molto personale. Ho riflettuto su quelle cose lì che si chiamano "listino", che incrementano ulteriormente il ptere del presidente, e osservo che c’è qualcosa che non va.

Io capisco di predicare nel deserto o di dire delle cose…, ma noi le pagheremo drammaticamente queste cose se non ci pensiamo! Perché io pongo un problema molto serio: la democrazia è stata sostituita da una democrazia dei singoli, dei leader. Questo è un problema grosso, non rimane niente intorno! C’è un’educazione generalizzata all’irresponsabilità… Ho l’impressione – ma mi documenterò meglio – che non esiste nessun potere di controllo, non solo qui, ma neanche nelle Regioni. Credo che il governatore Schwarzenegger, se c’è ancora, governi certamente dentro un modello americano molto decisionista, ecc., ma credo che abbia a che fare con un’assemblea di Stato, nella fattispecie della California, non so se si chiama congresso, chiedo scusa per la mia ignoranza, che magari è eletta a metà mandato e che ha una maggioranza diversa da quella repubblicana del governatore. Su questo noi dovremmo riflettere perché secondo me è un punto molto importante.

Per tornare al bilancio, in sintesi: sono aumentate molto le entrate in questi anni, è aumentata molto la spesa in questi anni. Mi sono permesso di farla così lunga perché volevo partire con un’altra citazione di Reggi, ma è sgradevole farla se lui non è in aula, l’ho rinviata per mezz’ora pensando che rientrasse, ma non posso dilazionare oltre. Era la citazione con cui mi faceva comodo partire se era presente, comunque qualcuno gli riferirà. Nella sua dichiarazione di voto che ho citato prima del 26 gennaio 2009, peraltro una dichiarazione di voto pacata e cortese nei confronti dell’opposizione, si dice: "Questo è il primo dato significativo, è un bilancio che riduce la spesa corrente, il previsionale 2009 è un bilancio che riduce la spesa corrente; due, per la prima volta non vengono usati gli oneri di urbanizzazione in spesa corrente ma vanno tutti sugli investimenti; tre, l’altro elemento importante è che l’indebitamento si riduce. In una situazione come questa di grande crisi noi riusciamo a ridurre l’indebitamento". Anche qui, spero di essere capito, perché io ho abbastanza motivi di dissenso o di discussione seria per non aggiungerne di altri semplicemente retorico-polemici. Non ho nessuna intenzione di litigare sulle parole. Di queste tre affermazioni, due… La diremo popperianamente, perché non voglio offendere nessuno. Secondo Popper e il principio di falsificazione, due delle tre affermazioni del Sindaco di un anno fa sono state falsificate dalla realtà. E’ verissimo, l’ho ricordato, l’ho detto subito in Commissione, l’ho detto nella forma di domanda, ma perché lo volevo sottolineare, è verissimo ciò che riguarda gli oneri di urbanizzazione, ma non è vero che nel 2009 abbiamo speso meno e non è vero che abbiamo contenuto l’indebitamento… E’ chiaro che il Sindaco Reggi li sa leggere i numeri, penso più di me, ma certamente almeno come me. Certamente, da questo previsionale 2009, la spesa preventivata 2009 (83.700.000) diminuisce rispetto all’anno precedente. Da come è andata effettivamente, 86.500.000, rendo omaggio anche al collega Mazza che lo ha segnalato, la spesa non è diminuita. Certo Reggi non lo poteva sapere un anno fa, noi però oggi lo dobbiamo vedere.

La stessa cosa vale per il problema dell’indebitamento. L’indebitamento nel previsionale 2009, giustissimamente diceva il Sindaco Reggi, questo è il grafico, qua siamo nel 2004, continua ad andar giù… L’indebitamento di quest’anno, poichè è stato acceso un nuovo debito, come ci ha detto l’assessore De Micheli, torna su. Okay? L’affermazione sull’indebitamento che continua a calare, purtroppo non è più vera, dopo diversi anni ha ripreso a salire. Allora io torno a chiedere: posto che la struttura della spesa non mi piace per i motivi che vi ho detto, e fatti gli apprezzamenti che si devono fare, la struttura dell’entrata è solida o no? Non ce l’ho chiaro, perché per esempio questa ripresa di crescita dell’indebitamento, che dal punto di vista macro-economico mi sembra una cosa trascurabile, se guardo i dieci anni, mi sembra che andiamo bene lo stesso… ma certamente, modificare una tendenza che ci vede ridurre l’indebitamento riaprendo o riaccendendo un prestito, è una cosa che non fa piacere.

Non mi dilungherò, perché ho poco tempo, sulle cose su cui sono già intervenuti molti consiglieri che mi hanno preceduto nella seduta scorsa, Mazza e Frontini, il collega Ballerini, cioè l’aspetto su cui normalmente si dibatte di più in Consiglio comunale sul bilancio e che io faccio un po’ fatica a discutere, perché non si riesce venire a capo di nulla. L’aspetto di cui si discute normalmente molto fortemente sono le opere pubbliche. Io sono contrario all’idea di uno Stato, di un Comune, di una comunità che si giudichino principalmente dalle opere pubbliche. Si vincono le elezioni, ma mi piacerebbe che non tutto dipendesse semplicemente dalle opere pubbliche. Ci sono anche opere invisibili, non palpabili, non sottoponibili alle esperienze sensibili, che valgono di più delle opere pubbliche.

Io non intendo cambiare idea su Reggi e sul Sindaco Reggi, come personalità e anche come persona, su questo punto. La mia idea è sempre stata che è uno che fa molto… Adesso perde qualche colpo per vari motivi, ma non è questo il punto, non mi verrebbe mai di dirgli: "Non hai fatto" ecc. Non è questo il punto principale, non ho mai pensato che lo fosse. Io penso, come ha detto il Sindaco Guidotti in un’intervista che assolutamente nessuno ha ripreso, ed è la seconda volta che la riprendo io, è che sono sbagliati i programmi elettorali. L’ho detto nel 2007 e mi ripeto oggi. I programmi elettorali sono un problema enorme perché trattano gli elettori come clienti, come persone a cui dare qualcosa. Per cui, un cretino che gli va a dire: "Te nei primi cento giorni che cosa fai?". "Io mi metto lì e finché non abbiamo fatto il PSC non mi muovo più"? Figurati! Piscine, stadi, palazzi scintillanti, campi sportivi: va bene, facciamo pure! Questo però educa le persone a questa idea: che cosa mi dai, non all’idea che la città è nostra, tutta, non solo dove abiti te, anche dove non abiti… E poi educa all’idea che non c’è limite, non c’è limite al consumo di territorio, di risorse… ma non si potrà andare avanti così all’infinito.

 

 

Io non ho nessuna voglia di mettermi a citare il programma elettorale del centro destra, ma è lo stesso tipo di modello. Due anni fa, discutendo qua, il mio amico Bulla mi ha detto: "Sei sempre così arrabbiato". Eravamo in vista delle politiche, sentivo cosa diceva Veltroni, non c’ero con la testa, stavo male, pensavo: "Andrà malissimo". Tutti promettevano aumenti di stipendio e riduzione di tasse, da Fini a Bertinotti. Mi sembrava e mi sembra comico. Io non credo che si debba fare così. Credo che si debbano chiamare i cittadini ed affrontare i loro problemi. So benissimo che un amministratore mi potrebbe dire: "I cittadini non li vogliono affrontare i loro problemi". Io sono qui perché i cittadini affrontino i loro problemi, sennò sto a casa mia e affronto i miei. Lo capisco benissimo, a chi vuoi che interessino questi discorsi? PSC? Per cui, sulle opere pubbliche io mi oriento nel senso di alcuni colleghi che mi hanno preceduto. A volte si fa molto, si è fatto molto, a volte si fa molto mi pare troppo in fretta, per cui si fa un po’ meno bene, bisogna rifare i lavori o cose di questo tipo. Certamente ricordo una cosa: quando qui audimmo il Presidente e l’intera Commissione della Qualità Urbana, della Qualità Architettonica, adesso che mi viene in mente c’erano tutti, uno dei problemi che emerse è: bisognerebbe fare un ragionamento complessivo sulle piazze, tutte insieme: piazza Cavalli, piazzetta Plebiscito, piazza S.Antonino, piazza Borgo, piazzale Libertà. Bisognerebbe fare un ragionamento sulle piazze. Non ci riusciamo! E questo mi pare crei grandi problemi.

Non voglio tornare sul "Balzer", perché ricordo liti in questo Consiglio comunale tra il Sindaco e l’allora consigliere Berra, il consigliere Miglioli, il sottoscritto… Io aggiungo una cosa: io non voglio parlare di Tantera, ecc., io voglio parlare di una certa cultura che è di questo tipo: uno che gestisce un bar del genere deve avere un curriculum che non riguarda i soldi, ma riguarda il sapere che cos’è gestire un bar storico. E questo nel bando non c’era. Faccio solo alcune battute veloci, perché poi devo dire delle altre cose proprio in ordine ad alcuni grandi problemi. Accennavo all’assessore Dosi, disturbando il consigliere Ballerini, che non ho trovato traccia nel bilancio di riferimenti alla Ricci-Oddi. Ovviamente lui mi dice: "La Ricci-Oddi ha l’ambiguità che non è nostra, ha un suo bilancio. L’altra faccia dell’ambiguità è che gran parte dei soldi ce li mettiamo noi", cioè la Ricci-Oddi è sua ma i soldi ce li mette il Comune. E’ una situazione statutaria balorda che non siamo riusciti a risolvere neanche negli anni precedenti. Credo che c’abbia lavorato a lungo l’ex Presidente Brunetti, ma non siamo riusciti a venirne fuori. Perché dico questa cosa? Perché intanto mi accodo a quanto hanno detto altri sul problema delle biblioteche, quindi della biblioteca in generale; va bene andare avanti sistemando quella persona fondamentale, mi pare che ci siano due persone che dovrebbero entrare in biblioteca; va bene l’intervento sul cortile. Ricordo che nel 2006 o nel 2007 è stata stralciata l’ultima parte di completamento delle opere. Adesso quando ci arriviamo andrà fatto il completamento generale.

Mi accodo al consigliere Ballerini quanto alla Fondazione Teatri, senza dilungarmi, ma dicendo questo: giugno, in cui scade la convenzione annuale transitoria con la "Toscanini", è lì, quindi dobbiamo darci una mossa. Non dubito che l’assessore non se la sia stando, credo se la stia dando, ma è lì, giugno… Cioè, non credo, anche se io non sono della maggioranza, ma ho votato quel provvedimento, anche se potevano essere accolti un sacco di suggerimenti per esempio del collega Salice che non sono stati accolti ma è lo stesso, non credo che possiamo esordire con delle difficoltà alla prima stagione. Quindi è un sollecito e un incoraggiamento dicendo… Per la verità, "Teatro Gioco Vita" scade nel 2011, se la memoria non mi tradisce, l’emergenza è l’altro. Accennavo alla Ricci-Oddi perché mi sembra fondamentale un ragionamento sul sistema museale a Piacenza. Devo anche dire che è una cosa che mi è apparsa con più chiarezza da una visita mattutina qualche sabato fa, con pochi consiglieri e con l’estrema disponibilità della dottoressa Gigli per quanto riguarda il Palazzo Farnese, e del professor Anelli per quanto riguarda la Galleria Ricci-Oddi. L’ho accennato anche una volta in comunicazioni: lì noi abbiamo delle potenzialità enormi, che non riguardano solo lo stato attuale di Palazzo Farnese e lo stato attuale della Galleria Ricci-Oddi, ma le prospettive di sviluppo legate al rapporto con la Fondazione, che è la proprietaria dell’ex Enel di via S. Franca, e tutta una serie di questioni. Però, per andare veramente in una direzione di sviluppo, c’è bisogno di uno scatto di responsabilità, perché la situazione non è per niente buona. Ma lo dico non come critica all’assessore Dosi o al presidente Anelli! Lì si sta lottando per la sopravvivenza e contemporaneamente si sta cercando di pensare a cosa può essere nel prossimo decennio un polo museale integrato che entri in un sistema di… Contemporaneamente, poi, c’è il problema di chi alza il telefono. Non la voglio far più brutta di quella che è, ma noi, se siamo consiglieri comunali, dovremmo essere consapevoli e responsabili.

Vado solo per titoli. Non parlerò più di nidi perché io penso che la cultura dei nidi pubblici non sia uguale, come dichiara la relazione dell’assessore Castagnetti o del suo ufficio, a quella dei privati-convenzionati, non ho neanche voglia di andarla a cercare,la riga… Anzi, la vado a cercare e gli faccio vedere l’infelicità della frase, è un’infelicità costitutiva, va da sé, non può che essere infelice. Perché i costruttori edili mica possono essere anche dei gestori di nidi! Possono esserlo in quale mondo? Nel mondo della cooperazione ultra-poli-valente. Allora leggo: "Stabilito che l’offerta di posti nel nido Girotondo – che è quello che c’era davanti alla chiesa del Corpus Domini – sarà recuperata attraverso il convenzionamento per complessivi 60 posti bambini, con il medesimo soggetto privato aggiudicatario dell’appalto per la ristrutturazione dell’edificio". Io, una roba così, non la scriverei neanche sotto tortura… Foss’anche vera, cambierei frase. In parentesi c’è scritto di come sono bravi questi aggiudicatari, che sono il sistema dell’eccellenza. La raccontate a qualcun altro. Io non sono d’accordo. Non si può essere buoni a ristrutturare gli edifici e a curare i bambini. Poi si può farlo lo stesso, ma io ho dei dubbi.

Vengo a due questioni che mi stanno più a cuore. Una è Enìa, è una questione enorme ed è assente dalla discussione. Io non lo dico in modo polemico. Qui, nel dicembre 2008, è stata votata una certa cosa che è rimasta… Ho letto qualcosa sulla stampa di domenica l’altra, che pare ci fosse un… questa settimana con Iride, ecc. ecc. Perché segnalo questa cosa? Per due motivi di fondo: uno riguarda un dibattito che è aperto sull’acqua in generale, che secondo me non è un dibattito ideologico, e se si riesce a fare non un dibattito ideologico, è un problema serio e importante su cui qualificare il futuro delle Amministrazioni pubbliche, secondo me. Secondo: questa faccenda della multa che riguarda, per esempio, A2A in proporzioni…L’altra sera – io sento solo la radio – sentivo una crisi al Comune di Brescia. Non so neanche chi c’è al Comune di Brescia! Ma tipo: mancano 30/40 milioni di euro nel bilancio perché erano abituati a prenderne 100/120 dall’ex municipalizzata, quest’anno ce n’è che la metà o cose di questo tipo. Cioè, lo dico per noi. Non so come andrà a finire.

Ho sentito il Sindaco dire: "Noi dovremmo cercare di trattare un concambio leggermente diverso rispetto a quello che era stato deciso", cioè se gli altri, che in generale valgono molto più di noi, valgono un po’ meno di prima perché hanno qualche centinaia di milioni di euro in meno (non ricordo i dati esatti), forse noi, invece di 4 e 7, siamo 5 e 1. Insomma, dei ragionamenti di questo tipo. Quello che voglio dire è che siccome noi ragioniamo di bilancio del Comune di Piacenza, finanziario e di altro tipo, Enìa è stata una parte del Comune di Piacenza, TESA prima e poi ENIA, non dico decisiva, ma non trascurabile, e in certi momenti rilevante anche per certe iniziative, ecc. Su questo bisogna fare molta chiarezza. Ora, io non so chi la deve fare. Certamente non ce ne dobbiamo dimenticare perché è un problema molto grosso, e non vorrei che andasse a finire molto male.

L’ultima cosa riguarda il PSC e le aree militari. Veramente è la penultima. Io sono abbastanza deluso della trattazione che c’è nella relazione contabile, sia nella prima parte in cui si espongono le previsioni del 2010, sia nella parte finale in cui gli stessi uffici e assessori fanno alcune considerazioni su quanto è avvenuto. Parto della questione che mi sta più a cuore, che è quella delle aree militari, su cui leggo quanto segue. A pag. 273 si dice che l’incarico per la redazione del Masterplan delle aree militari, a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio degli indirizzi un anno fa circa, febbraio 2009, è stato assegnato. "Nei termini previsti dal contratto – prosegue la relazione – sono stati consegnati gli elaborati relativi alla prima fase di lavoro che consiste nell’individuazione di possibili diversi scenari evolutivi relativi alle singole aree. Gli elaborati sono stati presentati alla Giunta nel mese di settembre, quindi quattro mesi fa. A seguito di ulteriori contatti col Ministero della Difesa, nel mese di luglio è stata proposta al Comune la nuova bozza di protocollo, sostitutiva di quella del 3 aprile 2008, modificando le aree interessate, ecc. ecc. Quindi è necessario rimodulare le successive fasi di lavoro del Masterplan. Le fasi successive saranno più strettamente legate alla ricerca di operatori interessati a rendere fattibile l’operazione".

Allora qui c’è qualcosa che non va, che non va nel senso che non è chiaro chi decide cosa. Noi abbiamo fatto otto mesi di lavoro in una Commissione chiamata speciale per le aree militari per tirar fuori alcuni indirizzi, che in qualche modo sono stati anche apprezzati da questo Consiglio comunale, e ne sono grato a questo Consiglio comunale e a tutti quelli che hanno dato il loro contributo in quel lavoro lì. Questo lavoro, quasi sin dall’inizio dell’attività della Commissione, ha avuto un macigno molto grosso, cioè un protocollo firmato dal Sindaco di Piacenza e da un sottosegretario, ma comunque dal Ministero della Difesa, ineludibile. Per cui, ci siamo trovati a fare la discussione con una bella zeppa sul tavolo. Ora questa zeppa sparisce. Allora: noi abbiamo approvato qua delle linee guida che avevano un certo indirizzo dentro a una certa logica. Questa logica si è profondamente modificata. Io mi limito a dire agli autori tecnici del Master plan: modificala. Ma modificala in base a che. Di solito, quando il consigliere Crespoli interviene, io seguo e dico: "Ha ragione Crespoli, dobbiamo tornare a discutere delle aree militari". Non mi piace leggere sul giornale che il Sindaco, in momenti polemici suoi con la sua maggioranza dice: "Il Masterplan ce l’ho lì", ma non lo tir fuori finché… Poi i giornali… Non mi ricordo neanche se era virgolettata, ma suppongo di sì. Quando il Consiglio è pronto, adesso non è pronto il Consiglio. Non lo so. Questa è una cosa molto grossa. Io dico: il Consiglio è sempre pronto, tanto più se si lavora per sollecitarlo e tenerlo aggiornato sugli sviluppi. L’ultima riga mi lascia molti dubbi. Cosa vuol dire: "Saranno strettamente legati alla ricerca di operatori interessati a rendere fattibile l’operazione"? No, io voglio decidere io, sennò voto contro a tutto! Voglio decidere per un quarantesimo, non che adesso andiamo avanti tre anni a contattare operatori disponibili a rendere fattibile l’operazione, e arriva qui un pacchetto chiuso e stiamo qua tre notti, Mazza e io facciamo la cosa procedurale, ecc. ecc. No, no, no! Dobbiamo ragionare sulla città. Il ragionare sulle aree militari significa ragionare sulla città.

- Interruzione –

La Giunta però dice che li ha presi dagli indirizzi passati in Consiglio, almeno su quel punto lì. Un’altra cosa più in generale sul PSC, relativamente al quale, come mi pare abbia già osservato il consigliere Mazza non so quando, sono previste voci di finanziamento 2010-2011-2012, il che lascia intendere che nel 2013 non è ancora finito questo PSC. Allora io credo che noi dovremmo anche ragionare su dei tempi. Anche qui una riga che vi chiedo di riferire a chi è interessato, perché non capisco cosa vuol dire. Leggo che viene imposta, tra l’altro, la redazione contestuale di PSC e RUE. Ora, non posso farla tanto lunga perché… Se siamo di fronte alla redazione contestuale di PSC e RUE, suppongo da qualche provvedimento legislativo sovra di noi, da qualche o legislazione regionale o nazionale. Tenderei a pensare regionale. E siccome noi abbiamo sempre ragionato in termini, invece, di un conto del PSC , diciamo la sua parte conoscitiva, ecc. ecc. Poi viene il RUE, poi viene il POC, ecc. ecc. Se l’argomento è "il PSC è fermo perché bisogna farlo insieme al RUE", cioè il nuovo regolamento edilizio, io non lo so, lo chiedo: me lo si dica e si riapra un ragionamento. Però vorrei che voi vi ricordaste che nelle vostre linee programmatiche di mandato, come anche nelle mie della passata consigliatura, visto che ero in maggioranza, c’era scritto "la redazione, almeno l’adozione del PSC".

Sono passati anni. Dico solo una cosa strana che ho visto alla voce "Urbanistica". Si parla a un certo punto di due aree, una che si chiama "Castello di Caratta-Gossolengo" e una che si chiama "I Vaccari", pag. 272. Siccome io sono uno di quelli che ha votato di vendere Cà Buschi senza saperlo, adesso chissà quante robe non voto qua senza saperlo! Però ogni tanto, quando ne vedo una, la segnalo. Non so cosa vuol dire, quindi mi rivolgo a voi. Leggo che è stata trasmessa, suppongo da noi, la richiesta di cambio destinazione d’uso del complesso agricolo Castello di Caratta a residenziale al Comune di Gossolengo. Mi piacerebbe, quando c’è scritto "a", che ci fosse anche scritto "da a", così eviterei delle polemiche col collega Romersi. E in corso della … del complesso agricolo Palazzo Guglieri a I Vaccari per un cambio di destinazione d’uso, anche qui a residenziale, non si sa da che. Non ho capito bene. Per il rapporto che ho io con la lingua italiana, capisco che il Comune di Piacenza sta mettendo a valorizzazione terreni agricoli con altre destinazioni per farci residenziale in altri Comuni. Se è così, lo vorrei sapere.

L’ultima considerazione a cui vorrei dedicarmi, perché lo faccio ora o mai più, e a tal fine sarei anche disposto a sforare l’ora, ma se ci sto dentro è meglio, volevo riprendere un’affermazione che ho fatto il Consiglio scorso, il 1° febbraio, nella difficile seduta che abbiamo tenuto qui. Credo di avere affermato che questo Consiglio comunale non è in grado di esercitare, di fatto non esercita, le sue funzioni di indirizzo e di controllo. Lo penso profondamente. Ora uno potrebbe pensare: "Ma adesso viene qua D’Amo a farci la lezione". No, io non voglio fare nessuna lezione. La stragrande maggioranza di quello che avviene noi non lo sappiamo. Vi ho appena detto che io ho votato la vendita di Cà Buschi senza saperlo, ho votato anche il cambiamento dell’area su cui dovrebbe sorgere palazzo uffici, su cui, secondo me, non c’è nessun indice di edificabilità perché era un’area di recupero da un’altra non nuova, e non mi ero accorto, credevo di votare l’asilo nuovo e dentro c’era ancora la modifica della convenzione. Mi sembra di essere uno tra i consiglieri che ci guarda di più, mi sembra anche di essere un animale da carte, cioè uno per cui una parola messa male lo attira, un numero civico vicino a un altro, cose di questo tipo. Ma noi non siamo in grado di svolgere questa funzione. Secondo me, lo dobbiamo dire.

Io non esercito nessuna funzione di indirizzo e di controllo. Se il collega Colla non se ne ha a male e il collega Galvani non se ne ha a male, a me sembra di poter dire che è molto difficile per il collega Colla o per il collega Galvani esercitare delle funzioni di indirizzo e di controllo. La cosa è così acclarata e così evidente…! Adesso magari questa è la terz’ultima volta che parlo in bilancio, devo dire tutto quello che… Non voglio ripetere le cose che ho già detto, così poi quando pubblicano le mie opere scelte, dice: "Però ogni tanto variava". Allora, questa pagina iniziale della relazione sul Consiglio comunale, basta, io non la voglio più vedere. Basta! Non sto neanche lì a fare le polemiche sul regolamento, lo volevate cambiare, siete imbrigliati! Non mi interessa niente! Non è questa l’attività del Consiglio comunale, non è una polemica col Presidente! Se i Consigli comunali sono questa roba qua, chiudiamoli! Qui ci dovrebbe essere scritto, secondo me… Questa è la mia idea di città e di politica; qui ci dovrebbe essere scritto quante delibere di origine consiliare il Consiglio comunale ha prodotto, quanti atti ha prodotto, quanti indirizzi reali ha messo in campo, quante volte ha esercitato una funzione di controllo rimandando al mittente una pratica che non era a posto, non come problema di maggioranza, scandalo, giornali da vendere, come salutare democrazia che si basa, da Locke e Montesquieu in poi, sull’equilibrio dei poteri, cioè su robe diverse che si controllano tra di loro, per cui hanno una naturale dialettica e poi si va avanti. Non ce n’è traccia, ma non quest’anno, solo che gli altri anni non avevo il coraggio di dirlo: l’anno scorso, due anni fa, cinque anni fa.

Partiamo dall’assessore di riferimento. Assessore Brambati, tutto sbagliato! Non ce l’ho con l’assessore Brambati! L’assessore Brambati non è responsabile dell’attività del Consiglio comunale! Lì si scrive "assessore Brambati" perché si scambia un ruolo tecnico, deciso da un’organizzazione del personale, deciso da certe idee che ha, per esempio, l’assessore Fellegara e credo il Sindaco Reggi, e non c’entra niente con l’attività del Consiglio comunale. Ci sono solo due possibilità, qua ci deve essere scritto "Ernesto Carini", se volete "Lucia Rocchi, Luigi Salice, Carlo Mazza", chi volete voi, oppure si ha il coraggio di dire che siccome seguire il Consiglio è una cosa importante, come tante volte ho cercato di dire a Roberto Reggi quando ho avuto una frequentazione superiore ad adesso, allora c’è uno che ha la delega ai rapporti col Consiglio. E se ha la delega ai rapporti col Consiglio, allora mi sta bene, se è Cacciatore, mi sta bene che sia Cacciatore, se è Brambati, mi sta bene anche che sia Brambati, ma non perché è il tecnico del Decentramento! Significa che questo rapporto è più univoco, cioè io, Consiglio, ti chiamo e tu sei il mio assessore, non solo l’assessore di Reggi, se la tua delega è questa! Come l’assessore ai Servizi è l’assessore degli anziani, non solo l’assessore di Reggi: è tutte e due le cose.

Mi chiedo, quando faremo il bilancio, di quante mozioni sono state attuate, non approvate, o ordini del giorno: fanno ridere. Mi chiedo se i Consigli comunali che sono istituzioni, i Consigli provinciali, i Consigli regionali, stiano riflettendo su quello che sta avvenendo a livello nazionale, per esempio con una riduzione molto forte della rappresentanza nelle istituzioni locali, su cui io posso anche convenire, non mi scandalizza mica! Certamente, se tu mi dici "incominciamo dall’alto e riduciamo tutto del 20%", forse si possono ridurre anche gli eletti in Consiglio comunale. Ma io non credo che noi possiamo eludere, per esempio, di discutere dello scioglimento delle Circoscrizioni, che noi possiamo eludere di discutere del ruolo di questa istituzione in rapporto ad altre istituzioni analoghe.

Io voglio vedere, tra dieci anni, scritto in queste pagine, alla voce "Segreteria del Consiglio", tre convegni, col Presidente del Consiglio di Arezzo, quello di Napoli, quello di Dusseldorf, in cui si discute come avviene la dialettica tra esecutivo e organismo di indirizzo e di controllo, e se ci sono delle esperienze da modificare. E voglio un’altra cosa… Questa è la mia idea, irrealizzabile: te l’immagini presentarsi con un programma così? Se mi lasciano fare, mi presento con un programma così. Questa è la mia idea. Sennò non andiamo da nessuna parte, perché noi stiamo dilapidando un patrimonio di cultura politica che non abbiamo prodotto noi.

- Interruzione –

Presidente, siccome ho già rubato all’ultima riunione, mi mangio i dieci minuti del secondo intervento. Grazie. Ho già rubato tre o quattro minuti lunedì scorso, non voglio rubare anche oggi. Questo è un problema su cui chiedere di riflettere, perché noi oggi discutiamo di PRG, di PSC, legge regionale, legge nazionale, ecc. ecc., ne sappiamo poco o niente. Ma una cosa ci dimentichiamo: che questa idea per cui la politica programma, la politica non è il mercato, la politica è la comunità è il risultato di una cultura politica inestricabile dalla civiltà occidentale: non sono gli architetti o gli ingegneri ad aver pensato alle politiche del territorio, ma la politica… Vien da ridere, ma la politica dovrebbe essere una roba superiore! Come la boxe… noble art. Vien da ridere! Io ho degli studenti che hanno 18 anni, dirgli che la politica è una roba seria vien da ridere! Ma non è la prima volta che la politica è ridotta a una roba non seria, e noi dobbiamo smetterla di ridurla a una roba non seria!

Giacomo Ulivi, nella sua estrema lettera prima dell’esecuzione da parte dei nazifascisti nel novembre ’44 lo dice tre volte: Dice: "Certo, noi possiamo dire che abbiamo avversato il fascismo, ma dobbiamo rispondere alla domanda "perché ha vinto?". E Giacomo Ulivi, che ha 19 anni, risponde: "Perché ci siamo lasciati convincere che la politica faceva schifo". Ora noi dobbiamo lavorare perché la politica non faccia schifo! Perché Edo, che sarà anche un po’ zuccone, ma è una brava persona, non dica dal più profondo dell’animo: "La politica fa schifo" e poi sta qui. E dobbiamo puntare a questo, perché sennò è finita, sennò le Amministrazioni davvero sono degli assessorati ai Lavori Pubblici, sono delle aziende di lavori pubblici. Il che confligge coi problemi che abbiamo noi, perché i problemi fondamentali che abbiamo noi, il problema fondamentale non è costruire il nuovo, ma la grande novità è conservare quello che c’è, che è fondamentale, che ha un valore inestimabile.

Chiedo scusa per il tono un po’ che mi è scappato, chiedo scusa, anche il tono è sbagliato.

Io ho un’idea di questo tipo di Consiglio comunale, di un Consiglio comunale. Perché ho cercato anche di pensarci. Scriverò degli articoli per qualche giornalino si semi-sinistra. Per esempio, questo: noi dovremmo poter discutere con i tecnici liberamente. Forse dovremmo fare delle riunioni di Commissione in cui vengono i tecnici, non l’assessore, e uno può fare tutte le domande che vuole! Perché non è possibile che io, per farmi un’idea del 19.03.02, debba sentire cinque campane e poi fare la media e nessuno mi dica se vale il 19.03.02 o vale il 18, e si prenda la responsabilità di questa cosa. Non è possibile, perché sennò ci rimane solo Mazza. Ma come gli dicevo prima al bar, bevendo un caffè, Mazza non è la media del consigliere, è un uomo che viene qua tutti i giorni tre o quattro ore perché è in una fase della vita in cui ha la possibilità materiale di farlo e la voglia di farlo. Ma se Colla scende dal treno alle sei e mezza o io arrivo con la lingua fuori da un Consiglio, come faccio a sapere quelle cose lì?

Quando io dico "esercitare davvero una funzione di controllo", non si può risolverla dicendo: "Ma te ti fidi di Cacciatore o no?". Ma che ragionamento è? La buona fede? Ma cosa c’entra? Allora io penso che il futuro sia questo.

Chiudo con una battuta. Ringrazio pubblicamente di certi apprezzamenti che ho ricevuto, per esempio, dal Sindaco Reggi, negli ultimi due o tre mesi, della mia persona e del mio lavoro. Ho letto anche un’intervista del vecchio consigliere Berra, il quale è vecchio più o meno come me, ma è vecchio per anzianità di servizio, cioè ha 35 anni di amministrazione sul gobbone. Ho sentito parlare anche di nuove alleanze e vivo anche in una città e in una associazione dove mi dicono, uno mi ha detto: "Insomma, fai la stampella di Reggi". Non è questo il problema. Noi non abbiamo bisogno di nuove alleanze, perché il termine "alleanze" rispecchia un’epoca in cui c’era un rapporto tra modi di pensare e insediamenti sociali, cioè il pensiero sociale della Chiesa significava pezzi interi di società, modi di vivere. Il mondo sociale comunista significava pezzi interi di società e modi di vivere, e i liberali erano i signori, oltre che qualche uomo di alto ingegno – lo dico senza ironia – che poteva permettersi di pensare liberamente.

Oggi che cosa vuol dire allearsi con l’UDC, allearsi con l’IDV? Cosa vuol dire "culturalmente e socialmente"? Io non lo so. Io penso che ci sia bisogno di un nuovo modo di far politica, di cambiare il come. E lo dico non per ricavarmi un ruolo perché io posso anche andare a casa domani mattina. Adesso, voglio dire, sono venuto qua, mi hanno eletto, gli ho detto "eleggetemi", ho chiuso un mandato nei D.S. per cinque anni, nonostante Berra mi abbia messo fuori due o tre volte, io ho finito nel gruppo D.S. dove ho incominciato, mi è anche spiaciuto andar via, e sono qui e cerco di finire decorosamente, poi vedremo cosa succede nel 2012. Ma io invito a riflettere seriamente su cosa ci aspetta, perché la cultura che ha prodotto ciò in cui noi viviamo oggi non viene più alimentata, la cultura politica, da nessuno dei suoi rivoli. Pensate a cos’è diventata Bologna! Ma non lo scandalo di Cinzia! Io sono favorevole alle morose, sono sempre stato favorevole qualunque roba siano: non è questo il punto! Il punto, in termini di cultura politica, è: dov’è l’università di Bologna oggi, dov’è la casa editrice il mulino, dov’è il cattolicesimo democratico, dov’è il meglio della cultura amministrativa della sinistra italiana – e termino – che a me faceva dire 25 anni fa, quando andavo a una riunione del coordinamento dei consigli di fabbrica nell’84, che vedevo dieci delegati che avrebbero tranquillamente potuto fare con grande sapienza il segretario della Camera del Lavoro di Piacenza. Queste persone non ci sono più, e non ci sono più per dei motivi: perché in realtà siamo tutti berlusconiani e siamo tutti sempre impegnati alle candidature delle prossime elezioni e poi di quelle dopo e poi di quelle dopo, e poi non ci sarà più niente. Noi dobbiamo farle vivere queste istituzioni. Farle vivere significa capirci qualcosa. Io, di questa roba qui, avrò capito il 10%, l’8, il 5, non lo so…! Se fossi seduto lì, voterei a favore! Ho sempre votato a favore: non va bene! Bisognerebbe capirne il 20, il 25, il 30. Non dico tutto, io non sono per capire tutto.

Grazie della pazienza.

… OMISSIS …